Andar dal marito e parlarne apertamente significa aver prima parlato apertamente con se stessi.
E non soltanto, significa aver fondato una relazione in cui parlare apertamente esponendosi davvero nudi, comprensivi di tabù e vergogne, sia la norma. E non lo straordinario che deriva da eventi esterni.
NOn è possibile che dopo 10, 15 anni o anche meno, di relazione in cui ho mostrato la "crosta" di me, si passi a parlare come se la crosta non fosse mai esistita.
E' più probabile che la crosta, anche nella mia percezione, divenga sostanza.
Incontro quello...e bam!! farfalle nelle stomaco (adrenalina in buona sostanza).
Lo amo, la amo, uuuhhhudiu che robbe!
L'altro manco ne sa nulla, è tutto in me.
L'adrenalina non deriva dall'altro, ma dall'arrischiare un qualcosa che nella mia vita non c'è...il rischio dell'espormi.
Banalmente, prenderlo in culo come se non ci fosse domani.
La trasgressione è un plus. Permessi aggiunti dalla situazione, potremmo dire.
Vale anche al maschile, sia chiaro.
Quanti maschi vanno in seria menata nel sovrapporre la troia con la propria moglie?
Mi spiego?
La monogamia o altre espressioni di relazione sono quel che sta fuori, la fine di un processo che avviene dentro.
Sono forme di espressione.
Non forme dell'essere.
Sono quei fare che tendenzialmente si desidera definiscano un essere (sono una brava persona, non tradisco).
Il problema sorge qunado l'essere e il fare cominciano a separarsi sempre di più.
E si apre la questione...reprimo? Mi lancio?
Chi? cosa? per chi? per cosa?
Onestamente, penso che per la gran parte i tradimenti derivino da un aver a lungo taciuto con se stessi, e di conseguenza all'altro, discorsi fondamentali. Cambiamenti di percezione. Cambiamenti di visione.