Teoria interessante.

Marjanna

Utente di lunga data
Comunque @spleen ho provato a porre il tema a chat gbt, di confronto sulla natalità in Italia, e facendo domande sulla diversa percezione tra italiani e stranieri. Non penso siano assoluti, ma sono spunti comunque interessanti.

In sintesi ha risposto che il concetto di famiglia ha iniziato a cambiare con l’industrializzazione e il boom economico, quando abbandonando le campagne per trasferirsi nelle città industriali, si è ridotta la necessità di famiglie numerose (braccia per il lavoro e per accudire i più vecchi), e al contempo con l’aumento del tenore di vita si è iniziato a preferire avere meno figli ma garantire loro un futuro migliore.
Con una crescita a partire dagli anni 80 altri fattori si sono aggiunti, e tutti hanno dato il loro peso, tra questi aumento del costo della vita, cambiamento del ruolo della donna e spostamento dell’età della maternità (facendo figli più tardi diminuiscono le possibilità biologiche), cita anche separazioni e divorzi che influiscono sulla natalità. Poche misure a sostegno della natalità e burocrazia lenta e inefficace. Le donne che si fermano per alcuni anni spesso trovano difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro e le loro competenze possono essere percepite come "obsolete" in settori che evolvono rapidamente. Questa dinamica porta a un effetto deterrente: molte donne, temendo di compromettere la loro posizione, rimandano o rinunciano alla maternità. Dagli anni 2000, con la precarizzazione del lavoro e il costo elevato della casa, sempre più coppie rinviano la scelta di avere figli. Le nuove generazioni italiane vivono un senso di precarietà più forte rispetto al passato, che le porta a posticipare o evitare la genitorialità. Molti italiani aspettano di avere stabilità prima di diventare genitori.
L'Italia è passata in pochi decenni da un modello di famiglia numerosa e patriarcale a uno basato sulla libertà individuale e sulla pianificazione economica. Il problema è che questo ha portato a un calo della natalità, mentre gli immigrati – provenendo spesso da società più simili all'Italia di un tempo – continuano a fare figli seguendo i loro modelli culturali. In molte culture di provenienza, avere figli è considerato un valore fondamentale, indipendentemente dalla situazione economica. Molti immigrati provengono da società dove il concetto di famiglia allargata è forte e il sostegno reciproco tra parenti è maggiore. Gli immigrati in Italia sono generalmente più giovani rispetto alla popolazione italiana, quindi si trovano in una fase della vita più propensa alla procreazione. Anche se in Italia gli immigrati possono affrontare difficoltà economiche, spesso la loro condizione è comunque migliore rispetto a quella del Paese di partenza. Questo li porta a vedere il futuro con più speranza.
Per alcuni immigrati, avere figli nati in Italia può aiutare a ottenere permessi di soggiorno più stabili e, in prospettiva, la cittadinanza per sé o per i figli.
Gli immigrati fanno figli nonostante la precarietà economica perché hanno un diverso sistema di valori, una percezione più positiva del futuro e una maggiore rete di sostegno comunitario e familiare. Gli italiani, invece, tendono ad aspettare condizioni economiche migliori che spesso non arrivano mai.

La percezione del futuro è diversa
  • Gli immigrati vedono l'Italia come un'opportunità e credono che, nonostante le difficoltà, il futuro per i loro figli sarà migliore rispetto al Paese d'origine.
  • Gli italiani, invece, spesso vedono il futuro con pessimismo e incertezza, e questo li porta a rinviare o evitare del tutto l'idea di avere figli.
 

