Marjanna
Utente di lunga data
Comunque @spleen ho provato a porre il tema a chat gbt, di confronto sulla natalità in Italia, e facendo domande sulla diversa percezione tra italiani e stranieri. Non penso siano assoluti, ma sono spunti comunque interessanti.
In sintesi ha risposto che il concetto di famiglia ha iniziato a cambiare con l’industrializzazione e il boom economico, quando abbandonando le campagne per trasferirsi nelle città industriali, si è ridotta la necessità di famiglie numerose (braccia per il lavoro e per accudire i più vecchi), e al contempo con l’aumento del tenore di vita si è iniziato a preferire avere meno figli ma garantire loro un futuro migliore.
Con una crescita a partire dagli anni 80 altri fattori si sono aggiunti, e tutti hanno dato il loro peso, tra questi aumento del costo della vita, cambiamento del ruolo della donna e spostamento dell’età della maternità (facendo figli più tardi diminuiscono le possibilità biologiche), cita anche separazioni e divorzi che influiscono sulla natalità. Poche misure a sostegno della natalità e burocrazia lenta e inefficace. Le donne che si fermano per alcuni anni spesso trovano difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro e le loro competenze possono essere percepite come "obsolete" in settori che evolvono rapidamente. Questa dinamica porta a un effetto deterrente: molte donne, temendo di compromettere la loro posizione, rimandano o rinunciano alla maternità. Dagli anni 2000, con la precarizzazione del lavoro e il costo elevato della casa, sempre più coppie rinviano la scelta di avere figli. Le nuove generazioni italiane vivono un senso di precarietà più forte rispetto al passato, che le porta a posticipare o evitare la genitorialità. Molti italiani aspettano di avere stabilità prima di diventare genitori.
L'Italia è passata in pochi decenni da un modello di famiglia numerosa e patriarcale a uno basato sulla libertà individuale e sulla pianificazione economica. Il problema è che questo ha portato a un calo della natalità, mentre gli immigrati – provenendo spesso da società più simili all'Italia di un tempo – continuano a fare figli seguendo i loro modelli culturali. In molte culture di provenienza, avere figli è considerato un valore fondamentale, indipendentemente dalla situazione economica. Molti immigrati provengono da società dove il concetto di famiglia allargata è forte e il sostegno reciproco tra parenti è maggiore. Gli immigrati in Italia sono generalmente più giovani rispetto alla popolazione italiana, quindi si trovano in una fase della vita più propensa alla procreazione. Anche se in Italia gli immigrati possono affrontare difficoltà economiche, spesso la loro condizione è comunque migliore rispetto a quella del Paese di partenza. Questo li porta a vedere il futuro con più speranza.
Per alcuni immigrati, avere figli nati in Italia può aiutare a ottenere permessi di soggiorno più stabili e, in prospettiva, la cittadinanza per sé o per i figli.
Gli immigrati fanno figli nonostante la precarietà economica perché hanno un diverso sistema di valori, una percezione più positiva del futuro e una maggiore rete di sostegno comunitario e familiare. Gli italiani, invece, tendono ad aspettare condizioni economiche migliori che spesso non arrivano mai.
La percezione del futuro è diversa
In sintesi ha risposto che il concetto di famiglia ha iniziato a cambiare con l’industrializzazione e il boom economico, quando abbandonando le campagne per trasferirsi nelle città industriali, si è ridotta la necessità di famiglie numerose (braccia per il lavoro e per accudire i più vecchi), e al contempo con l’aumento del tenore di vita si è iniziato a preferire avere meno figli ma garantire loro un futuro migliore.
Con una crescita a partire dagli anni 80 altri fattori si sono aggiunti, e tutti hanno dato il loro peso, tra questi aumento del costo della vita, cambiamento del ruolo della donna e spostamento dell’età della maternità (facendo figli più tardi diminuiscono le possibilità biologiche), cita anche separazioni e divorzi che influiscono sulla natalità. Poche misure a sostegno della natalità e burocrazia lenta e inefficace. Le donne che si fermano per alcuni anni spesso trovano difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro e le loro competenze possono essere percepite come "obsolete" in settori che evolvono rapidamente. Questa dinamica porta a un effetto deterrente: molte donne, temendo di compromettere la loro posizione, rimandano o rinunciano alla maternità. Dagli anni 2000, con la precarizzazione del lavoro e il costo elevato della casa, sempre più coppie rinviano la scelta di avere figli. Le nuove generazioni italiane vivono un senso di precarietà più forte rispetto al passato, che le porta a posticipare o evitare la genitorialità. Molti italiani aspettano di avere stabilità prima di diventare genitori.
L'Italia è passata in pochi decenni da un modello di famiglia numerosa e patriarcale a uno basato sulla libertà individuale e sulla pianificazione economica. Il problema è che questo ha portato a un calo della natalità, mentre gli immigrati – provenendo spesso da società più simili all'Italia di un tempo – continuano a fare figli seguendo i loro modelli culturali. In molte culture di provenienza, avere figli è considerato un valore fondamentale, indipendentemente dalla situazione economica. Molti immigrati provengono da società dove il concetto di famiglia allargata è forte e il sostegno reciproco tra parenti è maggiore. Gli immigrati in Italia sono generalmente più giovani rispetto alla popolazione italiana, quindi si trovano in una fase della vita più propensa alla procreazione. Anche se in Italia gli immigrati possono affrontare difficoltà economiche, spesso la loro condizione è comunque migliore rispetto a quella del Paese di partenza. Questo li porta a vedere il futuro con più speranza.
Per alcuni immigrati, avere figli nati in Italia può aiutare a ottenere permessi di soggiorno più stabili e, in prospettiva, la cittadinanza per sé o per i figli.
Gli immigrati fanno figli nonostante la precarietà economica perché hanno un diverso sistema di valori, una percezione più positiva del futuro e una maggiore rete di sostegno comunitario e familiare. Gli italiani, invece, tendono ad aspettare condizioni economiche migliori che spesso non arrivano mai.
La percezione del futuro è diversa
- Gli immigrati vedono l'Italia come un'opportunità e credono che, nonostante le difficoltà, il futuro per i loro figli sarà migliore rispetto al Paese d'origine.
- Gli italiani, invece, spesso vedono il futuro con pessimismo e incertezza, e questo li porta a rinviare o evitare del tutto l'idea di avere figli.
