Turpiloquio a letto

hammer

Utente di lunga data
In tutte le relazioni sarebbe consigliabile che i bisogni siano complementari e che si siano anche speculari.
E già così, basta leggere il forum, i rischi sono elevatissimi.

In alcune relazioni è oltremodo necessario che lo siano.

MA il punto è come non scadere nell'abuso e nella vessazione.
E anche questo punto riguarda tutte le relazioni.
In alcune ben più che in altre per la specificità della sostanza che ci si gioca.

Tu non pensi?
Certamente.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
La capisci bene, invece.
Il movimento dei corpi è lo strumento di comunicazione. Sono le parole che raccontano, che sentono il bisogno di uscire piano, leggere, forti, assordanti.
La danza dei corpi è ascolto dei respiri, della musica, del ritmo, del battito, dello spazio, delle emozioni fuori e dentro.
Quando ho visto la prima volta quel video, per caso vagando, mi stavo arrovellando su una cosa che mi aveva detto una Persona chiacchierando.
Mi aveva detto "due Uno che diventano Uno".
Non riuscivo a rappresentarmi cosa volesse significarmi, ma sapevo che se mi aveva dato quel sassolino era certamente qualcosa di molto importante.
Mi sono imbattuta nel video e l'ho visto :)
Ci ho visto il percorso per arrivare lì, la disciplina, la costanza, la concentrazione, la quotidianità dell'allenamento, la Cura ognuno di se stesso per poterla offrire all'altro nella tensione ad un fine comune e ho visto il fine divenire mezzo e motivazione.

Il grassetto per me è un raggiungimento, confortante!
Non avrei saputo descriverlo in quelle poche parole. Grazie 😘
 

hammer

Utente di lunga data
Come per qualunque relazione ritengo sia fondamentale fondarla sul consenso reciproco, una buona comunicazione, rispetto dei limiti e un controllo continuo del benessere psico-fisico di entrambe le parti.
Credo sia proprio il minimo.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Come per qualunque relazione ritengo sia fondamentale fondarla sul consenso reciproco, una buona comunicazione, rispetto dei limiti e un controllo continuo del benessere psico-fisico di entrambe le parti.
Credo sia proprio il minimo.
SSC :)
E concordo sia il minimo, anche se non la vedo pratica diffusissima.

Ma resta il tema: quale è la sostanza, preesistente in qualunque relazione peraltro (con le conseguenze a volte anche devastanti che comporta inconsapevolezza e/o negazione della sua presenza), che è funzionale alla perversione di vessazione e abuso?

Dove pervertire è inteso nel suo significato etimologico e creando quindi un paradosso. :)

Se pensi che pervertire, banalizzando l'etimo, significa volgere in senso peggiorativo, pervertire vessazione e abuso significa volgerli al meglio.
Se pervertire è guastare il bene volgendolo al male, e al posto di bene ci metti il male, guastare il male è volgerlo al bene.
 

hammer

Utente di lunga data
SSC :)
E concordo sia il minimo, anche se non la vedo pratica diffusissima.

Ma resta il tema: quale è la sostanza, preesistente in qualunque relazione peraltro (con le conseguenze a volte anche devastanti che comporta inconsapevolezza e/o negazione della sua presenza), che è funzionale alla perversione di vessazione e abuso?

Dove pervertire è inteso nel suo significato etimologico e creando quindi un paradosso. :)

Se pensi che pervertire, banalizzando l'etimo, significa volgere in senso peggiorativo, pervertire vessazione e abuso significa volgerli al meglio.
Se pervertire è guastare il bene volgendolo al male, e al posto di bene ci metti il male, guastare il male è volgerlo al bene.

