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Però guarda: malgrado io sia un pò un "diesel", nel senso che quando piglio confidenza con le persone non mi fermo più

, fondamentalmente sono molto timida pure io

Prova ne è quello che mi è recentemente capitato con il tizio che mi interessava, e parecchio: ne sono entrata in uno stato di soggezione. E non sono riuscita a fargli nemmeno le più banalissime tra le domande

. Roba che qui dentro me ne hanno dette un pò tutti, dall'"invitalo a cena", al "dopo il caffé digli se ti riaccompagna a casa", al "chiedigli come ti vede", eccetera eccetera

. Ma non me la sono sentita, e capisco la frustrazione del non riuscire a fare certe domande .
Con l'altro (il famigerato sardo

) che si è decisamente posto in maniera più spigliata, tutta questa timidezza non l'ho avuta (peccato solo che sia sparito, ma vabbé, è un dettaglio

). E probabilmente una parte importante del discorso l'ha avuta anche il fatto che mi piaceva, ma non allo stesso modo dell'altro (taccio la frustrazione, su cui oramai rido anche un pò su, per cui buon segno) di quando questo seguita a scrivermi (non da ultimo ieri), e io oramai anziché dare corda, saluto e poi mi taccio, o poco più
MA se non fossi stata (anche) timida, qualche messaggio un pò "oltre" mi sarebbe ben partito, e soprattutto se mi fosse uscito di scrivergli o dirgli, ad esempio quando mi ha detto "io sono qui" (piglio esempi miei che mi viene più facile e utile ragionarci su), "bene, anche io: puoi venire a trovarmi a casa?", anche in modo meno sfacciato, beh.... non credo possa parlarsi di timidezza. Timidezza è reagire come ho fatto io, che gli ho risposto "va bene, alla prima occasione in cui passo nella tua zona, te lo dico", lasciando di fatto cadere il discorso.
E aggiungo questo: DENTRO DI ME sarei andata da lui all'istante. Ma, poi, mi sono messa a pensare al suo modo di esprimersi. Che di fatto un "io sono qui" non significa un emerito cazzo. E mi sono bloccata. A dirla tutta e bene, prima aveva chiesto quando ci saremmo rivisti, subito dopo aggiungendo "anche con calma, io sono qui". Di mezzo c'era stata una mia risposta titubante (non la ricordo nemmeno bene, e faccio bene a rimuoverla dalla testa, probabilmente

. Una roba tipo una replica di quel che gli ho ribadito dopo, vale a dire "quando capita, volentieri". Che comunica soltanto un rapporto di amicizia, per di più alla lontana (considerato che stavo già senza lavoro, e lui aveva una marea di tempo anche se lavora). Non mi è riuscito di comunicargli altro. Dopo di che, nemmeno lui è il mago della comunicazione chiara

, ma non posso scaricare addosso a lui i miei .... più che non detti, detti. Non so se è chiaro.
Ma QUESTA è appunto la timidezza. Quella del tizio a me non pare timidezza.
Domanda: tu, da timido, scriveresti (o avresti scritto, visto che hai corretto la tua timidezza) ad una una frase del tipo "guarda che allora passo ai fatti?", dopo averle mandato messaggini sdolcinati e avere verificato che li abbia graditi? Io no. Io magari piglio pure l'iniziativa di invitarti fuori per un caffé. Se rifiuti, non te lo domando certo più. E se accetti ma poi capisco che te ne stai imbalsamato (quali ne siano i motivi), io non faccio altro se non "imbalsamarmi" anch'io. Ho avuto la prova poco tempo fa eh. E mi piaceva pure parecchio