Non è più niente, ormai. Ma tu eludi sempre la domanda vera: che bisogno c’era di invitarmi al teatrino? Sarebbe bastata una e-mail, una telefonata, un messaggio WA e io mi sarei ritirato senza obiezione alcuna. Ripeto la consecutio temporis: lei mi invita, progetta un itinerario, mi ospita e dopo un giorno mi parla del suo nuovo amico (conosciuto una settimana prima), dopo due si va nella sua città, mi dice che vuol presentarmelo e poi comincia la bagarre. Insiste perché rimanga ad aspettarla per ripartire insieme e poi con un messaggio, mandato dieci minuti prima dell’orario concordato, mi manda i suoi tanti saluti. Ribadisco: che bisogno c’era? Guarda che per riorganizzare il rientro ho penato più di due ore, non si trovavano mezzi e alberghi. Easy Jet full board. Treni indisponibili: pensa che un regionale per Monaco è stato cancellato mezz’ora dopo la mia prenotazione. Sono dovuto correre all’ufficio DB per trovare un’alternativa. Ci sono stati alcuni momenti in cui ho sperimentato persino una punta di disperazione. Non faccio la vittima, eh… ho viaggiato nei peggio posti, anche quelli in cui la vita vale molto meno che da noi. Ripeto: che bisogno c’era? Mettila come vuoi: qui in Italia era sempre stata accolta come una principessa. È chiaro che fossi affezionato a lei, e che quindi mi sia ritrovato in una specie di incubo, affettivo, relazionale e logistico. Fino a due giorni prima non faceva che parlarmi del “nostro” giro. E poi, viste le tue critiche, anche se non ci crederai, quello che in tutto questo tempo era stato tra noi, è dipeso esclusivamente dalle sue decisioni.