Descrivi un paradosso interessante.
La sostanza credo possa essere interpretata come il "potere" tipico di ogni relazione.
Se la perversione è normalmente intesa come un annullamento del bene per trasformarlo in male,
il paradosso qui suggerito è che, applicando la stessa logica al contrario,
deteriorare il male potrebbe portare a un risultato positivo.
Sbaglio?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Descrivi un paradosso interessante.
La sostanza credo possa essere interpretata come il "potere" tipico di ogni relazione.
Se la perversione è normalmente intesa come un annullamento del bene per trasformarlo in male,
il paradosso qui suggerito è che, applicando la stessa logica al contrario,
deteriorare il male potrebbe portare a un risultato positivo.
Sbaglio?
Se togliamo annullamento e lasciamo trasformazione, come da etimo, no, non sbagli.

È inevitabile, ad un certo punto, confrontarsi con i paradossi.

In fondo siamo partiti dal masochismo, ossia da un paradosso " mi piace ciò che non mi piace" "trovo piacere in ciò che mi procura dolore".
E se dal punto di vista chimico è piuttosto facile spiegarlo: tot pacche sul culo date ad un certo ritmo e con una certa intensità provocano un dolore tale da portare il corpo a produrre endorfine e quindi sperimentiamo piacere.
È un qualcosa che tutti quelli che si sono fatti seriamente male hanno sperimentato, che chi fa sport ad un certo livello sperimenta etc etc.
La parte interessante è quella psichica ed emotiva. Perchè è su quella che si poi si costruisce una interazione con l'altro, no?

Altrimenti chiunque andrebbe bene sia per scopare vanilla sia per farsi prendere a pacche sul culo fino a superare una determinata soglia.

Il paradosso è ovviamente basato sulla nostra cultura dicotomica bene vs male, per intenderci.
In altre culture funzionerebbe in modo diverso.

E non è un risultato (positivo o negativo poco conta) a cui faccio riferimento. Faccio riferimento al piano emotivo.
Che banalmente si può tradurre in "come posso trasformare, nel suo significato anche simbolico, uno schiaffo in una carezza?"

Il potere è una sostanza volatile, pervasiva e silente.
Ci compone.
Il potere sui nostri bisogni, che significa la loro affermazione nel mondo e da cui discende l'espressione e la realizzazione di sè.

E noi stavamo parlando di una situazione in cui il non avere potere è fonte (e restituzione) di piacere, Cura, complementarità, potere in buona sostanza.
Partendo dal presupposto che la tensione è a due Uno che diventano Uno, come nel video.

Ma, senza cadere nell'abuso. Quindi senza cadere nell'utilizzo della forza, della vessazione. Nella tossicità di una relazione.

Nel video, quello che accade fluidamente è lo scambio, la cessione del potere, in un passo a due armonico collocato nello spazio, nel tempo...come diceva @Vera in una danza dei corpi che è ascolto dei respiri, della musica, del ritmo, del battito, dello spazio, delle emozioni fuori e dentro.

E la domanda a questo punto diventa "come faccio a cedere , offrire, qualcosa che non ho?" "come faccio a ricevere qualcosa per cui non ho spazio e che non conosco in me?"
 
Ultima modifica:

hammer

Utente di lunga data
Se togliamo annullamento e lasciamo trasformazione, come da etimo, no, non sbagli.

È inevitabile, ad un certo punto, confrontarsi con i paradossi.

In fondo siamo partiti dal masochismo, ossia da un paradosso " mi piace ciò che non mi piace" "trovo piacere in ciò che mi procura dolore".
E se dal punto di vista chimico è piuttosto facile spiegarlo: tot pacche sul culo date ad un certo ritmo e con una certa intensità provocano un dolore tale da portare il corpo a produrre endorfine e quindi sperimentiamo piacere.
È un qualcosa che tutti quelli che si sono fatti seriamente male hanno sperimentato, che chi fa sport ad un certo livello sperimenta etc etc.
La parte interessante è quella psichica ed emotiva. Perchè è su quella che si poi si costruisce una interazione con l'altro, no?