Marjanna

Utente di lunga data
se è da oltre 30 anni che veniamo bombardati in tutti i modi con la mincìhiata della sovrappopolazione, è normale che ti facciamo credere che da soli è meglio. chi è da solo, non si riproduce
La sovrappopolazione non è una minchia, solo che non è uniforme nel pianeta, e intervengono anche fattori di capacità di un paese di sostenere i suoi abitanti in termini di risorse. Bangladesh, India, Filippine hanno problemi di sovraffollamento nelle aree urbane. In Egitto la maggior parte della popolazione vive lungo il Nilo, con un concentrazione estrema solo in alcune aree. In Etiopia la popolazione è in crescita, ma le risorse sono scarse.
Quindi una zona viene considerata sovrappopolata quando le risorse sono limitate rispetto al numero di abitanti.
In Italia abbiamo una congestione urbana principalmente a Roma, Milano e Napoli. L'Appennino e le Alpi sono scarsamente popolate. Non è comunque considerata sovrappopolata rispetto ad altri paesi come quelli sopra citati.
Riguardo un contesto globale il punto non mi pare tanto la sovrappopolazione ma il consumo di risorse, e anche questo non è uniforme nel pianeta.
Ad esempio paesi come Bangladesh, India e Nigeria pur con una forte crescita demografica hanno minore impatto individuale sull’ambiente, ma è abbastanza comprensibile dato che mancano risorse essenziali come acqua o elettricità. Un cittadino americano consuma come 40 africani.
Però i paesi poveri aspirano ai livelli di benessere occidentali, creando quindi dei contesti di aumento dei consumi globali, e pressione nelle risorse.
Non è sostenibile per i "paesi poveri" seguire i modelli occidentali, che a loro volta dovrebbero essere rivisti.
Di fatto oggi è chiaro come le terre considerate ricche, vengono occupate attraverso le migrazioni da altri popoli, e personalmente temo in ciò che oggi si considera "sostenibile" si stiano creando anche delle nicchie di speculazione. Più che negare dei problemi, credo sia più opportuno fare chiarezza.
 

spleen

utente ?
Ma nemmeno.
L'Europa è ormai una piccola parte del mondo.
Siamo minoranza, numericamente e territorialmente.
E i consumatori eventualmente oggi sono altrove.
L'Europa conta ancora 750 milioni di abitanti ed è ancora tra le zone più ricche del mondo.
Che sia irrilevante politicamente è chiaro a tutti e questo in potenza sarà un problema, ma per ora nessuno sputa sopra a quasi un miliardo di persone che consumano.
Gli altri Addavenì. Cina compresa, dove buona parte della popolazione sta ancora nelle zone rurali.
E comunque non era il fondo del ragionamento...
 
Ultima modifica:

spleen

utente ?
Comunque @spleen ho provato a porre il tema a chat gbt, di confronto sulla natalità in Italia, e facendo domande sulla diversa percezione tra italiani e stranieri. Non penso siano assoluti, ma sono spunti comunque interessanti.

