Violenza sessuale

perplesso

Administrator
Staff Forum
peccato, se ti fossi presa na birra pure te, ti riassumevo cosa ho capito de sto 3d
 

Marjanna

Utente di lunga data
Beh, ma quella sulla carta, che stava lì con le gambe aperte siccome stava con le gambe aperte si meritava quel trattamento.

Se no perchè mai si sarebbe messa a gambe aperte a farsi fotografare?
Quella sulla carta era una stampa, e un pezzo di carta non richiede consenso.
Quel genere di calendario poi, nasce appunto con finalità di solleticare certe fantasie, non certo per appassionati di nudo artistico.
Vedi in quel contesto ero io quella fuori dal coro, quella era stata una goliardata, un momento concesso tra ore di lavoro di un signore di mezza età. E quello gli era uscito, di mimare il ficcare un croissant nella vagina di una ragazza, di carta. Le battute che si dicevano tra loro, senza escludere le donne, erano forti, era un continuo tentar di affondar la lama ridacchiando. Non c'era spazio per altro.
Quello era un contesto, comunque, spudorato, palese. In altri ambienti c'è la versione 2.0, poi quella 3.0 e così via. La lama si fa sempre più affilata, il colpo più mirato ad andare in fondo, la ferita esterna meno evidente, l'organo colpito devastato.

Si potrebbero postare centinaia di clip dove durante una diretta, chi era in primo piano è stato bersaglio dei più svariati gesti di "disturbo" del suo lavoro

Io credo che il culo di questa ragazza, in questo specifico frangente, sia stato enormemente sopravvalutato , per via del gesto che ha imbrogliato e spostato l'attenzione (gli sta toccando il culo!!!)

La lingua batte dove il dente duole, giustamente

Poteva passare e ruttare sul microfono, o buttarsi giù i pantaloni nello sfondo, o fare altro, la valenza e il peso , e il senso, sarebbero stati per me esattamente gli stessi .

E cioè:
Importunare , infastidire in modo insolente Chi sta lavorando davanti alla telecamera

Ha toccato il culo (gesto deprecabile - e sono cazzi suoi) ..

E si urla alla violenza sessuale (ingenuo chi urla, secondo me, perché non ha colto affatto il senso di quel gesto idiota)

Tutto secondo me , voglio precisare

E potrebbe pure finire cosi.

Ma è l'onda che nasce a seguito di tutto questo, è come reagisce "la società civile" che è per me (tristemente) affascinante.
Però Skorpio, anche te hai fatto la tua parte nella gogna mediatica di quest'uomo, se vogliamo parlare di gogna. Io non avessi postato quella clip qui, mai l'avrei saputo.
Immagino che in facebook ci saranno state milioni di persone, che si son messe a far girare sto video, e non credo sia stata la giornalista a caricarlo su YouTube (il canale è del Quotidiano di Sicilia, e il video che hai linkato risulta tra i primi 10 per visualizzazioni).
Le notizie dei tg, un tempo si commentavano in famiglia, dove ognuno poteva esprimere un proprio parere, senza la cosa prendesse chissà che risvolti. Potevano capitare dibattiti più accesi, ma poi tutto scemava via.
Nel web si commenta non in modo tanto diverso, anzi direi quasi più superficiale, visto il bombardamento di notizie da cui si può saltare nel giro di neppure un minuto. Mi pare su facebook il commento diventi più un sparare una sentenza, velocemente, da qui il peso della gogna mediatica.
Se le visualizzazioni si alzano, se il popolo dimostra partecipazione, si fa presto a capire che portare la notizia in un talk televisivo potrebbe far alzare l'audience. E un video di 25 secondi è pane per cose del genere.
L'onda è il permesso di far starnazzare, e coprire il rumore di una valanga. Ma perlopiù, siamo tutti a valle.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Si potrebbero postare centinaia di clip dove durante una diretta, chi era in primo piano è stato bersaglio dei più svariati gesti di "disturbo" del suo lavoro

Io credo che il culo di questa ragazza, in questo specifico frangente, sia stato enormemente sopravvalutato , per via del gesto che ha imbrogliato e spostato l'attenzione (gli sta toccando il culo!!!)

La lingua batte dove il dente duole, giustamente

Poteva passare e ruttare sul microfono, o buttarsi giù i pantaloni nello sfondo, o fare altro, la valenza e il peso , e il senso, sarebbero stati per me esattamente gli stessi .

E cioè:
Importunare , infastidire in modo insolente Chi sta lavorando davanti alla telecamera

Ha toccato il culo (gesto deprecabile - e sono cazzi suoi) ..

E si urla alla violenza sessuale (ingenuo chi urla, secondo me, perché non ha colto affatto il senso di quel gesto idiota)

Tutto secondo me , voglio precisare

E potrebbe pure finire cosi.

