Non parlavo infatti di "dignità ", io, ma più che altro di ragionevolezza.

Di far le cose con un po' di testa, tutto qui

Francamente, nel caso di Etta, non era e non è per me ragionevole farlo nelle docce con una bambina (sua figlia) a 5 metri di distanza. Ma non lo è altrettanto ospitare clandestinamente un uomo, in una comoda stanza, mentre la figlia si potrebbe svegliare da un momento all'altro. Io comunque non mi sento di "rubare" nessuno: le persone non sono "oggetti ", nel bene o nel male. Io sono clandestina nell'interesse DI LUI (è lui che non si vuole fare sgamare), non nel mio

. È qui che sta la differenza

. Non rubo e mi nascondo, o nascondo l'oggetto. Ripeto: non mi comporto certamente bene nel favorire un comportamento sbagliato, non sono certo io, però, che sottraggo la fedeltà a un altro rapporto, non so come dire. La fedeltà è già bella che andata nel momento in cui uno pensa di tradire è si pone nelle condizioni materiali di farlo. Certo: se non ci fosse nessuno disponibile, il tutto resterebbe sulla carta. Ma la mia responsabilità si ferma al fatto che sono una donna single a cui piace un uomo impegnato, e che davanti alla reciprocità del piacere non lo ha rifiutato per "impedimento altrui"

. Se sentissi che tutto questo mi costringesse, che ne so, a soffrire perché lui non la lascia, a lacerarmi nel tentativo di "soffiarglielo" (Come se fosse una cosa non pensante), a rodermi nel tentativo di farlo innamorare di me, a sentirmi sminuita per il fatto che lei esiste ed è con lei che ha un progetto, allora sarebbe molto facile davvero fare cose e vivere situazioni al ribasso della mia dignità. Che, poi, sentimentalmente parlando, anche per il futuro, preferirei una situazione con un uomo libero, per gli evidenti limiti di questa relazione (di sicuro doversi nascondere di riflesso non è il massimo, così come non lo è certamente sapere che se finisco in ospedale non faccio conto SICURAMENTE su di lui nemmeno per un pigiama) non è in discussione. Ma è come dire che so benissimo di non avere un compagno, semplicemente frequento una persona con cui sto bene, quando possibile
Per la cronaca: in questi giorni, il pigiama, sono andata io a portarlo a un amico

, e (casino nel casino

) adesso di bimbi da curare ne ho due

. Sono peraltro sicura che lui farebbe la stessa cosa per me, altrettanto non dico del mio amante, e sono piuttosto convinta che la consapevolezza di questo (non piccolo) particolare sia abbastanza utile per capire non solo i limiti della nostra relazione, ma anche per non fare un domani cose che mi mettano in condizione di considerarlo altro da quello che è: una persona con cui ho una relazione piacevole, ma da confinare nelle ristrettezze del suo tempo non ufficiale, per così dire, con la conseguenza che NEI FATTI il voler bene all'altro è ben più limitato anche solo rispetto a una buona amicizia

. Non significa che non gli voglia bene: significa che nelle mie priorità c'è altro

. Per tornare a monte del discorso (caso di Etta, ma anche di altri, eh, non solo qui dentro): è più una questione di ragionevolezza, ribadisco, di non farmi prendere dalla foia a discapito di mio figlio a 5 metri da me, ma non nego che se presentassi a mio figlio il mio amante come una sorta di nuovo compagno, o glielo lasciassi intendere, o ancora non avessi in chiaro quel che conta davvero nella vita per me (ribadisco: sempre in una scala di priorità: che non vuol dire che lui non conti niente per me), beh: voilà che facilmente mi sentirei ridicola, e pertanto papabile candidata al perdere di dignità ai miei occhi