Altrimenti chiunque andrebbe bene sia per scopare vanilla sia per farsi prendere a pacche sul culo fino a superare una determinata soglia.

Il paradosso è ovviamente basato sulla nostra cultura dicotomica bene vs male, per intenderci.
In altre culture funzionerebbe in modo diverso.

E non è un risultato (positivo o negativo poco conta) a cui faccio riferimento. Faccio riferimento al piano emotivo.
Che banalmente si può tradurre in "come posso trasformare, nel suo significato anche simbolico, uno schiaffo in una carezza?"

Il potere è una sostanza volatile, pervasiva e silente.
Ci compone.
Il potere sui nostri bisogni, che significa la loro affermazione nel mondo e da cui discende l'espressione e la realizzazione di sè.

E noi stavamo parlando di una situazione in cui il non avere potere è fonte (e restituzione) di piacere, Cura, complementarità, potere in buona sostanza.
Partendo dal presupposto che la tensione è a due Uno che diventano Uno, come nel video.

Ma, senza cadere nell'abuso. Quindi senza cadere nell'utilizzo della forza, della vessazione. Nella tossicità di una relazione.

Nel video, quello che accade fluidamente è lo scambio, la cessione del potere, in un passo a due armonico collocato nello spazio, nel tempo...come diceva @Vera in una danza dei corpi che è ascolto dei respiri, della musica, del ritmo, del battito, dello spazio, delle emozioni fuori e dentro.

E la domanda a questo punto diventa "come faccio a cedere , offrire, qualcosa che non ho?" "come faccio a ricevere qualcosa per cui non ho spazio e che non conosco in me?"
Per cedere qualcosa in una relazione, occorre prima essere consapevoli di ciò che possediamo, come, ad esempio, i nostri limiti e desideri.
L'autenticità e la sincerità sono sempre fondamentali: se non hai qualcosa da offrire, è importante riconoscerlo e comunicarlo al partner.
Spesso, credo, la relazione stessa può essere un viaggio di scoperta, dove magari impari cosa hai da offrire mentre ne esplori la dinamica.

Per ricevere qualcosa di nuovo in una relazione di qualunque tipo credo sia necessario creare spazio interiore, affrontando eventuali blocchi e resistenze psicologiche.
In questo caso la crescita personale ritengo sia fondamentale per sviluppare la capacità di accogliere ciò che ci viene offerto.
Ritengo, inoltre e come sempre, che l'apertura e la fiducia, sia verso se stessi che verso l'altro, siano sempre essenziali per ricevere e integrare nuove esperienze.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Non conosco profondamente questo mondo, ma credo di comprendere cosa intendi quando scrivi: "è ciò che sei, non ciò che fai."

Ho sempre pensato, per quanto riguarda la sfera sessuale, che le donne fossero in qualche modo inclini al masochismo, seppur in misura diversa: alcune più, altre meno. Ritenevo che questa tendenza fosse legata al genere femminile stesso. Mi riferisco, ad esempio, a situazioni di sottomissione durante l'atto sessuale, come il bloccare le mani sopra la testa o dietro la schiena, o esercitare una leggera pressione sul collo, gesti di questo tipo. Tuttavia, una volta concluso l'atto, le donne tornavano ad essere esattamente come prima, senza alcuna traccia di sottomissione.

Quando scrivi: "è ciò che sei, non ciò che fai," ti riferisci quindi a una condizione di sottomissione permanente, che nasce da un impulso innato e radicato in profondità?

Per cedere qualcosa in una relazione, occorre prima essere consapevoli di ciò che possediamo, come, ad esempio, i nostri limiti e desideri.
L'autenticità e la sincerità sono sempre fondamentali: se non hai qualcosa da offrire, è importante riconoscerlo e comunicarlo al partner.
Spesso, credo, la relazione stessa può essere un viaggio di scoperta, dove magari impari cosa hai da offrire mentre ne esplori la dinamica.