Ma è l'onda che nasce a seguito di tutto questo, è come reagisce "la società civile" che è per me (tristemente) affascinante.
Per me questa è (e sarà) esattamente la linea difensiva del soggetto. Vale a dire, unitamente al "non stavo nemmeno pensando a ciò che stavo facendo", alla goliardata, come è stata definita. A prescindere dal fatto che A TE ha dato quell'impressione, non sarebbe certamente strano, o casuale, che l'imputato scelga di rappresentare il proprio elemento soggettivo come un "non volevo" (cosa che peraltro ha già maldestramente fatto: "stavo andando a prendere la macchina, ero arrabbiato per la sconfitta della squadra, non ho collegato quel gesto ad alcuna violenza sessuale, non so nemmeno perché l'ho fatto, se non per fare una bravata [DAVANTI ALLA TELECAMERA, LO AGGIUNGO IO ;) ]"). Questa dicesi strategia difensiva :)
Perché la responsabilità intorno a un fatto si rafforzi, deve essere ravvisato il cd. elemento soggettivo (che in generale oscilla tra vari gradi di colpa e vari gradi di dolo, essendo per taluni reati escluso l'elemento della colpa: qui mi fermo, perché ci addentreremmo in un discorso parecchio tecnico, che sarebbe meglio affrontare con chi ne sa della materia :), posso solo aggiungere, a grandi spanne e senza timore di dire troppe cazzate :), che il "limine" tra colpa e dolo vede sul filo dell'equilibrio il cd. dolo eventuale e la cd. colpa cosciente). Nell'elemento soggettivo spesso (anche se pure nel fatto) si gioca il discorso relativo alla tenuità/gravità del reato.
E questo giustamente dice che non voleva incidere nella sfera sessuale altrui, e che il suo era semplicemente un gesto di.... noia? :) Giusto per ricomprendere anche (ANCHE! :) ) l'elemento del disturbo a una che stava lavorando (buffo eh, che ora lui si trovi a lagnarsi per lo stesso motivo, poveretto, gli stanno boicottando il ristorante! :) ).
Quindi non è necessariamente detto che sia da escludersi che, tra le varie cose volute, rientri anche proprio il disturbo a una che lavora, oltre a una dose di.... mitomania? mania di protagonismo?.... Voglia di finire in tv? :D .... non so quale sia il termine tecnico che più si addica.

In tutto questo ginepraio, capirai bene anche tu (e perdonate per l'ennesima volta se mi può scappare qualche inesattezza: la materia penalistica è estremamente difficile già per chi la pratica, figuratevi per una come me: ma l'intento è quello di delineare problemi e strategie, almeno per grandi linee, giusto per capire il contesto :) ) che stabilire quello che è l'elemento soggettivo, lo stato d'animo, di uno che compie un gesto, è estremamente difficile. Di qui, che occorre basarsi sulla rispondenza tra l'agito e il dichiarato. Questo ad esempio, prima di colpire il culo, si è sputazzato sulla mano (a me un colpo di tosse proprio non sembra, e anzi mi pare inequivocabile il gesto :) ). Ora: se il mio intento è soltanto quello di far casino, a che pro tirarmi uno sputo sulla mano per.... "lasciare il segno", disprezzare, colpire meglio? Insomma, non mi pare il gesto di uno che passa di lì e colpisce il culo a caso.... :)

Non è comunque certamente da escludere che volesse ANCHE rompere i coglioni a lei che lavorava: e anzi, per quel poco che ne so, è abbastanza indicativo che - quando una persona la si considera un oggetto - alla fine della fiera cazzomenefrega se come effetto del mio gesto ho persino quello di boicottare il lavoro che sta provando a svolgere.... :)
 

Foglia

utente viva e vegeta
@ipazia mi sembra che i giudici in tante - troppe occasioni - si siano mostrati fervidi sostenitori della teoria di Durkheim sulla devianza, secondo la quale tutte le forme ed i comportamenti che violano le norme della comunità , siano solo una sfida alla repressione normalizzata dello Stato. E' stato il primo a suggerire che, se c'è qualcosa di sbagliato nella società,gli atti criminosi ( inteso come criminalità ) ne sono la diretta conseguenza ( da un punto di vista sociologico ). E qui mi fermo.... ricordo solo alcune sentenze della corte costituzionale in tema di stupro....
Ti riferisci per caso a questa? :)

Viviamo in una società che pone (giustamente per diversi lati) delle precise GARANZIE in capo a chi delinque: il lato per così dire "negativo" della medaglia, è quello che dovendo operare per principi, e interpretazione degli stessi, queste garanzie talvolta possono sembrarci sfiorare il ridicolo. In questo caso si sta parlando di una misura preventiva, che ha precise finalità:

La custodia cautelare (studiocataldi.it)

e in sintesi la Corte Costituzionale (che è il Giudice che ha quale scopo quello di esaminare la conformità ai principi della Costituzione delle norme per così dire a grandi linee codicistiche, ma non solo, meglio dire dal rango secondario a scendere :) ) ha stabilito che il "gruppo".... non fa gruppo :) Il che secondo me ha anche una sua "ratio", sempre nell'ottica in cui la norma è preposta ;)

Il problema, secondo me, è che davanti a fatti (di maggiore o minore gravità, non è nemmeno questo il problema) in cui ci si trova davanti all'opportunità di "denunciare", come dicevano anche altri sopra, la nostra esperienza, dovuta anche al riflesso di certi fatti per come considerati nella società, ci porta molto spesso a RINUNCIARE. Per.... una serie di motivi, di cui molti sono stati detti da @ipazia. Costi, tempi, non sempre risarcimenti che vanno a buon fine, eccetera eccetera. Mi soffermo sulla GOGNA a cui molto spesso soggiace la vittima. Certamente, c'è da bilanciare questo sguardo colpevolizzante della società, con l'ipotesi in cui la vittima possa non esserlo. Ma in tanti (oserei dire troppi) casi, anche laddove vi sia una vittima (e ripeto: la tenuità e o la gravità del fatto NON rileva, in questo discorso), lo sguardo della società - evidentemente non pago - ricade sulle considerazioni più svariate. Per dire: io ho sentito anche proporre come "attenuante" a un omicidio, ma di quelli proprio orridi, il fatto che la vittima fosse solo una prostituta (come dire: "eh vabbé, questa si è prestata a certi giochi e le è andata male! Lui, poveretto, certamente avrà esagerato a giocare, ma insomma, ben altra cosa se avesse ammazzato una per bene, sia pur ugualmente consenziente al rapporto".....).

Si sposta cioé sovente il focus dal carnefice alla vittima, dicendo che in fin dei conti vittima non è, e se proprio va considerata "vittima" ci ha comunque messo del suo. Pensa ad una che va a sporgere querela, magari deve anticipare soldi per un risarcimento che non sa neanche se mai vedrà, e che si sente muovere queste contestazioni. Che non vengono dal caso, o dal nulla, o soltanto dalla mente contorta di qualche avvocato, eh.
E nella migliore delle ipotesi, si sentirà dire cosa ci faceva in un luogo isolato a una certa ora di notte, oppure si sentirà riportare (questo più dall'uomo della strada che non da un Tribunale) che tutto sommato è vittima di un sistema che ha compartecipato. Come se vestirsi attillata in una società certamente superficiale, che vuole immagini "vincenti" (passate il termine), equivalesse ad acconsentire (sia pur involontariamente, nel più "tenero" dei giudizi) alla violenza. E allora ecco che "la colpa" non esiste più, o meglio la violenza - da individuale - diventa una violenza di gruppo (sto facendo una metafora, eh :) ) dove c'è chi la agisce, la società ipocrita che la compartecipa, e la vittima che non sa nemmeno più se vi ha acconsentito o meno. E' spaventoso, ma questa spesso è la gogna che deve affrontare chi denuncia. A fronte di sentirsi anche eventualmente rispondere "non abbiamo i mezzi" (per cercare prove, che in questo caso fortunatamente già c'erano), oppure rendersi conto di non avere i mezzi, non solo finanziari, ma nemmeno psichici, per affrontare il calvario che ti si ribalta addosso. E a quel punto scatta il "ma chi me lo fa fare di subire, oltre al danno, anche la beffa?" Laddove la beffa oscilla tra l'esser bugiardi, esser matti, esser "poco di buono", esser un pò puttane: in tutto, fuorché nell'esser vittima di una cosa NON VOLUTA. Ed ecco che i fari della società, quasi per magia, si spostano dal colpevole (se mai ci arriveranno su quello) alla vittima.

In tutto questo, bene senz'altro quando qualcuno (e non rileva la gravità, lo ripeto) viene beccato, e finisce sotto i riflettori dei media. Il poveretto che magari voleva solo disturbare il lavoro della giornalista (che stava lavorando), ora frigna perché l'impatto mediatico cui ha dato corso per primo, mettendosi davanti a una telecamera, sta danneggiando il suo ristorante. Strano eh! Lui se ne è fregato del lavoro della giornalista, epperò ora ritiene ingiusto che i media, e social media, rovinino il suo lavoro. Eppure, se quello voleva fare, dovrebbe starsene muto come un pesciolino, capire che in fin dei conti è la stessa cosa, e sopportare, no? :)

