Questa è una mozione d'ordine sulle definizioni di "gattamorta" che sono state proposte. Non ce l'ho fatta a trattenermi, non si possono sentire certe cose, essendo stato una volta "preda" (in senso gentile) di una femmina tipicamente così qualificabile. Ne ho un ricordo bello, tutto sommato, ma il suo comportamento rientrava in quella tipologia.
L'uso traslato del termine (mutuato da comportamenti animali) non indica affatto un individuo che utilizza forme di apparente seduzione o fascinazione in modo sistematico per gratificazione personale, compreso l'ottenimento di vantaggi. Probabilmente individua una "profumiera", da quello che si legge nel forum.
Infatti, il comportamento esterno tipico (dimesso e disinteressato) è, per certi versi, di segno contrario a quello ipotizzato nelle definizioni proposte (avente connotati di esibizionismo-narcisismo).
Sul WEB si trovano definizioni varie, tipo:
Gatta morta è un'espressione che si riferisce a una persona che, con un comportamento apparentemente innocuo ed inoffensivo, subdolamente cerca di raggiungere i propri scopi ed interessi personali.
L'origine dell'espressione viene rinvenuta in una fiaba di Esopo (scrittore greco-antico, vissuto a cavallo del VI sec. A.C.), dove si racconta di un gatto che si finge morto per spingere i topi della casa a uscire allo scoperto e mangiarseli.
Quella tecnica, viene fatto notare dagli zoologi, non è normalmente tipica dei gatti, semmai di altri felini che si posizionano sottovento rispetto alle possibili prede e rimangono immobili, cercando di mimetizzarsi e non venire individuati. Quindi, abilità di mimetizzazione e capacità di scatto bruciante per raggiungere la preda quando si avvicina alla distanza giusta.
In conclusione, "fare la gattamorta" significa mostrarsi inoffensivi, prestare attenzione agli altri individuando i loro momenti di debolezza, fino a relazionarsi con loro in modo accogliente, spingendoli ad abbassare le proprie difese per approfittarne al momento opportuno.