Hai fatto un minestrone

La risposta sintetica è quella di
@Brunetta, a cui aggiungo che non solo non è più quella scuola ma non è più quel mondo.
E se a tuo padre e tua madre venivano richieste determinate competenze base ai ragazzini di oggi ne verranno richieste ben altre.
La forbice per i tuoi, i miei, genitori era meno larga di quanto non lo è adesso.
E ancor meno rispetto a quanto sarà aperta nei prossimi anni.
Tieni presente che ai tempi dei tuoi genitori la scuola era una cosa seria. Anche in termini di investimento familiare.
Quindi o era evidente che eri "portato" come si diceva, o ti facevano fuori e ti spedivano a lavorare.
Chi rimaneva nella scuola proveniva da famiglie che consideravano la scuola un "ingresso" per l'ascensore sociale.
Oggi come oggi, non solo la scuola è DOVUTA a tutti, ma neppure più considerata una cosa seria. Ed è evidente come non sia un ascensore sociale, se si resta nella massa. (poi spostati in certe università, e vedi come invece funziona a certi livelli).
Oggi come oggi, in ambito lavorativo, manco più chiedono l'utilizzo del pc per dire.
E non perchè non sia richiesto, ma perchè è scontata come skill. Ai miei tempi, nemmeno a quelli dei tuoi genitori l'uso pc era un plus.
Questo per fare un esempio idiotissimo.
Venendo ai termini, invece.
Apatico, in un bambino, è un sintomo di malessere. Forte e chiaro.
SE un bambino è apatico, iniziare a preoccuparsi è quantomeno inadeguato.
Ecco perchè ho parlato di campanello di allarme parlando di svogliatezza.
Una delle questioni che sta emergendo nei ragazzini pre-adolescenti e adolescenti è il fenomeno neet.
Adesso, non mi metto a fare lo spiegone riguardante come impariamo come specie.
Ti basti sapere che come specie noi impariamo per imitazione. Ossia per relazione.
L'utilizzo di strumenti che limitano la socializzazione e la relegano in un contesto virtuale, in età in cui il pensiero astratto o non è evoluto o è in fase di evoluzione, è una questione che si sta iniziando ad indagare per i primi effetti che si iniziano a vedere.
In queste situazioni, quando si vedono gli effetti, è già tardi.
Il fenomeno neet ne è una chiara rappresentazione. DA un giorno all'altro è scoppiato il fenomeno.
MA dire che il fenomeno è scoppiato è come dire che l'erba in giardino ieri sera era bassa e puf! , in una notte è cresciuta tanto da doverla tagliare con urgenza.
Questa la distinzione fra campanello di allarme e sintomo. Per intenderci.
Quindi, bene fanno gli insegnanti se vedono ragazzini svogliati a segnalare la cosa. E bene fano le famiglie ad indagare.
Perchè non è tipico della nostra specie la svogliatezza. In particolare in crescita.
Mi spiego?
Altro discorso è la questione dello studiare.
Uno dei retaggi della scuola è il considerare il bambino come anfora da riempire. E lo stesso per il preadolescente e l'adolescente.
I bambini hanno bisogno di esperienze concrete per sviluppare curiosità per quelle astratte (i libri). Il famoso pensiero concreto.
Ai tempi dei tuoi genitori le esperienze concrete erano fornite dalla quotidianità.
Oggi questo non avviene più praticamente per nessuno.
Paradossalmente avviene più nelle famiglie che noi definiamo disagiate che permettono ai figli di andarsene a scorrazzare per parchi, facendo i casini che fanno.
Gli altri vivono esperienze adulto mediate. In ogni contesto. Dalla scuola allo sport.
La motivazione alla curiosità ne resta segnata. A ribasso.
Il punto non è la svogliatezza o le capacità di studio.
Il punto è la non curiosità. La non discussione. Il non testare gli adulti. In età in cui questo è "programmato" perchè avvenga.
Se avessi un figlio svogliato, mi preoccuperei.
Se avessi un figlio apatico, mi renderei conto di esser stata una madre disattenta.
Mi spiego?
EDIT: aggiungo. La cultura un tempo era considerata un qualcosa "per signori", un Bene da acquisire e riservato a pochi (quindi ambito). Oggi si vive nella percezione che sia alla portata di tutti, e quindi un bene e a basso costo.