Salve a tutti

danny

Utente di lunga data
Io non erediterò nulla
Quindi reddito da lavoro e fine
Come tanti, sicuramente.
Il tessuto italiano non è uniforme, ma il 70% degli italiani ha una casa di proprietà, che va in eredità.
Se essa è situata in una grande città, ovvero il 35% della percentuale, essa ha raggiunto con gli anni anche un discreto valore base.
Il 33% degli italiani non ha figli, determinando un asse ereditario verso fratelli o nipoti.
Il 50% delle coppie con figli ha un figlio unico.
Tenendo anche conto che la differenza di età tra figli e genitori è crescente negli ultimi decenni direi che, basandosi su queste percentuali, si comprende anche come una buona parte degli italiani non di preoccupi di pensione o quant'altro.
Se erediti una casa del valore di un milione, cifra tutto sommato compatibile con un appartamento in zona semicentrale a Milano, che ha raggiunto negli anni valori elevati, hai somme nemmeno lontanamente raggiungibili con un reddito da lavoro dipendente.
Un mio collega ha uno stipendio da 1200 euro, ma ha ereditato due case per un complessivo di, al valore attuale (non quello di 40 anni fa) almeno 700.000 euro, a cui si aggiunge la liquidità, da due semplici insegnanti.
È uno dei vari motivi per cui in Italia si va avanti ancora con tranquillità senza evidenziare il degrado come nelle città USA
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Come tanti, sicuramente.
Il tessuto italiano non è uniforme, ma il 70% degli italiani ha una casa di proprietà, che va in eredità.
Se essa è situata in una grande città, ovvero il 35% della percentuale, essa ha raggiunto con gli anni anche un discreto valore base.
Il 33% degli italiani non ha figli, determinando un asse ereditario verso fratelli o nipoti.
Il 50% delle coppie con figli ha un figlio unico.
Tenendo anche conto che la differenza di età tra figli e genitori è crescente negli ultimi decenni direi che, basandosi su queste percentuali, si comprende anche come una buona parte degli italiani non di preoccupi di pensione o quant'altro.
Se erediti una casa del valore di un milione, cifra tutto sommato compatibile con un appartamento in zona semicentrale a Milano, che ha raggiunto negli anni valori elevati, hai somme nemmeno lontanamente raggiungibili con un reddito da lavoro dipendente.
Un mio collega ha uno stipendio da 1200 euro, ma ha ereditato due case per un complessivo di, al valore attuale (non quello di 40 anni fa) almeno 700.000 euro, a cui si aggiunge la liquidità, da due semplici insegnanti.
È uno dei vari motivi per cui in Italia si va avanti ancora con tranquillità senza evidenziare il degrado come nelle città USA
Veramente hai scritto che sono pochi quelli che vivono di reddito di lavoro
Adesso dici “come tanti”.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Come tanti, sicuramente.
Il tessuto italiano non è uniforme, ma il 70% degli italiani ha una casa di proprietà, che va in eredità.
Se essa è situata in una grande città, ovvero il 35% della percentuale, essa ha raggiunto con gli anni anche un discreto valore base.
Il 33% degli italiani non ha figli, determinando un asse ereditario verso fratelli o nipoti.
Il 50% delle coppie con figli ha un figlio unico.
Tenendo anche conto che la differenza di età tra figli e genitori è crescente negli ultimi decenni direi che, basandosi su queste percentuali, si comprende anche come una buona parte degli italiani non di preoccupi di pensione o quant'altro.
Se erediti una casa del valore di un milione, cifra tutto sommato compatibile con un appartamento in zona semicentrale a Milano, che ha raggiunto negli anni valori elevati, hai somme nemmeno lontanamente raggiungibili con un reddito da lavoro dipendente.
Un mio collega ha uno stipendio da 1200 euro, ma ha ereditato due case per un complessivo di, al valore attuale (non quello di 40 anni fa) almeno 700.000 euro, a cui si aggiunge la liquidità, da due semplici insegnanti.
È uno dei vari motivi per cui in Italia si va avanti ancora con tranquillità senza evidenziare il degrado come nelle città USA
La società signorile di massadi Luca Ricolfi

Vincitore del Premio Biella Letteratura e Industria 2020, sezione Giuria dei Lettori
Un libro rivoluzionario, che pone alcune domande essenziali: l’Italia è un caso unico o anticipa quanto accadrà su larga scala in Occidente? E, soprattutto, qual è il futuro di una società in cui molti consumano e pochi producono?
Come può una società signorile essere anche di massa? Con questa paradossale definizione, Luca Ricolfi introduce una nuova, forse definitiva, categoria interpretativa, che scardina le idee correnti sulla società in cui viviamo. Oggi, per la prima volta nella storia d’Italia, ricorrono insieme tre condizioni: il numero di cittadini che non lavorano ha superato ampiamente il numero di cittadini che lavorano; l’accesso ai consumi opulenti ha raggiunto una larga parte della popolazione; l’economia è entrata in stagnazione e la produttività è ferma da vent’anni. Questi tre fatti, forse sorprendenti ma documentabili dati alla mano, hanno aperto la strada all’affermazione di un tipo nuovo di organizzazione sociale, che si regge su tre pilastri: la ricchezza accumulata dai padri, la distruzione di scuola e università, un’infrastruttura di stampo para-schiavistico.)
 