La giornalista non ha fatto NULLA che non sia suggerito dal sistema: denunciare. Avendo praticamente già istruito il processo (per sua fortuna) attenderà il corso della giustizia, come qualunque cittadino che si trovi a far valere un proprio diritto violato. Nel frattempo sopporterà anche un pò di (inevitabile anche per lei) gogna mediatica, e il porello che ora piagne piglierà dalla società quel che ritengo essere un giusto biasimo. Senza dubbio proverà a strumentalizzare tutto questo a proprio favore. Purtroppo per lui la giustizia non consente che questi piani vengano mischiati ;)
 

Skorpio

Utente di lunga data
Quella sulla carta era una stampa, e un pezzo di carta non richiede consenso.
Quel genere di calendario poi, nasce appunto con finalità di solleticare certe fantasie, non certo per appassionati di nudo artistico.
Vedi in quel contesto ero io quella fuori dal coro, quella era stata una goliardata, un momento concesso tra ore di lavoro di un signore di mezza età. E quello gli era uscito, di mimare il ficcare un croissant nella vagina di una ragazza, di carta. Le battute che si dicevano tra loro, senza escludere le donne, erano forti, era un continuo tentar di affondar la lama ridacchiando. Non c'era spazio per altro.
Quello era un contesto, comunque, spudorato, palese. In altri ambienti c'è la versione 2.0, poi quella 3.0 e così via. La lama si fa sempre più affilata, il colpo più mirato ad andare in fondo, la ferita esterna meno evidente, l'organo colpito devastato.



Però Skorpio, anche te hai fatto la tua parte nella gogna mediatica di quest'uomo, se vogliamo parlare di gogna. Io non avessi postato quella clip qui, mai l'avrei saputo.
Immagino che in facebook ci saranno state milioni di persone, che si son messe a far girare sto video, e non credo sia stata la giornalista a caricarlo su YouTube (il canale è del Quotidiano di Sicilia, e il video che hai linkato risulta tra i primi 10 per visualizzazioni).
Le notizie dei tg, un tempo si commentavano in famiglia, dove ognuno poteva esprimere un proprio parere, senza la cosa prendesse chissà che risvolti. Potevano capitare dibattiti più accesi, ma poi tutto scemava via.
Nel web si commenta non in modo tanto diverso, anzi direi quasi più superficiale, visto il bombardamento di notizie da cui si può saltare nel giro di neppure un minuto. Mi pare su facebook il commento diventi più un sparare una sentenza, velocemente, da qui il peso della gogna mediatica.
Se le visualizzazioni si alzano, se il popolo dimostra partecipazione, si fa presto a capire che portare la notizia in un talk televisivo potrebbe far alzare l'audience. E un video di 25 secondi è pane per cose del genere.
L'onda è il permesso di far starnazzare, e coprire il rumore di una valanga. Ma perlopiù, siamo tutti a valle.
Beh sicuramente posso aver contribuito anche io, ma mi sembra un argomento che può suscitare dibattito e prospettive diverse, e ho pensato di aprirlo
 

Skorpio

Utente di lunga data
Per me questa è (e sarà) esattamente la linea difensiva del soggetto. Vale a dire, unitamente al "non stavo nemmeno pensando a ciò che stavo facendo", alla goliardata, come è stata definita. A prescindere dal fatto che A TE ha dato quell'impressione, non sarebbe certamente strano, o casuale, che l'imputato scelga di rappresentare il proprio elemento soggettivo come un "non volevo" (cosa che peraltro ha già maldestramente fatto: "stavo andando a prendere la macchina, ero arrabbiato per la sconfitta della squadra, non ho collegato quel gesto ad alcuna violenza sessuale, non so nemmeno perché l'ho fatto, se non per fare una bravata [DAVANTI ALLA TELECAMERA, LO AGGIUNGO IO ;) ]"). Questa dicesi strategia difensiva :)
Perché la responsabilità intorno a un fatto si rafforzi, deve essere ravvisato il cd. elemento soggettivo (che in generale oscilla tra vari gradi di colpa e vari gradi di dolo, essendo per taluni reati escluso l'elemento della colpa: qui mi fermo, perché ci addentreremmo in un discorso parecchio tecnico, che sarebbe meglio affrontare con chi ne sa della materia :), posso solo aggiungere, a grandi spanne e senza timore di dire troppe cazzate :), che il "limine" tra colpa e dolo vede sul filo dell'equilibrio il cd. dolo eventuale e la cd. colpa cosciente). Nell'elemento soggettivo spesso (anche se pure nel fatto) si gioca il discorso relativo alla tenuità/gravità del reato.
E questo giustamente dice che non voleva incidere nella sfera sessuale altrui, e che il suo era semplicemente un gesto di.... noia? :) Giusto per ricomprendere anche (ANCHE! :) ) l'elemento del disturbo a una che stava lavorando (buffo eh, che ora lui si trovi a lagnarsi per lo stesso motivo, poveretto, gli stanno boicottando il ristorante! :) ).
Quindi non è necessariamente detto che sia da escludersi che, tra le varie cose volute, rientri anche proprio il disturbo a una che lavora, oltre a una dose di.... mitomania? mania di protagonismo?.... Voglia di finire in tv? :D .... non so quale sia il termine tecnico che più si addica.