Per ricevere qualcosa di nuovo in una relazione di qualunque tipo credo sia necessario creare spazio interiore, affrontando eventuali blocchi e resistenze psicologiche.
In questo caso la crescita personale ritengo sia fondamentale per sviluppare la capacità di accogliere ciò che ci viene offerto.
Ritengo, inoltre e come sempre, che l'apertura e la fiducia, sia verso se stessi che verso l'altro, siano sempre essenziali per ricevere e integrare nuove esperienze.
Concordo e mi piace la sottolineatura su autenticità e sincerità, che io colloco primariamente in relazione a se stessi e solo in conseguenza a questo con l'altro. Come mi piace molto la metafora della relazione come viaggio condiviso e in reciproca offerta.
Sui limiti si potrebbero scrivere migliaia di parole, e ancora non sarebbero abbastanza. Anche solo considerando la differenza fra limiti oggettivi e limiti soggettivi e le loro interazioni.

Adesso è chiaro perchè mi ha fatta ridere il tuo primo post? :)

A partire dalla "condizione" di sottomissione che funziona on off, come un interruttore , per arrivare a "le donne tornavano ad essere esattamente come prima, senza alcuna traccia di sottomissione".

Bloccare le mani sopra la testa o dietro la schiena, esercitare una leggera pressione sul collo...onestamente, prese a sè, non ci vedo nulla che richiami anche lontanamente una qualunque forma di sottomissione e Dominanza, men che meno di masochismo.
È passione, foia del momento, l'eros resta comunque un teatro in cui giocano, consapevolmente o inconsapevolmente, Eros e Thanatos e una certa dose di fisiologica aggressività (nel significato etimologico di "avvicinarsi").

Non ho dati a mio sostegno, ma dalla mia semplice esperienza con un paniere statistico abbastanza significativo, non mi addentrerei nel dire che il masochismo sia una prerogativa prettamente femminile.
Anzi, nella mia esperienza, se non è il contrario i due generi se la giocano in parità :D.
Ma questa è solo esperienza personale e rappresenta evidentemente me.

E sempre nella mia esperienza, in termini di sottomissione i maschi se la giocano con un certo vantaggio
Basti pensare alla forma di dominazione dal basso. (su questo ho invece qualche dato in più non personale, ma non abbastanza per farne statistica seria...anche se mi piacerebbe provarci un giorno o l'altro farne statistica).
Se io (generico) ti (generico) chiedo di dominarmi legandomi e tu (generico) lo fai, per esempio, chi sta dominando chi? :sneaky:

Credo sia diffuso il pensiero secondo cui la sottomissione e la Dominanza riguardino la delega nella migliore delle ipotesi e poi la vessazione e l'abuso e la violenza.
Ma quello nulla ha a che vedere con dinamiche che hanno come requisito di base la consapevolezza, il Consenso, l'autenticità e la sincerità, la scoperta.
E tutto, invece, hanno a che vedere con relazioni disfunzionali e tossiche e con la paura.
Che non dipendono certo dalla tipologia di dinamica che si mette in scena ma dagli individui che sono in relazione.

Alla luce di tutto questo (che è un minimo spiraglio sulla complessità), è più chiaro quello che si diceva con @Arcistufo riguardo alla noia sessionale?


Grazie per il confronto :)
 
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hammer

Utente di lunga data
Concordo e mi piace la sottolineatura su autenticità e sincerità, che io colloco primariamente in relazione a se stessi e solo in conseguenza a questo con l'altro. Come mi piace molto la metafora della relazione come viaggio condiviso e in reciproca offerta.
Sui limiti si potrebbero scrivere migliaia di parole, e ancora non sarebbero abbastanza. Anche solo considerando la differenza fra limiti oggettivi e limiti soggettivi e le loro interazioni.

Adesso è chiaro perchè mi ha fatta ridere il tuo primo post? :)

A partire dalla "condizione" di sottomissione che funziona on off, come un interruttore , per arrivare a "le donne tornavano ad essere esattamente come prima, senza alcuna traccia di sottomissione".