In sintesi ha risposto che il concetto di famiglia ha iniziato a cambiare con l’industrializzazione e il boom economico, quando abbandonando le campagne per trasferirsi nelle città industriali, si è ridotta la necessità di famiglie numerose (braccia per il lavoro e per accudire i più vecchi), e al contempo con l’aumento del tenore di vita si è iniziato a preferire avere meno figli ma garantire loro un futuro migliore.
Con una crescita a partire dagli anni 80 altri fattori si sono aggiunti, e tutti hanno dato il loro peso, tra questi aumento del costo della vita, cambiamento del ruolo della donna e spostamento dell’età della maternità (facendo figli più tardi diminuiscono le possibilità biologiche), cita anche separazioni e divorzi che influiscono sulla natalità. Poche misure a sostegno della natalità e burocrazia lenta e inefficace. Le donne che si fermano per alcuni anni spesso trovano difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro e le loro competenze possono essere percepite come "obsolete" in settori che evolvono rapidamente. Questa dinamica porta a un effetto deterrente: molte donne, temendo di compromettere la loro posizione, rimandano o rinunciano alla maternità. Dagli anni 2000, con la precarizzazione del lavoro e il costo elevato della casa, sempre più coppie rinviano la scelta di avere figli. Le nuove generazioni italiane vivono un senso di precarietà più forte rispetto al passato, che le porta a posticipare o evitare la genitorialità. Molti italiani aspettano di avere stabilità prima di diventare genitori.
L'Italia è passata in pochi decenni da un modello di famiglia numerosa e patriarcale a uno basato sulla libertà individuale e sulla pianificazione economica. Il problema è che questo ha portato a un calo della natalità, mentre gli immigrati – provenendo spesso da società più simili all'Italia di un tempo – continuano a fare figli seguendo i loro modelli culturali. In molte culture di provenienza, avere figli è considerato un valore fondamentale, indipendentemente dalla situazione economica. Molti immigrati provengono da società dove il concetto di famiglia allargata è forte e il sostegno reciproco tra parenti è maggiore. Gli immigrati in Italia sono generalmente più giovani rispetto alla popolazione italiana, quindi si trovano in una fase della vita più propensa alla procreazione. Anche se in Italia gli immigrati possono affrontare difficoltà economiche, spesso la loro condizione è comunque migliore rispetto a quella del Paese di partenza. Questo li porta a vedere il futuro con più speranza.
Per alcuni immigrati, avere figli nati in Italia può aiutare a ottenere permessi di soggiorno più stabili e, in prospettiva, la cittadinanza per sé o per i figli.
Gli immigrati fanno figli nonostante la precarietà economica perché hanno un diverso sistema di valori, una percezione più positiva del futuro e una maggiore rete di sostegno comunitario e familiare. Gli italiani, invece, tendono ad aspettare condizioni economiche migliori che spesso non arrivano mai.

La percezione del futuro è diversa
  • Gli immigrati vedono l'Italia come un'opportunità e credono che, nonostante le difficoltà, il futuro per i loro figli sarà migliore rispetto al Paese d'origine.
  • Gli italiani, invece, spesso vedono il futuro con pessimismo e incertezza, e questo li porta a rinviare o evitare del tutto l'idea di avere figli.
Tutto giusto, aggiungo una osservazione, anzi due. La prima è che gli immigrati poi spesso finiscono per essere figli di nessuna cultura, dibattedosi in un marasma tra vecchia cultura di provenienza e religione del consumo nella nuova.
Secondo: non esistono nel mondo globalizzato isole felici e se lo sono lo sono per breve tempo. Tutti ci hanno i loro cazzi. (Per usare una delicata espressione francese... 😁).
 

Brunetta

Utente di lunga data
Comunque @spleen ho provato a porre il tema a chat gbt, di confronto sulla natalità in Italia, e facendo domande sulla diversa percezione tra italiani e stranieri. Non penso siano assoluti, ma sono spunti comunque interessanti.

