Non uccidere

Brunetta

Utente di lunga data
Mi tocca chiamare in causa il mio ex amante, anche se mi fa schifo. Anche lui carabiniere, non credere chissà quale grado avesse, era uno dei più alti tra i più bassi. Non era comandante di stazione, stava in una stazione neanche tanto blasonata. Faceva le pulci alla figlia, perché a suo dire frequentava sbandatelli del posto. Grazie a conoscenze e soffiate, veniva comunque a sapere sempre qualcosa. Figurati se un comandante di stazione come il padre di questo fenomeno non aveva saputo niente. E quindi secondo te a quel punto che ha fatto? Non avrà pensato di tirare a campare, poi se succede qualcosa Dio prega?
Questo, come fanno altri anche se sono impiegati di banca, non fanno i genitori.
Qui discutiamo di fedeltà, perché è il tema del forum, è arrivano sempre nuovi traditi e nuovi traditori e quindi si discute del senso della fedeltà e anche dei “doveri” all’interno della relazione.
Ma esistono del “doveri“ come genitori.
Di fedeltà e di amore se ne parla fin da ragazzini, di come devono essere i genitori invece se ne parla solo da figli, prevalentemente per criticare i propri e i limiti che pongono, della mancanza di accettazione e riconoscimento che ci danno ecc
Quando poi si diventa genitori si va un po’ a caso.
Un neonato è stancante, ma non richiede che accudimento, anche se a volte si è insofferenti perfino all’accudimento che è dovuto anche a un gatto.
Poi man mano che cresce ha dei bisogni sempre diversi e non basta cercare di evitare gli “errori“ che si crede di aver subìto da figli.
Essere genitori comporta, come nella coppia, un impeto spontaneo di amore, ma così come nella coppia poi ci vuole impegno per farla funzionare, per essere genitori sufficientemente buoni, bisogna impegnarsi.
Bisogna impegnarsi soprattutto nei periodi storici di cambiamento (esattamente come nella coppia) quando non è più valido “si è sempre fatto così“.
Si dovrebbe studiare, leggere e confrontarsi. Prima di sposarsi si parla e chi lo fa in chiesa fa pure un corso. La Chiesa ha una tradizione e una capacità di innovazione che ha portato ai corsi, che non ci sono sempre stati, ma sono stati introdotti quando ha visto che “si è sempre fatto così “ non funzionava.
Quando ho avuto mia figlia, fin dalla gravidanza, ho comprato molti libri e ho cercato di ricavare i principi a cui fare riferimento, nonostante una formazione scolastica che comprendeva psicologia e pedagogia.
Quando ho cominciato a parlare con le altre mamme,mi sono resa conto che non avevano letto nulla. Si muovevano secondo il buon senso e il “si è sempre fatto così “ e il “chiedo a mia mamma“.
E i padri? Peggio del peggio, non solo non leggevano, ma non chiedevano a nessuno. Ci avrebbe pensato la madre (per natura sa? 😳) e poi quando sarebbe stato necessario una urlata o uno sberlone per fare capire al nuovo arrivato che “non avrebbe dovuto rompere“.
Per cui quando i figli si avvicinano alla adolescenza e poi sono adolescenti le madri, ma soprattutto i padri spariscono. Diventano quelli convinti che basti l’esempio. “Lo vede che mi alzo tutte le mattine e vado a lavorare! Siamo sempre state persone oneste che lavorano.”
Chiuso qui.
Ma i figli sono come i cavalli che ingrassano (i figli crescono bene) solo sotto l’occhio del padrone (il padre).
La madre, soprattutto in adolescenza, è vista come quella che li trattiene nell’ infanzia. “Mamma, non mi accompagnare a scuola! Non baciarmi davanti agli amic!”
Qui ci vorrebbe il padre che li vede e che li riconosce come persone, ma anche come ancora bisognosi di guida.
Chi poi ha comportamenti devianti non è stato visto, soprattutto dal padre. A volte non è visto da nessuno dei due, troppo impegnati a vivere una seconda adolescenza, finalmente liberi dall’accudimento, liberi di avere amanti e divertirsi.
 

Brunetta

Utente di lunga data
secondo me si sono fidati del "senso di responsabilità" dei figli, hanno creduto che non si sarebbero mai spinti oltre.
Li hanno voluti vedere già adulti, per scaricarsi dalla responsabilità genitoriale.
Io li ho sentiti i genitori, incapaci di dire no, definire il comportamento confuso di bambini di 8 o 10 anni preadolescenza.
Questo vuol dire volerli vedere già grandi e fuori dalla loro responsabilità.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Anni fa...
Li ...
C era "l accordo" che i detenuti responsabili di reati contro minori o su donne...venissero casualmente lasciati per un po' di tempo con i detenuti normali...
Ma proprio casualmente...e casualmente venivano... gentilmente malmenati...
L ho trovato un ottimo accordo...molto ufficioso...
Lo troveresti un ottimo accordo anche se il detenuto fosse tuo figlio?
 

Brunetta

Utente di lunga data

Pincopallino

Utente di lunga data
Ovviamente no.
Ma si esclude sempre che possa succedere al proprio figlio.
Però io penso che “erano tutti miei figli.”


