Gino Cecchetin

Brunetta

Utente di lunga data
Così averne di uomini così!
 

Brunetta

Utente di lunga data
Per avere più uomini così, considerato che è diventato così dopo che gli è accaduto quello che sappiamo (da sua moglie a sua figlia), come si fa?
Disgrazie possono accadere. Reagire in modo positivo è apprezzabile.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Io non so se sarei stato capace di andare in Tv così presto.
Sara‘ andato a gratis?
 

Marjanna

Utente di lunga data
Ho visto il video su YouTube. A volte lascio scorrere i video e ascolto tipo radio mentre faccio altro. Terminato il video ne sono seguiti altri di correlati, in linea con quello postato da @perplesso, una carellata di commenti-video carichi di astio e rabbia seguiti a questa apparazione televisiva, da improvvisati non si sa cosa, ma tutti con i loro seguaci commentatori.
Ogni parola espressa in trasmissione da Cecchettin è stata vivisezionata, commentata anche con letture psicologiche. Uno, non psicologo ma che si vende come guru a pagamento, ha detto che nelle sue parole ha espresso preferenza per la figlia Elena che, sempre secondo il guru, aveva espressioni strane al funerale, tipo ghigno, con un bel primo piano illuminato mentre urlava come non bastasse il microfono ben incollato al volto.
Io non ho idee precise su Cecchettin, non so che lavoro facesse e non sono andata a cercarmi suoi canali social, non so se sia manipolato nel suo dolore come hanno detto alcuni guru di YouTube, ma comunque se il suo intento era di alzare la polvere sulla questione dei femminicidi (termine che semplicemente indica la morte di donne in contesti familiari e/o relazionali) accetti anche di andare da un Fazio.
Per quanto riguarda la questione del patriarcato, visto che alla fine gira gira, pare sia proprio questa la miccia che ha fatto schizzare tanti in aria, non sarei molto categorica, di parte, anche se proprio vedere i culi che saltano a fronte della parola mi pone qualche dubbio.
Personalmente l’avevo interpretata in senso più ampio, non solo in relazione a Turetta, ma in tutte le persone (donne incluse) coinvolte nella vicenda e non solo in questa, un’abitudine ad un pensiero che normalizza sentire certe cose, e che quindi rende meno evidente il lato patologico, laddove presente, come purtroppo in questo caso. Levare il concetto di mostro serve a vedere, serve a richiamare attenzione nelle donne. Non vuol dire che tutti sono mostri.
Non so ad oggi, se esista un modo per arrivare alle persone, senza salire su una qualche forma di palco. E non so, se si perda una parte di intento originariamente "benevolo", salendo su un palco.
Quello che so è che noi donne, tutte, dobbiamo la libertà che abbiamo a quelle ridicole femministe che hanno lottato prima di noi, e a sentire certe espressioni a volte vien da chiedersi come abbiano fatto.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Cosa ne pensate della sua presenza da Fazio?
Non ho seguito la cosa....penso solo che ognuno reagisce al dolore a modo proprio... c'è chi si chiude in se stesso e chi in memoria di chi non c'è più cerca di trasformare il dolore in qualcosa di positivo...penso che quest' uomo stia cercando di fare la seconda...per la figlia persa e per non farsi inghiottire dalla disperazione...non riesco a capire come persone che per loro fortuna non hanno subito il calvario di perdere un figlio possano sentirsi legittimati nel giudicare chi invece ha dovuto affrontare tragedie nel loro percorso.
 

