Ragazzi: si discute con i figli persino se è il caso o meno di portare un animaletto in casa (e si insegna loro, almeno io lo faccio) l'importanza del condividere, dell'essere tutti d'accordo (ragion per cui fino ad ora NON HO accontentato mio figlio che me lo ha chiesto, ma gli ho già detto che se un domani dovesse entrare, poi non voglio sentire lamentele se si trova qualche giocattolo sfasciato dal cucciolo, o a subire qualche altro "disagio" a causa dell'animale: che son molto belli, danno tantissimo affetto, ma poi li si considera alla stregua di qualsiasi altro membro della famiglia, anche se fosse un semplicissimo coniglietto), e poi se si fa entrare un adulto estraneo nel nucleo, magari con tanto di altri figli che vanno e vengono, davvero non se ne sente prima l'opinione????? Ma non solo quella: si parla dei pro e dei contro, seriamente, col proprio figlio. A meno che di anni non ne abbia due, per il che lascerei parlare comunque i fatti (che non è che i bambini di due anni non sentano e non esprimano, eh). Ma ci mancherebbe altro: PRIMA conta chi, in quel nucleo, già c'è, e poi si decide se ampliare il nucleo. Condividendo la decisione. Ed è chiaro che se dall'oggi al domani introducessi una persona in casa, mio figlio non la prenderebbe bene (non serve sapere interpretare il volo degli uccelli per prevederlo, eh). Ma magari (sottolineo magari) la stessa decisione, portata al vaglio DOPO altre "prove", avrebbe una risposta e una reazione diversa. Non lo so eh, sono abbastanza scettica e non ho esperienza diretta di questa cosa, ma credo che se mi ci dovessi trovare sarebbe proprio perché, a mio giudizio, ne varrebbe la pena. Per il che, però, non lo farei mai IMPONENDO una mia scelta al mio nucleo. Sto sputando sangue (perché alle volte è difficile) per trasmettere a mio figlio il messaggio per cui in casa si può parlare un pò di tutto, cercando di fargli capire che - in sé - nessuna cosa (tra quelle lecite e comunque fattibili, eh

) resta esclusa a priori, ma se ne discute con un pò di approfondimento, che di quel che posso non gli precludo nulla (ma lui mi deve dimostrare di meritarsela e di portarla avanti al suo meglio), che i sacrifici si fanno e nel momento in cui lo vedo felice sono felice..... e poi che faccio? Gli piazzo un estraneo in casa senza averlo nemmeno interpellato? Praticamente butto al cesso tutto quello che - faticosamente - ho provato a trasmettergli sino ad ora, e che (almeno credo) lo fanno sentire "a casa".