In sintesi ha risposto che il concetto di famiglia ha iniziato a cambiare con l’industrializzazione e il boom economico, quando abbandonando le campagne per trasferirsi nelle città industriali, si è ridotta la necessità di famiglie numerose (braccia per il lavoro e per accudire i più vecchi), e al contempo con l’aumento del tenore di vita si è iniziato a preferire avere meno figli ma garantire loro un futuro migliore.
Con una crescita a partire dagli anni 80 altri fattori si sono aggiunti, e tutti hanno dato il loro peso, tra questi aumento del costo della vita, cambiamento del ruolo della donna e spostamento dell’età della maternità (facendo figli più tardi diminuiscono le possibilità biologiche), cita anche separazioni e divorzi che influiscono sulla natalità. Poche misure a sostegno della natalità e burocrazia lenta e inefficace. Le donne che si fermano per alcuni anni spesso trovano difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro e le loro competenze possono essere percepite come "obsolete" in settori che evolvono rapidamente. Questa dinamica porta a un effetto deterrente: molte donne, temendo di compromettere la loro posizione, rimandano o rinunciano alla maternità. Dagli anni 2000, con la precarizzazione del lavoro e il costo elevato della casa, sempre più coppie rinviano la scelta di avere figli. Le nuove generazioni italiane vivono un senso di precarietà più forte rispetto al passato, che le porta a posticipare o evitare la genitorialità. Molti italiani aspettano di avere stabilità prima di diventare genitori.
L'Italia è passata in pochi decenni da un modello di famiglia numerosa e patriarcale a uno basato sulla libertà individuale e sulla pianificazione economica. Il problema è che questo ha portato a un calo della natalità, mentre gli immigrati – provenendo spesso da società più simili all'Italia di un tempo – continuano a fare figli seguendo i loro modelli culturali. In molte culture di provenienza, avere figli è considerato un valore fondamentale, indipendentemente dalla situazione economica. Molti immigrati provengono da società dove il concetto di famiglia allargata è forte e il sostegno reciproco tra parenti è maggiore. Gli immigrati in Italia sono generalmente più giovani rispetto alla popolazione italiana, quindi si trovano in una fase della vita più propensa alla procreazione. Anche se in Italia gli immigrati possono affrontare difficoltà economiche, spesso la loro condizione è comunque migliore rispetto a quella del Paese di partenza. Questo li porta a vedere il futuro con più speranza.
Per alcuni immigrati, avere figli nati in Italia può aiutare a ottenere permessi di soggiorno più stabili e, in prospettiva, la cittadinanza per sé o per i figli.
Gli immigrati fanno figli nonostante la precarietà economica perché hanno un diverso sistema di valori, una percezione più positiva del futuro e una maggiore rete di sostegno comunitario e familiare. Gli italiani, invece, tendono ad aspettare condizioni economiche migliori che spesso non arrivano mai.

La percezione del futuro è diversa
  • Gli immigrati vedono l'Italia come un'opportunità e credono che, nonostante le difficoltà, il futuro per i loro figli sarà migliore rispetto al Paese d'origine.
  • Gli italiani, invece, spesso vedono il futuro con pessimismo e incertezza, e questo li porta a rinviare o evitare del tutto l'idea di avere figli.
Chatgbt non sorprende mai 😉 come tanti utenti.
 

Brunetta

Utente di lunga data
compitino di storia da liceo degli anni miei
Ma funziona così. Non credo che, nonostante i timori, possa fare altro che riassunti di ciò che sono gli scritti in rete.
Però scrive in modo coerente.
Meglio delle immagini con sei dita e tre gambe. Ammesso che siano errori involontari e non richiesti.
Non so a chi possa fare paura.
Purtroppo (perché non siamo affidabili) le visioni creative toccano ancora a noi umani.
 

danny

Utente di lunga data
L'Europa conta ancora 750 milioni di abitanti ed è ancora tra le zone più ricche del mondo.
Che sia irrilevante politicamente è chiaro a tutti e questo in potenza sarà un problema, ma per ora nessuno sputa sopra a quasi un miliardo di persone che consumano.
Gli altri Addavenì. Cina compresa, dove buona parte della popolazione sta ancora nelle zone rurali.
E comunque non era il fondo del ragionamento...
I BRICS sono il 51% della popolazione mondiale e da soli costituiscono il 40% del PIL mondiale. Noi europei il 5,7% e per ora il 22% del PIL con tendenza al ribasso.
Continuare a non fare i conti con questi dati mi sembra quantomeno inopportuno.
 

spleen

utente ?
I BRICS sono il 51% della popolazione mondiale e da soli costituiscono il 40% del PIL mondiale. Noi europei il 5,7% e per ora il 22% del PIL con tendenza al ribasso.
Continuare a non fare i conti con questi dati mi sembra quantomeno inopportuno.
Ho parlato di ricchezza residua, è inopportuno non tenerne conto.
 

