Non so….
Forse sono bigotto, ma… ero rimasto alla matrimonio e la formula della manifestazione del consenso:
“Io , accolgo te, come mia/o sposa/o.
Con la grazia di Cristo, prometto di esserti fedele sempre,
nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia,
e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.”
Non so se sei credente, quanto tu lo sia nel caso in cui tu lo sia.
In ogni caso, anche senza esser credenti l'esser cresciuti nella cultura cristiana cattolica porta con sè dei condizionamenti profondi, di cui spesso nemmeno ci si rende conto.
La questione del corpo in quella formula che citi ha implicazioni ataviche, antichissime. Che sono state tramandate per generazioni.
Il concetto per cui il corpo non può esser "venduto" e neppure "usato" al di fuori della formula del matrimonio sta, credo, nel considerarlo una proprietà privata di dio, e quindi affittabile all'interno del sacramento del matrimonio e per la procreazione ma non spendibile solo in funzione del piacere e dei rapporti terreni tra i due sessi.
Nel matrimonio cristiano i due corpi si offrono a dio, che "autorizza" e benedice quell'unione.
E quell'autorizzazione è una "garanzia" dell'esclusività di quell'unione fra quei due corpi.
Tua moglie ha usato il suo corpo fuori da quell'autorizzazione, l'ha fatto senza alcuna autorizzazione.
Ha ritirato per alcuni momenti quel consenso, senza avvertirti di averlo fatto.
Cosa implica per il te il fatto che lei abbia ritirato per alcuni momenti quel consenso e abbia usato quel corpo dedicato a te con qualcun altro?
Cosa significa per te il suo corpo?