Bloccare le mani sopra la testa o dietro la schiena, esercitare una leggera pressione sul collo...onestamente, prese a sè, non ci vedo nulla che richiami anche lontanamente una qualunque forma di sottomissione e Dominanza, men che meno di masochismo.
È passione, foia del momento, l'eros resta comunque un teatro in cui giocano, consapevolmente o inconsapevolmente, Eros e Thanatos e una certa dose di fisiologica aggressività (nel significato etimologico di "avvicinarsi").

Non ho dati a mio sostegno, ma dalla mia semplice esperienza con un paniere statistico abbastanza significativo, non mi addentrerei nel dire che il masochismo sia una prerogativa prettamente femminile.
Anzi, nella mia esperienza, se non è il contrario i due generi se la giocano in parità :D.
Ma questa è solo esperienza personale e rappresenta evidentemente me.

E sempre nella mia esperienza, in termini di sottomissione i maschi se la giocano con un certo vantaggio
Basti pensare alla forma di dominazione dal basso. (su questo ho invece qualche dato in più non personale, ma non abbastanza per farne statistica seria...anche se mi piacerebbe provarci un giorno o l'altro farne statistica).
Se io (generico) ti (generico) chiedo di dominarmi legandomi e tu (generico) lo fai, per esempio, chi sta dominando chi? :sneaky:

Credo sia diffuso il pensiero secondo cui la sottomissione e la Dominanza riguardino la delega nella migliore delle ipotesi e poi la vessazione e l'abuso e la violenza.
Ma quello nulla ha a che vedere con dinamiche che hanno come requisito di base la consapevolezza, il Consenso, l'autenticità e la sincerità, la scoperta.
E tutto, invece, hanno a che vedere con relazioni disfunzionali e tossiche e con la paura.
Che non dipendono certo dalla tipologia di dinamica che si mette in scena ma dagli individui che sono in relazione.

Alla luce di tutto questo (che è un minimo spiraglio sulla complessità), è più chiaro quello che si diceva con @Arcistufo riguardo alla noia sessionale?


Grazie per il confronto :)

Mi fa piacere che tu abbia condiviso l'importanza dell'autenticità e della sincerità, che vedo anch'io come fondamentali per una relazione sana.

La tua riflessione sulle dinamiche di dominanza e sottomissione è molto interessante, soprattutto la distinzione tra passione ed esercizio di potere, e mi trovi d'accordo anche sul fatto che non esista un genere più predisposto all'una o all'altra.

Alla fine, credo che tutto si riduca alla consapevolezza e al consenso, piuttosto che a stereotipi o pregiudizi.

Grazie a te per l'utilissimo confronto.
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Basti pensare alla forma di dominazione dal basso. (su questo ho invece qualche dato in più non personale, ma non abbastanza per farne statistica seria...anche se mi piacerebbe provarci un giorno o l'altro farne statistica).
Se io (generico) ti (generico) chiedo di dominarmi legandomi e tu (generico) lo fai, per esempio, chi sta dominando chi? :sneaky:
Zia, questa se non ci passi non la spieghi. La sottomissione dal basso é qualcosa di totalmente andragogico. Con la teoria ci fai poco
 

amy

Utente di lunga data
Quindi si pone il tema: cosa si può usare per pervertire l'abuso e la vessazione in Cura rimanendo ognuno fedele alla propria natura essenziale? :)
Tutta la galassia del DS si basa sulla delega del controllo e sulla cura. Solo che questa cura è agita in modo diverso. Per tutti il sesso è elevarsi al di sopra del cielo . Non una lotta. E chi esercita una forma di sessualità che per ennemila motivi è più brutale deve compensare con una maggiore premura.