danny

Utente di lunga data
Ho parlato di ricchezza residua, è inopportuno non tenerne conto.
La ricchezza residua la stai perdendo.
Gli Usa in questa ridefinizione del mondo multipolare stanno buttando nel cesso l'Europa per continuare a restare a galla.
O fai fuori la Russia, e da lì Cina, con conseguente crollo dei BRICS, oppure il mondo dovrà rassegnarsi a vedere in essi un antagonista in crescita.
Allo Stato attuale la guerra contro la Russia non mi sembra dia grandi risultati per sperare nella fine dei BRICS per restaurare l'egemonia occidentale in declino.
 

spleen

utente ?
La ricchezza residua la stai perdendo.
Gli Usa in questa ridefinizione del mondo multipolare stanno buttando nel cesso l'Europa per continuare a restare a galla.
O fai fuori la Russia, e da lì Cina, con conseguente crollo dei BRICS, oppure il mondo dovrà rassegnarsi a vedere in essi un antagonista in crescita.
Allo Stato attuale la guerra contro la Russia non mi sembra dia grandi risultati per sperare nella fine dei BRICS per restaurare l'egemonia occidentale in declino.
Bene, quando l'avremo persa vedremo. Per ora il consumatore europeo ha ancora una certa importanza, al netto delle considerazioni (condivisibili e note) sulla situazione geopolitica.
Per l'ennesima volta invito a riflettere sulle cause della trasformazione economica a trazione individualistica che si è affermata, che è l'argomento del thread.
 

danny

Utente di lunga data
Bene, quando l'avremo persa vedremo. Per ora il consumatore europeo ha ancora una certa importanza, al netto delle considerazioni (condivisibili e note) sulla situazione geopolitica.
Per l'ennesima volta invito a riflettere sulle cause della trasformazione economica a trazione individualistica che si è affermata, che è l'argomento del thread.
Stai parlando dal 2002?
 

Marjanna

Utente di lunga data
Tutto giusto, aggiungo una osservazione, anzi due. La prima è che gli immigrati poi spesso finiscono per essere figli di nessuna cultura, dibattedosi in un marasma tra vecchia cultura di provenienza e religione del consumo nella nuova.
Secondo: non esistono nel mondo globalizzato isole felici e se lo sono lo sono per breve tempo. Tutti ci hanno i loro cazzi. (Per usare una delicata espressione francese... 😁).
Si, è vero.
Chiaramente generalizzare porta un ampio margine di errore, dal momento che gli immigrati hanno diverse culture, però la religione è probabilmente ancora un motore funzionante per loro (lo era anche quella cattolica decenni fa), perlomeno per le prime generazioni.
Riguardo a noi italiani, non credo il salto sia da vedere tra una sola generazione a un’altra, ma più esteso nel tempo. Anche se tendenzialmente, possiamo avere una sorta di blocco, nel valutare i periodi delle guerre, specialmente della seconda guerra mondiale, che è quella che hanno visto alcuni dei nostri nonni. Il motore principale che ha ridotto il fare figli, io credo effettivamente sia proprio economico (con una economia non solo di denaro ma anche di tempo) e che nelle parole sostegno della natalità in qualche modo si sia perso un riconoscimento comunitario, non solo basato su isee e pezzi di carta.
Sarebbe interessante se possibilità moderne come lo smart working si potessero estendere a più attività, a cui potrebbero accedere sia persone che risiedono al sud, sia chi vive nelle zone degli Appennini e delle Alpi. Io conosco molte persone che sicuramente andrebbero a ripopolare le nostre Alpi, vuoi perchè sono terre amate, e vuoi perchè ci sono nati e sono stati costretti a trasferirsi.