Non lo chiedevo a te ma a chi definiva l’ottimo accordo.
Perche un accordo dovrebbe essere ottimo sempre, non dovrebbe diventare pessimo quando va a scapito di noi stessi.
Due pesi e due misure?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non lo chiedevo a te ma a chi definiva l’ottimo accordo.
Perche un accordo dovrebbe essere ottimo sempre, non dovrebbe diventare pessimo quando va a scapito di noi stessi.
Due pesi e due misure?
Certamente. Infatti la difficoltà nella stesura delle leggi, ma anche semplici regole all’interno di un ambito lavorativo, è considerare tutte le possibili variabili.
Io rafforzavo la tua affermazione.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Cazz se ho messo al mondo un mostro si se lo meriterebbe...
Ma anche senza arrivare a Turetta che era evidentemente squilibrato per tutti, a parte i genitori.
Io invece ho provato rabbia e so che solo se c’è un forte autocontrollo che non si colpisce.
Tu escludi che, se aggredito, un normale ragazzo non possa reagire con violenza e magari finire per ammazzarne un altro, perché cade male?
 

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
Eh…a parlare si fa facile.
Immagina i genitori di Filippo Turetta, come possono stare.
Certo
Ma intanto loro il figlio lo hanno li...
Il papà di Giulia no...
Perdere un figlio è il dolore peggiore per un genitore.
Sicuramente stanno soffrendo anche loro perché ormai il figlio lo hanno cmq mezzo perso...
 

Brunetta

Utente di lunga data
Certo
Ma intanto loro il figlio lo hanno li...
Il papà di Giulia no...
Perdere un figlio è il dolore peggiore per un genitore.
Sicuramente stanno soffrendo anche loro perché ormai il figlio lo hanno cmq mezzo perso...
Il discorso non era “cosa è peggio?”
Il discorso era che a freddo non si può auspicare botte o peggio per chi pure ha ucciso, perché potrebbe succedere anche ai nostri figli. E questo dovrebbe creare una umana empatia che dovrebbe farci auspicare un trattamento umano anche per i colpevoli, non solo le vittime.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Certo
Ma intanto loro il figlio lo hanno li...
Il papà di Giulia no...
Perdere un figlio è il dolore peggiore per un genitore.
Sicuramente stanno soffrendo anche loro perché ormai il figlio lo hanno cmq mezzo perso...
Il papà di Giulia sta facendo soldi a palate Sulla morte della figlia.
I genitori di Filippo no ed in più hanno la consapevolezza di avere messo al mondo un assassino.
Il primo può solo crescere, i secondi possono solo soffrire.
Non so da genitore chi è messo meglio.
Tornando a noi, manderesti tuo figlio insieme ad altri detenuti qualora fosse condannato per avere stuprato una bambina?
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Ma anche senza arrivare a Turetta che era evidentemente squilibrato per tutti, a parte i genitori.
Io invece ho provato rabbia e so che solo se c’è un forte autocontrollo che non si colpisce.
Tu escludi che, se aggredito, un normale ragazzo non possa reagire con violenza e magari finire per ammazzarne un altro, perché cade male?
Non lo escludo, ma la reazione ad una aggressione è un conto e come tale, almeno in Italia viene punita.
Diverso è organizzare, rapire, torturare, uccidere.
 

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
Il papà di Giulia sta facendo soldi a palate Sulla morte della figlia.
I genitori di Filippo no ed in più hanno la consapevolezza di avere messo al mondo un assassino.
Il primo può solo crescere, i secondi possono solo soffrire.
Non so da genitore chi è messo meglio.
Tornando a noi, manderesti tuo figlio insieme ad altri detenuti qualora fosse condannato per avere stuprato una bambina?
Cazzo ...spero non lo faccia mai
Se dovesse succedere ci penseremo..
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non lo escludo, ma la reazione ad una aggressione è un conto e come tale, almeno in Italia viene punita.
Diverso è organizzare, rapire, torturare, uccidere.
Certo.
Ma da genitore si riesce a immaginare solo la conseguenza di una aggressività “giustificata“. Ma anche quella dovrebbe portare a chiedere tutela per chi è in carcere.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Certo.
Ma da genitore si riesce a immaginare solo la conseguenza di una aggressività “giustificata“. Ma anche quella dovrebbe portare a chiedere tutela per chi è in carcere.
Sulla tutela concordo.
Cio‘ su cui invece non transigo sono i diritti dei carcerati.
Tipo il diritto allo studio ad esempio.
Abbiamo conoscenza di detenuti laureatisi in carcere.
Questa non è tutela.
Questa è garantismo e buonismo.
In carcere ci stai perché sei in punizione anche se scrive rieducazione.
E quindi ti si permette di studiare a gratis?
Non mi risulta che per chi non sta in carcere lo studio sia a gratis.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sulla tutela concordo.
Cio‘ su cui invece non transigo sono i diritti dei carcerati.
Tipo il diritto allo studio ad esempio.
Abbiamo conoscenza di detenuti laureatisi in carcere.
Questa non è tutela.
Questa è garantismo e buonismo.
In carcere ci stai perché sei in punizione anche se scrive rieducazione.
E quindi ti si permette di studiare a gratis?
Non mi risulta che per chi non sta in carcere lo studio sia a gratis.
Il carcere è il mezzo per tutelare la società e anche punire, ma non vengono tolti tutti i diritti.
Chi è in carcere può lavorare e può usare i suoi soldi anche per lo studio.
Poi studiare da quando costa tantissimo?
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Il carcere è il mezzo per tutelare la società e anche punire, ma non vengono tolti tutti i diritti.
Chi è in carcere può lavorare e può usare i suoi soldi anche per lo studio.
Poi studiare da quando costa tantissimo?
Non è questione di tanto o poco.
E’ una questione di principio.
Tutelare la vita di un carcerato, non significa garantirgli gli stessi diritti che aveva prima di diventarlo, ma dei quali non ha usufruito per mancanza di tempo, essendo impegnato a delinquere.
 
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