spleen

utente ?
Quello che so è che noi donne, tutte, dobbiamo la libertà che abbiamo a quelle ridicole femministe che hanno lottato prima di noi, e a sentire certe espressioni a volte vien da chiedersi come abbiano fatto.
Devi la tua libertà anche a quell'odioso patriarcato che ha prima deriso, poi valutato, infine accolto le istanze di quelle femministe che per prime si sono spinte a protestare.
La società aperta di cui tutti godiamo è il risultato del processo storico in occidente, in nessun altro posto al mondo, in nessun' altra cultura in nessun altro tempo tutto ciò sarebbe stato possibile.
Ma tutti lo dimenticano.
Come tutti dimenticano che è stata la nostra civiltà occidentale ad abolire la schiavitù, cosa che in nessuna altra epoca, in nessun altro posto, in nessuna altra civiltà è mai successa. E gli schiavi li avevano tutti, compresi gli africani ed i precolombiani.
Ma lo sport culturale del tempo è quello di darsi addosso, vergognarci di come siamo, di quello che abbiamo fatto in altri contesti storici, processando in modo ridicolo ed inopportuno la nostra storia, il nostro passato, sulla base di valori decontestualizzati, che sono invece un percorso, un risultato, una conquista collettiva e contemporanea, non un dato certo e scontato.
E così vedo una pletora di personaggi intenti a segare accuratamente il ramo su cui stanno comodamente seduti, come certe recenti manifestazioni violente contro la violenza, (una contraddizione di fatto) col rigurgito persino di forme di antisemitismo che pensavo sepolte nel passato, ma vabbè ormai la mia speranza nel genere umano in quanto capacità di progredire è ridotta al lumicino.

Per tornare a Cechettin, la sua visibilità sui media era certamente scontata. Non lo ho seguito nella trasmissione di quell'irritante sagrestano di Fazio, per me comunque è chiaro che è un uomo non da poco, che ha reagito con i buoni strumenti intellettuali ed umani alla tragedia che lo ha colpito.
Spero si renda conto che il tritacarne mediatico potrebbe, come già sta facendo rinfacciandogli faccende del passato, stritolarlo.
E che essere vittima di una terribile tragedia non lo metterà automaticamente sempre dalla parte della ragione.
 
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Nocciola

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Non mi piace
L’ho apprezzato i primi giorni ora non più
Prima ha smesso di convincermi la figlia or il padre
Lo vedo già candidato alle prossime elezioni
 

Marjanna

Utente di lunga data
Devi la tua libertà anche a quell'odioso patriarcato che ha prima deriso, poi valutato, infine accolto le istanze di quelle femministe che per prime si sono spinte a protestare.
La società aperta di cui tutti godiamo è il risultato del processo storico in occidente, in nessun altro posto al mondo, in nessun' altra cultura in nessun altro tempo tutto ciò sarebbe stato possibile.
Ma tutti lo dimenticano.
Come tutti dimenticano che è stata la nostra civiltà occidentale ad abolire la schiavitù, cosa che in nessuna altra epoca, in nessun altro posto, in nessuna altra civiltà è mai successa. E gli schiavi li avevano tutti, compresi gli africani ed i precolombiani.
Ma lo sport culturale del tempo è quello di darsi addosso, vergognarci di come siamo, di quello che abbiamo fatto in altri contesti storici, processando in modo ridicolo ed inopportuno la nostra storia, il nostro passato, sulla base di valori decontestualizzati, che sono invece un percorso, un risultato, una conquista collettiva e contemporanea, non un dato certo e scontato.
E così vedo una pletora di personaggi intenti a segare accuratamente il ramo su cui stanno comodamente seduti.

Per tornare a Cechettin, la sua visibilità sui media era certamente scontata. Non lo ho seguito nella trasmissione di quell'irritante sagrestano di Fazio, per me comunque è chiaro che è un uomo non da poco, che ha reagito con i buoni strumenti intellettuali ed umani alla tragedia che lo ha colpito.
Spero si renda conto che il tritacarne mediatico potrebbe, come già sta facendo rinfacciandogli faccende del passato, stritolarlo.
E che essere vittima di una terribile tragedia non lo metterà automaticamente sempre dalla parte della ragione.
Ho scritto "ridicole femministe" perchè so che certe parole vengono lette in modo estremo, tipo farsi parte come dovesse essere unica ed estrema.
So bene, che la nostra libertà, è parte di una storia ben più ampia, ma quando si parla di queste tematiche, femminicidi, purtroppo noto una certa tendenza a non volerle parlare, a cambiare parole e nel cambiare parole in qualche modo sgravare un accadimento. Non diciamo femminicidi, diciamo omicidi, vorrebbero alcuni.
Non era sport culturale, ho scritto come ho interpretato l’uso della parola patriarcato.

