No. Non hai capito. Forse mi sono spiegata male dando per scontato che si capisse.
La pubblicità è sempre stata mirata, si parla da sempre di target (a questo proposito è una serie bellissima Mad Men che racconta il decennio dal 58 al 70 dello sviluppo della pubblicità e i cambiamenti sociali in America) e dare pubblicità sempre più mirata rende minori gli investimenti e maggiori i risultati.
In questo senso è stata inventata la pubblicità attraverso Instagram, ma anche altrove.
Nei primi anni di internet si erano sviluppati i blog. Chiunque poteva aprire un blog e pubblicare le proprie poesie o il proprio romanzo o mostrare le proprie ceramiche o i propri piatti di cucina.
Per la cucina ad esempio uno dei primi è stato Giallo Zafferano che ha raggiunto moltissimi contatti. La creatrice di quello spazio l’ha poi venduto a una società che raggruppa più cuochi e cuoche prima non professionisti, ora sì, con guadagni rapportati al numero dei contatti.
Lo stesso è avvenuto con YouTube su cui si poteva pubblicare ciò che piaceva fare. Noto è il caso di Clio. È partita da tutorial di trucco con vari prodotti, mentre lei studiava make-up, e ...ora ha una azienda di cosmetici.
Su Instagram, come Facebook, chiunque può pubblicare quello che vuole su una piattaforma che consente potenzialmente visibilità mondiale. Chi piace poi riceve proposte di collaborazione.
Ognuno ingenuamente o con una strategia si posiziona in modo da essere gradevole per il proprio target. C’è chi lo fa in modo particolarmente amichevole, copiando ciò che avviene con una amica che accompagni a fare shopping, si prova i vestiti davanti a te, non si vergogna certo di stare in mutande, poi tu vedi che le mutande sono carine e chiedi dove le ha comprate. Mi spiego?
Lo stesso ho visto che avviene com TikTok.
Clamoroso il caso di Kiaby che ora è fotomodello per Hugo Boss ed è ricercato da personaggi famosi che vogliono avere visibilità presso i giovani grazie a lui e lo pagano! Naturalmente adesso è assistito da un social media manager che gestisce i rapporti con le aziende e i personaggi. Lui non parlava inglese, era un operaio dell’hinterland torinese.
Se non mi sono spiegata, chiedi.
Chi è, cosa fa, quanto guadagna e perché proprio questo 21enne di Chivasso è l'eroe perfetto per l'ascesa di TikTok in Italia. Ne parliamo con Riccardo Pirrone, social media manager e CEO di KiRweb, agenzia creativa romana
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