Quello che mi risulta difficile da spiegare a chi non prova le stesse pulsioni è che non vuole procurare dolore o umiliazione come fine, ma come mezzo per raggiungere il piacere. Esattamente come avviene in tutti i casi in cui si fa sesso.

Del resto bisogna essere dei veri megalomani per pensare che il proprio modo di scopare sia l’unico modo di scopare.

Il rapporto sub/dom (e non quello tra chi fa le stesse cose per sperimentazione o per folklore o per trasgressione) è prima di tutto un rapporto psichico e mentale, per sua natura fortemente intellettualizzato.
Perché è lo stato psichico che lo determina.
Il kinky non è usare aggeggi e ferraglia. Niente di più sbagliato.
Paradossalmente si potrebbe anche non fare nulla, ma godere di una forma di potere che viene esplicitato.

Ed è stupendo solo se sai gestire benissimo il prima e il dopo.
Ed è etico solo se non c’è rabbia o rivalsa.
Se una persona la vuoi menare fuori dalla camera da letto e poi la meni in camera da letto, anche se ti ha dato il consenso, è violenza.
E la maggioranza delle persone si definiscono inclini alla sottomissione sono solo delle super ansiose che si tranquillizzano se vengono gestite e riescono godersi meglio una sana scopata. O delle grandi complessate che pensano di dover espiare qualcosa. O che si fanno trattare da oggetti perché si sentono oggetti.
Ma quello non é sadomaso. Non è kinky. È avere dei problemi psicologici. E quando il potere è agito non solo nel sesso, ma nella scelta dell' andare in vacanza al mare o in montagna, be’ per me c’è già qualcosa che non va.
 

hammer

Utente di lunga data
Tutta la galassia del DS si basa sulla delega del controllo e sulla cura. Solo che questa cura è agita in modo diverso. Per tutti il sesso è elevarsi al di sopra del cielo . Non una lotta. E chi esercita una forma di sessualità che per ennemila motivi è più brutale deve compensare con una maggiore premura.

Quello che mi risulta difficile da spiegare a chi non prova le stesse pulsioni è che non vuole procurare dolore o umiliazione come fine, ma come mezzo per raggiungere il piacere. Esattamente come avviene in tutti i casi in cui si fa sesso.

Del resto bisogna essere dei veri megalomani per pensare che il proprio modo di scopare sia l’unico modo di scopare.

Il rapporto sub/dom (e non quello tra chi fa le stesse cose per sperimentazione o per folklore o per trasgressione) è prima di tutto un rapporto psichico e mentale, per sua natura fortemente intellettualizzato.
Perché è lo stato psichico che lo determina.
Il kinky non è usare aggeggi e ferraglia. Niente di più sbagliato.
Paradossalmente si potrebbe anche non fare nulla, ma godere di una forma di potere che viene esplicitato.

Ed è stupendo solo se sai gestire benissimo il prima e il dopo.
Ed è etico solo se non c’è rabbia o rivalsa.
Se una persona la vuoi menare fuori dalla camera da letto e poi la meni in camera da letto, anche se ti ha dato il consenso, è violenza.
E la maggioranza delle persone si definiscono inclini alla sottomissione sono solo delle super ansiose che si tranquillizzano se vengono gestite e riescono godersi meglio una sana scopata. O delle grandi complessate che pensano di dover espiare qualcosa. O che si fanno trattare da oggetti perché si sentono oggetti.
Ma quello non é sadomaso. Non è kinky. È avere dei problemi psicologici. E quando il potere è agito non solo nel sesso, ma nella scelta dell' andare in vacanza al mare o in montagna, be’ per me c’è già qualcosa che non va.

Verissimo che se il potere esce dalla camera da letto e invade la vita quotidiana, decisamente qualcosa non va.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Tutta la galassia del DS si basa sulla delega del controllo e sulla cura. Solo che questa cura è agita in modo diverso. Per tutti il sesso è elevarsi al di sopra del cielo . Non una lotta. E chi esercita una forma di sessualità che per ennemila motivi è più brutale deve compensare con una maggiore premura.