Brunetta

Utente di lunga data
La società signorile di massadi Luca Ricolfi

Vincitore del Premio Biella Letteratura e Industria 2020, sezione Giuria dei Lettori
Un libro rivoluzionario, che pone alcune domande essenziali: l’Italia è un caso unico o anticipa quanto accadrà su larga scala in Occidente? E, soprattutto, qual è il futuro di una società in cui molti consumano e pochi producono?
Come può una società signorile essere anche di massa? Con questa paradossale definizione, Luca Ricolfi introduce una nuova, forse definitiva, categoria interpretativa, che scardina le idee correnti sulla società in cui viviamo. Oggi, per la prima volta nella storia d’Italia, ricorrono insieme tre condizioni: il numero di cittadini che non lavorano ha superato ampiamente il numero di cittadini che lavorano; l’accesso ai consumi opulenti ha raggiunto una larga parte della popolazione; l’economia è entrata in stagnazione e la produttività è ferma da vent’anni. Questi tre fatti, forse sorprendenti ma documentabili dati alla mano, hanno aperto la strada all’affermazione di un tipo nuovo di organizzazione sociale, che si regge su tre pilastri: la ricchezza accumulata dai padri, la distruzione di scuola e università, un’infrastruttura di stampo para-schiavistico.)
 

danny

Utente di lunga data
Veramente hai scritto che sono pochi quelli che vivono di reddito di lavoro
Adesso dici “come tanti”.
Ho messo le percentuali.
Siamo 60 milioni.
In ogni caso sono sempre tanti.
O pochi, a seconda di che riferimento si prende.
Milioni di persone hanno quindi eredità che li aiutano al di là del reddito da lavoro, milioni no.
 

danny

Utente di lunga data
Non ho letto tutto.
Diciamo che l'Italia è un po' un'anomalia nel mondo per la ricchezza immobiliare diffusa.
Ovvero sono tante le famiglie ad avere almeno una casa di proprietà.
E non poche ad averne due.
Questo costituisce la vera ricchezza della popolazione.
Purtroppo l'economia non può dirsi altrettanto vivace, almeno negli ultimi anni.
Crescita inferiore ad altri, stipendi bassi.
Sì stanno creando quindi differenze sociali semore più importanti.
Chi ha una casa di proprietà può permetterdo uno stipendio basso, chi ricorre all'affitto no.
Il che è un controsenso.
Resta il fatto che avere una ricchezza immobiliare così diffusa aumenta la passività della popolazione, anche a livello politico.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non ho letto tutto.
Diciamo che l'Italia è un po' un'anomalia nel mondo per la ricchezza immobiliare diffusa.
Ovvero sono tante le famiglie ad avere almeno una casa di proprietà.
E non poche ad averne due.
Questo costituisce la vera ricchezza della popolazione.
Purtroppo l'economia non può dirsi altrettanto vivace, almeno negli ultimi anni.
Crescita inferiore ad altri, stipendi bassi.
Sì stanno creando quindi differenze sociali semore più importanti.
Chi ha una casa di proprietà può permetterdo uno stipendio basso, chi ricorre all'affitto no.
Il che è un controsenso.
Resta il fatto che avere una ricchezza immobiliare così diffusa aumenta la passività della popolazione, anche a livello politico.
Ho letto che chi ci capisce di economia che è proprio quello il punto. I risparmi sono capitali immobilizzati negli immobili e non costituiscono base per l’economia produttiva.
 

danny

Utente di lunga data
Ho letto che chi ci capisce di economia che è proprio quello il punto. I risparmi sono capitali immobilizzati negli immobili e non costituiscono base per l’economia produttiva.
Sicuramente a livello teorico.
Però... Altrove quei capitali magari sono in mano ai Fondi. Enormi, giganteschi, con più capitali di uno stato.
Non so cosa sia peggio.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sicuramente a livello teorico.
Però... Altrove quei capitali magari sono in mano ai Fondi. Enormi, giganteschi, con più capitali di uno stato.
Non so cosa sia peggio.
Il problema è che da noi i soldi non girano. Restano… immobili.
 
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