Vedi.. purtroppo io non è che sia così attratto da ottiche processuali, o strategie difensive, cosa rischia, il giudice , la sentenza della corte costituzionale del 1978 o che so io
Diciamo che le riflessioni che mi suscita questo episodio e le sue evoluzioni sono su un piano totalmente diverso, e quindi a questo livello io non so proprio cosa dire, nel senso che un pò sono ignorante e un pò non sono per nulla attratto da questa ottica.
Quello che è il titolo del 3d è quello che mi ha attratto, e cioè ciò a cui si urla (violenza sessuale!) Con o senza denuncia, con o senza processo.
Se questo coglione (e lo ridiciamo) nel mentre passava anziché metter la mano al culo, con la stessa mano le avesse scartuffato i capelli per quella frazione di secondo, a cosa si sarebbe urlato?
Questo video avrebbe fatto il giro di Italia? O sarebbe rimasto nel buco di culo di quella TV locale?
Perché a livello emotivo e lo ripeto, per me quella 'palpata" al culo in QUEL CONTESTO equivale a una palpata al capo con capelli scartuffati.
È quindi il culo a fare la differenza? Sempre e comunque?
Chiedo
E ti scongiuro: non mi dire cosa potrebbe dire il giudice o l'avvocato difensore al riguardo.. perché almeno a me non mi interessa questo
Tu che sei un maschio sapresti trovare un motivo per cui, fatalità, il tipo ha optato per il culo invece che fare un "ciao ciao" con la manina?
Io da donna posso dirti che di buffetti, schiaffetti, pizzicotti sul culo ne ho collezionati diversi, ad esempio sul lavoro e prevalentemente sono state donne a sculacciarmi.
Ma, ho reagito una sola volta.
Quando la pesantezza della mano mi ha fatto riconoscere indubitabilmente che apparteneva ad un uomo, il gesto ha assunto una valenza sessuale.
Ma soprattutto è all'istante che ho percepito la possibilità di essere sopraffatta.
Eppure eravamo in gruppo, eppure eravamo al lavoro.
Da maschio forse questa sensazione di abuso tramite il sesso si sente meno, è possibile?
Voleva essere un gesto simpatico, ha sostenuto per i primi due minuti.
Ha poi proseguito dicendo che era una sciocchezza, un gesto normale perché, argomentava, avevo un bel culo per lui, fasciato in un bel pantalone e poi ero piegata e quindi lo stavo invitando.
Ha proseguito cercando appoggio nei colleghi intorno, tutti maschi, tutti presenti.
Lo hanno invitato a tacere, riflettere e scusarsi.
Lui ha proseguito dicendo che non solo era normale ma era un suo diritto in quanto maschio e più forte, sculacciare un culo che gli piaceva.
Era un apprezzamento insomma.
Avrei dovuto ringraziare.
E niente.
Da lì in poi, i colleghi hanno iniziato a sfotterlo, per vari mesi.
Gira che ti rigira, in effetti si è finiti a ridere.
In questo racconto, intravedi la violenza?
Anche la mia intendo.
E il mio "potere"?
Aneddoto a parte, il punto è che, secondo me, nelle interazioni tra uomo e donna, la sessualità non è mai del tutto esclusa, anche solo come "valutazione preventiva".
Per cui, un gesto di disturbo, una violenza tesa solo a dare fastidio, come dici, assume valenza sessuale per il semplice fatto che è stata declinata come tale.
Sessualità e potere sono le corde che sfiora questa vicenda.
Sono corde intrecciate e tesissime.
A volte diventano visibili, a volte lo sono meno.
Ma sono in noi e non possiamo ignorarle.
Quindi il culo, diventa discrimine.
Connota il tipo di abuso subito e da cui discendono le varie reazioni.
Eccessiva o meno che sarà la pena, se vi sarà, io trovo responsabile ed emblematica la posizione della giornalista.
Perché riconosce e non soprassiede.
Aiuta a riflettere sulle tematiche in ballo.
La pena, dal mio punto di vista, è da considerarsi una mera conseguenza.