In tutto questo ginepraio, capirai bene anche tu (e perdonate per l'ennesima volta se mi può scappare qualche inesattezza: la materia penalistica è estremamente difficile già per chi la pratica, figuratevi per una come me: ma l'intento è quello di delineare problemi e strategie, almeno per grandi linee, giusto per capire il contesto :) ) che stabilire quello che è l'elemento soggettivo, lo stato d'animo, di uno che compie un gesto, è estremamente difficile. Di qui, che occorre basarsi sulla rispondenza tra l'agito e il dichiarato. Questo ad esempio, prima di colpire il culo, si è sputazzato sulla mano (a me un colpo di tosse proprio non sembra, e anzi mi pare inequivocabile il gesto :) ). Ora: se il mio intento è soltanto quello di far casino, a che pro tirarmi uno sputo sulla mano per.... "lasciare il segno", disprezzare, colpire meglio? Insomma, non mi pare il gesto di uno che passa di lì e colpisce il culo a caso.... :)

Non è comunque certamente da escludere che volesse ANCHE rompere i coglioni a lei che lavorava: e anzi, per quel poco che ne so, è abbastanza indicativo che - quando una persona la si considera un oggetto - alla fine della fiera cazzomenefrega se come effetto del mio gesto ho persino quello di boicottare il lavoro che sta provando a svolgere.... :)
Vedi.. purtroppo io non è che sia così attratto da ottiche processuali, o strategie difensive, cosa rischia, il giudice , la sentenza della corte costituzionale del 1978 o che so io

Diciamo che le riflessioni che mi suscita questo episodio e le sue evoluzioni sono su un piano totalmente diverso, e quindi a questo livello io non so proprio cosa dire, nel senso che un pò sono ignorante e un pò non sono per nulla attratto da questa ottica.

Quello che è il titolo del 3d è quello che mi ha attratto, e cioè ciò a cui si urla (violenza sessuale!) Con o senza denuncia, con o senza processo.

Se questo coglione (e lo ridiciamo) nel mentre passava anziché metter la mano al culo, con la stessa mano le avesse scartuffato i capelli per quella frazione di secondo, a cosa si sarebbe urlato?

Questo video avrebbe fatto il giro di Italia? O sarebbe rimasto nel buco di culo di quella TV locale?

Perché a livello emotivo e lo ripeto, per me quella 'palpata" al culo in QUEL CONTESTO equivale a una palpata al capo con capelli scartuffati.

È quindi il culo a fare la differenza? Sempre e comunque?

Chiedo

E ti scongiuro: non mi dire cosa potrebbe dire il giudice o l'avvocato difensore al riguardo.. perché almeno a me non mi interessa questo :ROFLMAO:
 

Foglia

utente viva e vegeta
Vedi.. purtroppo io non è che sia così attratto da ottiche processuali, o strategie difensive, cosa rischia, il giudice , la sentenza della corte costituzionale del 1978 o che so io

Diciamo che le riflessioni che mi suscita questo episodio e le sue evoluzioni sono su un piano totalmente diverso, e quindi a questo livello io non so proprio cosa dire, nel senso che un pò sono ignorante e un pò non sono per nulla attratto da questa ottica.

Quello che è il titolo del 3d è quello che mi ha attratto, e cioè ciò a cui si urla (violenza sessuale!) Con o senza denuncia, con o senza processo.

Se questo coglione (e lo ridiciamo) nel mentre passava anziché metter la mano al culo, con la stessa mano le avesse scartuffato i capelli per quella frazione di secondo, a cosa si sarebbe urlato?

Questo video avrebbe fatto il giro di Italia? O sarebbe rimasto nel buco di culo di quella TV locale?

Perché a livello emotivo e lo ripeto, per me quella 'palpata" al culo in QUEL CONTESTO equivale a una palpata al capo con capelli scartuffati.

È quindi il culo a fare la differenza? Sempre e comunque?


Chiedo

E ti scongiuro: non mi dire cosa potrebbe dire il giudice o l'avvocato difensore al riguardo.. perché almeno a me non mi interessa questo :ROFLMAO:
Molto probabilmente perché il culo non è il tuo ;)

(Va bene come risposta? ;) )
 

spleen

utente ?
E guarda un po' che stanno aumentando esponenzialmente le violenze sui disabili.
Che guarda caso il dissenso non lo sanno esprimere. Come neanche il consenso.
Ipazia, guarda che lo so benissimo come funzionavano le cose una volta (e anche adesso in certe parti del mondo). Io non sono mai sorpreso di constatare come la scimmia uomo abbia in se agiti di violenza e stupidità e mancanza di strumenti cognitivi.