Quello che mi risulta difficile da spiegare a chi non prova le stesse pulsioni è che non vuole procurare dolore o umiliazione come fine, ma come mezzo per raggiungere il piacere. Esattamente come avviene in tutti i casi in cui si fa sesso.

Del resto bisogna essere dei veri megalomani per pensare che il proprio modo di scopare sia l’unico modo di scopare.

Il rapporto sub/dom (e non quello tra chi fa le stesse cose per sperimentazione o per folklore o per trasgressione) è prima di tutto un rapporto psichico e mentale, per sua natura fortemente intellettualizzato.
Perché è lo stato psichico che lo determina.
Il kinky non è usare aggeggi e ferraglia. Niente di più sbagliato.
Paradossalmente si potrebbe anche non fare nulla, ma godere di una forma di potere che viene esplicitato.

Ed è stupendo solo se sai gestire benissimo il prima e il dopo.
Ed è etico solo se non c’è rabbia o rivalsa.
Se una persona la vuoi menare fuori dalla camera da letto e poi la meni in camera da letto, anche se ti ha dato il consenso, è violenza.
E la maggioranza delle persone si definiscono inclini alla sottomissione sono solo delle super ansiose che si tranquillizzano se vengono gestite e riescono godersi meglio una sana scopata. O delle grandi complessate che pensano di dover espiare qualcosa. O che si fanno trattare da oggetti perché si sentono oggetti.
Ma quello non é sadomaso. Non è kinky. È avere dei problemi psicologici. E quando il potere è agito non solo nel sesso, ma nella scelta dell' andare in vacanza al mare o in montagna, be’ per me c’è già qualcosa che non va.
Gli altri hanno problemi.
Chi invece non ha problemi, perché sceglie quelle modalità?
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
Tutta la galassia del DS si basa sulla delega del controllo e sulla cura. Solo che questa cura è agita in modo diverso. Per tutti il sesso è elevarsi al di sopra del cielo . Non una lotta. E chi esercita una forma di sessualità che per ennemila motivi è più brutale deve compensare con una maggiore premura.

Quello che mi risulta difficile da spiegare a chi non prova le stesse pulsioni è che non vuole procurare dolore o umiliazione come fine, ma come mezzo per raggiungere il piacere. Esattamente come avviene in tutti i casi in cui si fa sesso.

Del resto bisogna essere dei veri megalomani per pensare che il proprio modo di scopare sia l’unico modo di scopare.

Il rapporto sub/dom (e non quello tra chi fa le stesse cose per sperimentazione o per folklore o per trasgressione) è prima di tutto un rapporto psichico e mentale, per sua natura fortemente intellettualizzato.
Perché è lo stato psichico che lo determina.
Il kinky non è usare aggeggi e ferraglia. Niente di più sbagliato.
Paradossalmente si potrebbe anche non fare nulla, ma godere di una forma di potere che viene esplicitato.

Ed è stupendo solo se sai gestire benissimo il prima e il dopo.
Ed è etico solo se non c’è rabbia o rivalsa.
Se una persona la vuoi menare fuori dalla camera da letto e poi la meni in camera da letto, anche se ti ha dato il consenso, è violenza.
E la maggioranza delle persone si definiscono inclini alla sottomissione sono solo delle super ansiose che si tranquillizzano se vengono gestite e riescono godersi meglio una sana scopata. O delle grandi complessate che pensano di dover espiare qualcosa. O che si fanno trattare da oggetti perché si sentono oggetti.
Ma quello non é sadomaso. Non è kinky. È avere dei problemi psicologici. E quando il potere è agito non solo nel sesso, ma nella scelta dell' andare in vacanza al mare o in montagna, be’ per me c’è già qualcosa che non va.
Azz'
Un'altra persona equilibrata.
Ma è un'invasione?
 
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Brunetta

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