Sui Cecchettin credo sia già evidente come la presenza nei media, abbia levato la compassione, che sarebbe stata concessa a fronte del silenzio.
Come persone non ho idea di chi siano, percui personalmente non mi schiero da nessuna parte.
 

spleen

utente ?
Ho scritto "ridicole femministe" perchè so che certe parole vengono lette in modo estremo, tipo farsi parte come dovesse essere unica ed estrema.
So bene, che la nostra libertà, è parte di una storia ben più ampia, ma quando si parla di queste tematiche, femminicidi, purtroppo noto una certa tendenza a non volerle parlare, a cambiare parole e nel cambiare parole in qualche modo sgravare un accadimento. Non diciamo femminicidi, diciamo omicidi, vorrebbero alcuni.
Non era sport culturale, ho scritto come ho interpretato l’uso della parola patriarcato.

Sui Cecchettin credo sia già evidente come la presenza nei media, abbia levato la compassione, che sarebbe stata concessa a fronte del silenzio.
Come persone non ho idea di chi siano, percui personalmente non mi schiero da nessuna parte.
Io penso sia assolutamente importante riuscire a smontare le varie forme di violenza nella società e credo, come ho già detto in altre sedi, che sia importante riuscire in due cose:
La prima ad avere una sufficiente consapevolezza individuale, cosa che in definitiva non interessa a molti. Non interessa a quelli che vogliono relegare a marginale la violenza intra genere e non interessa nemmeno a quelli e quelle che scendono in piazza a devastare sedi di chi la pensa diversamente, incapaci di percepire e governare la rabbia che portano dentro di loro. La violenza, per contrastarla, bisogna prima individuarla dentro noi stessi.
La seconda è vedere la completezza della violenza nella società, sotto ogni forma, sotto ogni aspetto. A qualcuno potrà non piacere ma anche il Turetta di turno è portatore di diritti in quanto persona, in quanto tale.
Onestamente, quanti sono disposti ad ammetterlo e capirlo dopo quello che ha fatto?
Te lo dico io, nessuno o quasi e non sto mica dicendo che non debba pagare per quello che ha fatto.
Perchè tutti ci rifiutiamo, nella nostra pretesa di sentirci diversi, di riconoscere la nostra natura profonda di scimmie violente ed opportuniste. E questo sarebbe il primo passo, per aderire non alla verità, che è una faccenda di opinioni, ma alla realtà oggettiva di quello che siamo.
Temo che come contenitore culturale noi non si sia sufficienti, non si sia capaci di andare oltre alle contrapposizioni sterili, alla mera discussione e lotta per il potere e la prevaricazione sociale.
Perchè quello che ho visto sui medium, condito da una morbosa carica di vouyerismo, in definitiva si è ridotto a questo.
 

Angie17

Utente di lunga data
Hanno avuto sicuramente la forza di non starsene zitti, senza troppi piagnistei ne dichiarazioni piene di livore verso l'assassino, mantenendo così l'attenzione e alimentando l'allarme sociale.
Vedendolo da Fazio mi sono chiesta se non ci fosse un secondo fine , oltre a voler dare un senso a quello che è successo ed al proprio dolore.. però se i risultati son questi :
https://tg24.sky.it/cronaca/2023/12/12/braccialetto-elettronico-fidanzati-marsala