Da un pezzo penso che le regole sociali e morali dei vari tipi di società derivino praticamente tutte dall’adattamento di queste alle condizioni ambientali e socio economiche. Ad esempio l’omosessualità un tempo era considerata tabu anche perché metteva in discussione l'integrità della famiglia tradizionale e dei figli, che poi servivano ai campi e a farsi ammazzare per la patria.

La discussione sulla violenza però, ed è un pezzo che cerco di spiegarmi, non può ridursi ad una frettolosa analisi sociologica di quello che accade ad una reporter o peggio, ad una ridicola disquisizione sugli articoli di legge coinvolti, come ho letto alcuni.

Mio nipote a nove anni è stato molestato dal nostro vicino di casa che ha un discreto ritardo mentale, che non aveva mai fatto cose del genere e che presumo, non le abbia più fatte. I miei cognati non lo hanno denunciato per la famiglia che si è dimostrata affranta e collaborativa e per lui medesimo. Mio nipote che all’epoca era malato di leucemia grazie al cielo ha superato, ora è grande e tra poco finirà l'università, dalla leucemia è guarito.

Il valore del consenso dici, già il consenso. Mia moglie, dove lavorava, ad un certo punto fu proposta per una promozione di carattere organizzativo, tutto era pronto perché già si occupava in pratica di ciò. Sai all’ultimo momento chi le passò davanti? Una appena arrivata, che poi fu sorpresa da altri con il titolare, dunque evidentemente aveva capito come farsi strada. Una persona che mette a frutto le sue capacità, col pieno consenso diresti tu, un sopruso che a me fa venire il voltastomaco, dico io. (E non è che salvo lui, sia chiaro!).

Su un post tu scrivi che sei indignata. L’indignazione è un bellissimo stato d’animo, presuppone l’esistenza di un complesso di regole etiche. Se le tue sono riferite perlopiù al consenso e al rispetto, concedi che le mie siano un po’ più ampie e oltre al consenso comprendano anche l’uso che si fa del proprio corpo, che per me è –anche- uno strumento etico del rispetto che si deve agli altri.

Quando mi scaglio contro questo tipo di società ed i medium lo so di assomigliare a quei vecchietti che inutilmente pontificano davanti ad un caffè al bar, ma non posso fingere di non notare la piega che prendono le cose e di come le regole semplicemente seguano il travaso dei poteri da una compagine ad un’altra, dove è l’economia l’asso pigliatutto. Solo la “formazione” di nuove persone più responsabili, partendo dalla scuola può servire ma oggi ci si muove in tutt’altra direzione perché l’educazione così come hai evidenziato sta andando a puttane (excuse me, sex workers). E perché la destrutturazione dei ruoli tradizionali è esigenza imposta dal potere economico che ci vuole così.

Non caveremo un ragno dal buco cara Ipazia. Il tipo verrà severamente punito, la signorina in questione, finite le legittime recriminazioni in tribunale lo lascerà in braghe di tela. Forse l’anno prossimo la vedremo in rai o mediaset e passato questo quadro, uomini in crisi di identità continueranno tranquillamente a stuprare, e accoppare le donne. La scimmia sul fondo, se non la formi, sempre quella resta, ma non la formi colpendone uno per educarne cento, questo tento da un pò di dire con i miei modestissimi mezzi linguistici.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Io da BAMBINO sono stato minacciato da un ragazzo col COLTELLO che mi ha detto di tirarmi giu le mutande e fargli vedere il pisello.
Per strada.

L'ho scritto qui e non mi ha cagato nessuno.

Me ne sono andato, ho spento la cosa, non è stato un trauma. Avevo 10 anni.

Sinceramente, quando troverò qualcuno che si scandalizzerà perché un bambino ha subito questo, proverò empatia per la strafica di turno che se ha fatto la carriera come un'altra che ho conosciuto che faceva la giornalista sportiva dandola alle persone giuste ha più pelo sullo stomaco di me.
E ha semplicemente sfruttato il momento col cinismo di chi sa che è la strada giusta per acquisire visibilità.
Tecnica abusata nello spettacolo, ma che non salverà la ragazzina che verrà stuprata tornando a casa da scuola in una periferia dove gli autobus passano uno all'ora.
Io, come padre, guardo a questo, e di una pacca sul culo mi può fregare niente, quando ho presenti altri episodi decisamente più gravi caduti nell'indifferenza perché "Signora, mancano le risorse".
Rileggiti.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Vedi.. purtroppo io non è che sia così attratto da ottiche processuali, o strategie difensive, cosa rischia, il giudice , la sentenza della corte costituzionale del 1978 o che so io

Diciamo che le riflessioni che mi suscita questo episodio e le sue evoluzioni sono su un piano totalmente diverso, e quindi a questo livello io non so proprio cosa dire, nel senso che un pò sono ignorante e un pò non sono per nulla attratto da questa ottica.

