Guardando il video, la teoria accreditata è che vengano incoraggati, facendoli passare per positivi, comportamenti sociali che incitano al consumo individualistico.
Del resto lo scopo della pubblicità è da sempre presentare dei prodotti che soddisfino dei bisogni. Poi non importa se i bisogni sono reali o farlocchi.
Il video lo trovo riduttivo, perchè il tutto andrebbe inserito in un contesto più ampio.
Se però l’autore del video si fosse sbilanciato di più avrebbe probabilmente ricevuto più critiche che consensi.
Ha scelto di puntare sulla dicotomia single-famiglia, cercando schieramenti nello spettatore. Mi sembra una scelta facile, che non comporta grosso dispendio di tempo per buttare giù una traccia su quanto poi girare.
Riguardo la pubblicità, a me sembra che attualmente si punti molto anche a includere il non-italiano, guardando ad un pubblico giovane (più portato a spendere non per bisogni primari). Tra le pubblicità più recenti mi viene in mente questa:
Vediamo una ragazza giovane, e senza uso di parole (di lingua), leggiamo emozioni nel suo volto. Il contesto urbano che la circonda è grigio, gli occhi della ragazza quando entra in quella che diventerà la sua abitazione ricordano un poco un cucciolo sperduto. Una cena frugale e gli occhi sul monitor, nota di colore nel contesto grigio. La foto della mamma, un cappello di paglia. E la creazione di un contesto in cui porta parte dell’amore lontano (quella della sua famiglia di origine) comprando cose. Persino i consigli su come gestire le piante, li riceve guardando dei video su prime.
Alla fine le parole della madre che le dicono quanto sia orgoglia di lei.
Penso che nessuno di noi qui, possa vedere questo video con occhi giovani, perchè giovani non siamo.
Non direi però si solleciti ad una vita single, ma piuttosto mostra un contesto dove si vive in loculi, e si fa quel che si può per rendere meno grigia la propria vita. Non credo sia casuale la scelta di portare del verde, anche se in un contesto più realistico, pensando che quella ragazza si troverà molte ore fuori casa, quelle piante sarebbero di plastica.
Riguardo il fare figli, generico, sicuramente gli italiani hanno acquisito maggiore consapevolezza dei bisogni dei bambini e dei ragazzi, chi si ferma ad un figlio ad esempio, fa delle valutazioni a lungo raggio su quel figlio (magari considerando di sostenerlo in studi).
Mi è capitato di ascoltare un video recentemente, di un uomo che avrà avuto circa 35 anni, che dava consigli ai giovani su come presentarsi a grandi aziende e la parola chiave era prodotto, dove il prodotto era il ragazzo candidato.
Quindi in mezzo a inglesismi e contorsioni di discorsi "aziendali" il tutto diventa un creare una se che possa essere un prodotto desiderabile.
E qui si arriva alla parte che il signore del tuo video evita, perchè nessuno lo dice chiaramente, probabilmente anche per ignoranza o perchè si vuole evitare di dire cose non di facile consenso, in qualche modo siamo oltre quel consumismo in cui noi siamo cresciuti, pur con differenze di decenni. Certe letture del consumismo bisognerebbe portarle oltre, non farle terminare a quanto si poteva applicare decenni fa.