https://www.ansa.it/sito/notizie/cr...terà,Vigonovo", c riferimento al femminicidio
qualunque sia il motivo direi che forse vale la pena tentare.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Io penso sia assolutamente importante riuscire a smontare le varie forme di violenza nella società e credo, come ho già detto in altre sedi, che sia importante riuscire in due cose:
La prima ad avere una sufficiente consapevolezza individuale, cosa che in definitiva non interessa a molti. Non interessa a quelli che vogliono relegare a marginale la violenza intra genere e non interessa nemmeno a quelli e quelle che scendono in piazza a devastare sedi di chi la pensa diversamente, incapaci di percepire e governare la rabbia che portano dentro di loro. La violenza, per contrastarla, bisogna prima individuarla dentro noi stessi.
La seconda è vedere la completezza della violenza nella società, sotto ogni forma, sotto ogni aspetto. A qualcuno potrà non piacere ma anche il Turetta di turno è portatore di diritti in quanto persona, in quanto tale.
Onestamente, quanti sono disposti ad ammetterlo e capirlo dopo quello che ha fatto?
Te lo dico io, nessuno o quasi e non sto mica dicendo che non debba pagare per quello che ha fatto.
Perchè tutti ci rifiutiamo, nella nostra pretesa di sentirci diversi, di riconoscere la nostra natura profonda di scimmie violente ed opportuniste. E questo sarebbe il primo passo, per aderire non alla verità, che è una faccenda di opinioni, ma alla realtà oggettiva di quello che siamo.
Temo che come contenitore culturale noi non si sia sufficienti, non si sia capaci di andare oltre alle contrapposizioni sterili, alla mera discussione e lotta per il potere e la prevaricazione sociale.
Perchè quello che ho visto sui medium, condito da una morbosa carica di vouyerismo, in definitiva si è ridotto a questo.
Non ricordo esattamente i commenti che ho scritto in questo forum in merito alla vicenda, ma mi sono già espressa.
Spesso qui nel forum vengono aperti dei topic (tipo corna o non corna della Meloni o altro) di cui fuori da questo spazio virtuale praticamente non sento parlarne. Io perlopiù vedo persone prese dalle loro vicende, non gente ferma a far la chiacchera per capirci. Ma non è stato lo stesso per Giulia. Questo per dirti che avendone sentito parlare molto, non ricordo di preciso cosa abbia condiviso qui nel forum.
Io non ho idea del perchè sia arrivata a così tante persone, ma praticamente da subito, da quando avevano appena iniziato a girare le foto con sopra la scritta scomparsi, specialmente tra le donne, era come ci fosse una morsa, come sapessimo tutte che era morta. E probabilmente quel senso di morsa, quello sguardo interiore ineluttabile, ha smosso qualcosa. Presumo questa sia stata una parte che ha poi dato le basi di ascolto a tutto quello che è seguito. Poi sul come è seguito, sai bene come è andata, con le solite piazzate televisive, gli assalti dei giornalisti e di chi ci ha visto una qualche forma di profitto.

Far passare lo stesso padre di Giulia, da "santo" a un cattivone che va in cerca del denaro, è indice della dicotomia a cui fai riferimento.
Il guardarci per la specie che siamo, credo sia qualcosa di molto complesso, specialmente per come viene vista la parte "cattiva", ma anche quella "buona". Non sono totalmente convinta che sia un rifiuto, ma che sia una conseguenza dell’esilio che ci siamo imposti come specie dominante del pianeta. A me è capitato dopo aver osservato animali selvatici, vedendo come si relazionavano tra loro, come si spostavano, come condividevano gli stessi spazi (e non serve andare in Africa ;)), se proprio volessimo parlare di bene e male, sono talmente mischiati un secondo dopo l’altro, che si annullano.
Però, senza negare la costruzione della nostra giungla urbana, come società sai bene che se si creano dei movimenti di pensiero, potrebbero portare a dei cambiamenti, a livello sociale. E in qualche modo questa nuova era ne ha l’opportunità.
Come ho scritto non ho assolutamente idea delle intenzioni di questi familiari della ragazza uccisa, ma se il loro è un modo, di portare una croce in cima ad un monte, non mi stupisco non si fermino.
 

danny

Utente di lunga data
La sovraesposizione mediatica è qualcosa che aborro.
Lo stanno triturando e usando per motivi politici ed economici ed è entrato ormai, come avevo previsto, nell'immenso merdaio della tragedia/spettacolo, da cui ne potrà uscire solo malissimo.
Mi rifiuto di seguire questa cosa.
 

spleen

utente ?
Però, senza negare la costruzione della nostra giungla urbana, come società sai bene che se si creano dei movimenti di pensiero, potrebbero portare a dei cambiamenti, a livello sociale. E in qualche modo questa nuova era ne ha l’opportunità.
Come ho scritto non ho assolutamente idea delle intenzioni di questi familiari della ragazza uccisa, ma se il loro è un modo, di portare una croce in cima ad un monte, non mi stupisco non si fermino.
Lo spero Marjanna, spero sempre che ci sia sufficiente maturità per progredire socialmente, anche se l'unica cosa che percepisco è il cambiamento e lo sviluppo che non è un sinonimo di progresso come io lo intendo. (Per parafrasare cio che disse Pierpaolo Pasolini).

Giusto per capirsi:
 
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