Quello che è il titolo del 3d è quello che mi ha attratto, e cioè ciò a cui si urla (violenza sessuale!) Con o senza denuncia, con o senza processo.

Se questo coglione (e lo ridiciamo) nel mentre passava anziché metter la mano al culo, con la stessa mano le avesse scartuffato i capelli per quella frazione di secondo, a cosa si sarebbe urlato?

Questo video avrebbe fatto il giro di Italia? O sarebbe rimasto nel buco di culo di quella TV locale?

Perché a livello emotivo e lo ripeto, per me quella 'palpata" al culo in QUEL CONTESTO equivale a una palpata al capo con capelli scartuffati.

È quindi il culo a fare la differenza? Sempre e comunque?

Chiedo

E ti scongiuro: non mi dire cosa potrebbe dire il giudice o l'avvocato difensore al riguardo.. perché almeno a me non mi interessa questo :ROFLMAO:
Perché il culo lo si lega al sesso.
La differenza in sintesi è questa.
Mia figlia è stata oggetto di un esibizionista, persona conosciuta nell'ambiente come professionista.
Le forze dell'ordine a cui si è rivolta, la incoraggiavano a desistere di far denuncia.
Allora di cosa stiamo parlando?
Questo pirla , manco ha capito in che storia si stava incastrando, questo tipo di confidenza si deve applicare in altri contesti, che il tipo in questione non ha ancora capito.
La vedo più come una goliardata, come risposta avrebbe dovuto beccarsi un ceffone. Mi ha colpito di più la reazione passiva della giornalista
 

Martes

Utente di lunga data
Non volevo intervenire, ma...
Oggi un collega mi ha chiesto di chiamare una collega per farmi levare un pelucco che (e sembrava su carboni ardenti a dirlo) mi si era appiccicato sul vestito altezza culo. Manco culo è riuscito a dire e ci girava attorno in modo molto più imbarazzante che se me lo avesse semplicemente tolto.
Si è arrivati ad un livello tale per cui anche un gesto normalissimo può essere interpretato come molestia.
Così appunto come un gesto di disturbo di un servizio televisivo viene invece visto come una violenza sessuale.
Mi sembra delirante, si è persa la misura. Cosa che aiuta tra l'altro, per reazione riflessa, a sottovalutare quella vera, di violenza.
Ed è così in tutto.
Per lavoro ho avuto a che fare con parecchi africani. E si chiamano "negri" fra loro e con chi sono in confidenza, termine che con loro ho usato spesso anch'io, perché so bene essere inteso in quel contento come confidenziale e non certo come offensivo. Ma se ti sente qualcuno da fuori "oddio ha detto negro!"
E intanto un africano onesto, in regola e con contratto di lavoro indeterminato non trova casa in affitto manco col lanternino. Ma l'importante è non chiamarlo negro
 

