Generalmente, in questi casi, l’Agenzia delle Entrate è più interessata a recuperare il mancato incasso che ad altro, per cui gli altri aspetti civili o penali finirebbero probabilmente in secondo piano. Cinque o seicento o mille euro evasi per cinque, dieci o quindici anni più gli interessi, più le sanzioni, non farebbero alla fine una cifra di grandissima rilevanza. Per di più, è usualmente possibile ottenerne la rateizzazione in un arco di 12 -18 mesi. Non sono un esperto del settore, ma forse sarebbe possibile ricorrere allo strumento del ravvedimento operoso… Venendo al marito, avendo fatto il bancario per 37 anni posso testimoniare che, per l’Istituto di Credito, la fedeltà fiscale del dipendente ha ben poca rilevanza, soprattutto se riguarda un ambito esterno a quello di lavoro. Diversa è la posizione di lei, che da dipendente pubblica ha frodato lo Stato, suo datore di lavoro. Circostanza che di certo interrompe il
necessario rapporto di fiducia tra l’Amministrazione e la sua collaboratrice, scatenando conseguenze anche pesanti relativamente alla prosecuzione del rapporto di lavoro. Ultima considerazione; complimenti al marito, che ha conservato la calma, messo insieme le documentazioni necessarie e che solo dopo essersi trovato in possesso di tutto quel che gli serviva, è passato all’azione con un blitz non violento ma decisivo. Ho sempre ammirato chi - anche nelle circostanze più difficili - aspetta con freddezza il modo e il momento giusto per agire. Chapeau