Brunetta

Utente di lunga data
Questo fatto ha suscitato tanto clamore, secondo me, perché si è trattato di un fatto che ha buttato in faccia a tutti la normalità.
Ma la normalità (nel senso di fatto frequente) non riguarda solo la pacca, la sculacciata (non a caso è ciò che si considera meno impattante per i bambini) ma, come ha accennato Skorpio e in un altro verso più intellettuale Benin, riguarda i rapporti di potere.
Riguarda il “divismo” dei “vip“ che appaiono in televisione, l’ammirazione di cui sono oggetto, i guadagni abnormi rispetto a quelli degli altri (immagino che in una tv locale siano più presunti che reali, ma qui parlo di immaginari e collocazione nelle fasce sociali) l’appartenenza a un gruppo di privilegiati.
E riguarda la funzione del calcio presso le fasce di popolazione più frustrate.
Per cui io, che ovviamente ho subìto molestie fin da bambina, ho provato tanto fastidio dai commenti (non qui, anzi, ma ovunque, social e tv) su questa vicenda.
Vi sono troppe cose che vengono toccate.
Allora ho ripensato all’ultima pacca subìta.
Una coppia di anziani mi ferma per chiedermi se so la ragione delle macchine dei carabinieri fuori dal bar da cui ero appena uscita. Rispondo, con un tono che voleva essere rassicurante, che stavano prendendo un caffè.
I due, non ricordo se lui o lei, aggiungono che temevano che ci fosse stata una rapina. Sorridendo dico che è tutto tranquillo. Mentre si allontanano lui mi molla una pacca.
Non dico niente. La mia impulsività viene frenata dal non volere mortificare la moglie.
(Poi aggiungo un seguito, secondo me significativo.)
Adesso penso che quel gesto, da me interpretato come sessuale, non aveva lo scopo di eccitare il vecchio (me figuriamoci!) ma era un tentativo di lui di ristabilire una parità tra lui UOMO, preoccupato e spaventato da una violenza immaginaria, e io DONNA senza paura, in jeans e maglione (non con abbigliamento “modesto”) che irrideva (ricordate i miei sorrisi) le sua paure e che magari aveva vagamente parlato a un residuo ormone, ma che era chiaramente irraggiungibile e lo aveva trattato con condiscendenza.
Il vecchio non era consapevole di niente, ovviamente, nemmeno io al momento, come non era consapevole l‘imbecille che ha dato la pacca in diretta tv che ha sfogato la sua frustrazione di una vita in una condizione che ha vissuto come di inferiorità rispetto a donne per lui inavvicinabili, in una giornata in cui cercava di sentirsi vincente attraverso il calcio è non era riuscito. Per cui, come il vecchietto con me, è stato un atto di violenza, non sessuale.
Certamente poi, per chi è non solo socialmente, ma anche culturalmente inferiore (il tizio non avrebbe mai potuto fare il giornalista) la violenza viene estrinsecata nei confronti di chi per tutta la sua vita è stato considerato comunque a lui sottoposto, in questo caso una donna, ma avrebbe potuto essere un immigrato con un aspetto visibilmente diverso.
Se qualcuno pensa che questa sia una giustificazione, non ha capito niente.
Ah dopo la pacca sono andata al lavoro e ho raccontato l’accaduto a delle colleghe giovani che l’hanno accolto con sorrisetti di compatimento. Questo perché l’avevano interpretato come un mio vanto per essere sessualmente appetibile. Questo spiega perché certi atti siano ancora così diffusi. Evidentemente c’è chi ne è lusingata.
 

spleen

utente ?
Non volevo intervenire, ma...
Oggi un collega mi ha chiesto di chiamare una collega per farmi levare un pelucco che (e sembrava su carboni ardenti a dirlo) mi si era appiccicato sul vestito altezza culo. Manco culo è riuscito a dire e ci girava attorno in modo molto più imbarazzante che se me lo avesse semplicemente tolto.
Si è arrivati ad un livello tale per cui anche un gesto normalissimo può essere interpretato come molestia.
Così appunto come un gesto di disturbo di un servizio televisivo viene invece visto come una violenza sessuale.
Mi sembra delirante, si è persa la misura. Cosa che aiuta tra l'altro, per reazione riflessa, a sottovalutare quella vera, di violenza.
Ed è così in tutto.
Per lavoro ho avuto a che fare con parecchi africani. E si chiamano "negri" fra loro e con chi sono in confidenza, termine che con loro ho usato spesso anch'io, perché so bene essere inteso in quel contento come confidenziale e non certo come offensivo. Ma se ti sente qualcuno da fuori "oddio ha detto negro!"
E intanto un africano onesto, in regola e con contratto di lavoro indeterminato non trova casa in affitto manco col lanternino. Ma l'importante è non chiamarlo negro
Negli Usa ho letto da qualche parte che gli uomini hanno il sacro terrore di salire da soli in ascensore con una donna, per paura di venire accusati di molestie e vedere la propria carriera e la propria reputazione polverizzate.
Non so se questa cosa sia vera, ma non mi stupirei affatto lo fosse. E questo non è per negare che il problema della violenza non esista.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non volevo intervenire, ma...
Oggi un collega mi ha chiesto di chiamare una collega per farmi levare un pelucco che (e sembrava su carboni ardenti a dirlo) mi si era appiccicato sul vestito altezza culo. Manco culo è riuscito a dire e ci girava attorno in modo molto più imbarazzante che se me lo avesse semplicemente tolto.
Si è arrivati ad un livello tale per cui anche un gesto normalissimo può essere interpretato come molestia.
Così appunto come un gesto di disturbo di un servizio televisivo viene invece visto come una violenza sessuale.
Mi sembra delirante, si è persa la misura. Cosa che aiuta tra l'altro, per reazione riflessa, a sottovalutare quella vera, di violenza.
Ed è così in tutto.
Per lavoro ho avuto a che fare con parecchi africani. E si chiamano "negri" fra loro e con chi sono in confidenza, termine che con loro ho usato spesso anch'io, perché so bene essere inteso in quel contento come confidenziale e non certo come offensivo. Ma se ti sente qualcuno da fuori "oddio ha detto negro!"
E intanto un africano onesto, in regola e con contratto di lavoro indeterminato non trova casa in affitto manco col lanternino. Ma l'importante è non chiamarlo negro
Le contraddizioni sono infinite.
Attualmente la forma conta più della sostanza.
 
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