Chatgbt non sorprende mai 😉 come tanti utenti.
A mezzanotte fa comodo 😁

Ma funziona così. Non credo che, nonostante i timori, possa fare altro che riassunti di ciò che sono gli scritti in rete.
Però scrive in modo coerente.
Meglio delle immagini con sei dita e tre gambe. Ammesso che siano errori involontari e non richiesti.
Non so a chi possa fare paura.
Purtroppo (perché non siamo affidabili) le visioni creative toccano ancora a noi umani.
Adesso è come un bambino. Usarlo è capire come funziona, come "ragiona".
Tu hai letto solo un riassunto, non ho copiato le domande che ho posto, e tutte le risposte (alcune simili/doppie) altrimenti veniva un testo lunghissimo.
Quando io interagisco con lui, per quanto tenti di essere neutrale, comunque attraverso le mie domande mi esprimo.
Lui da non umano, non dice mai (come capita qui nel forum, dove scrivono umani): hai sbagliato, hai detto una cazzata, che stronzata di domanda mi fai, non ha emozioni. Riformula. Ad esempio nell’interazione che ho avuto, ho comunque posto delle domande critiche rispetto la condizione della donna in altre culture, e lui stesso mi ha risposto che la maternità in molte culture è uno strumento di controllo sociale (siamo arrivati alle dinastie... fai te), che privare le donne di accesso all’istruzione o al lavoro priva loro di alternative e, cito testualmente, "fare figli diventa l’unica strada possibile".
Pure non fossi loggata, sarebbe facile intanto riconoscere che sono una donna. Queste sono informazioni.
Aggiungi che nella tua pagina profilo puoi inserire dettagli (linkedin, social vari, ect), al momento mi chiede di inserire la mia età entro 40 giorni circa. Estendi questo ad un domani in cui tutta la tua vita on line (con sempre maggiore riflesso nella vita concreta) non sarà slegata ma legata. E considera che una macchina riformulerà tutte le comunicazioni a cui tu puoi accedere ad una sorta di realtà costruita per te. Persino quando leggerai una notizia su un quotidiano. Ovvero io e te potremmo non leggere lo stesso testo.
In qualche modo su fb vi è qualcosa di simile, nei banner pubblicitari, ma sarà esteso, più potente.
Estendendo il mezzo ancora di più si potrebbe pensare anche ai bambini. Ad esempio due alunni potrebbero non leggere lo stesso capitolo, a seconda di XYZ. Anche se toccare i bambini al momento andrebbe a creare un rifiuto di massa troppo grande. Quindi sarebbe qualcosa di molto avanti, a seconda di come il tutto verrà assorbito dalle popolazioni adulte, nei cambi di generazione.

Le immagini che circolano ora fanno ridere, ma non credo serva necessariamente cercare il numero di dita.

fot_ai.jpg

Se vuoi possiamo pensare alle scarpe della contadina al centro, o domandarci se il contadino di destra sia un uomo e una donna, ma complessivamente direi che basterebbe guardare la foto 🤷‍♀️
I commenti non rispondono ad una pagina personale della presunta ragazza, e neppure sono in una pagina aziendale, ma di una sorta di non chiaramente definita associazione.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Si, è vero.
Chiaramente generalizzare porta un ampio margine di errore, dal momento che gli immigrati hanno diverse culture, però la religione è probabilmente ancora un motore funzionante per loro (lo era anche quella cattolica decenni fa), perlomeno per le prime generazioni.
Riguardo a noi italiani, non credo il salto sia da vedere tra una sola generazione a un’altra, ma più esteso nel tempo. Anche se tendenzialmente, possiamo avere una sorta di blocco, nel valutare i periodi delle guerre, specialmente della seconda guerra mondiale, che è quella che hanno visto alcuni dei nostri nonni. Il motore principale che ha ridotto il fare figli, io credo effettivamente sia proprio economico (con una economia non solo di denaro ma anche di tempo) e che nelle parole sostegno della natalità in qualche modo si sia perso un riconoscimento comunitario, non solo basato su isee e pezzi di carta.
Sarebbe interessante se possibilità moderne come lo smart working si potessero estendere a più attività, a cui potrebbero accedere sia persone che risiedono al sud, sia chi vive nelle zone degli Appennini e delle Alpi. Io conosco molte persone che sicuramente andrebbero a ripopolare le nostre Alpi, vuoi perchè sono terre amate, e vuoi perchè ci sono nati e sono stati costretti a trasferirsi.



A mezzanotte fa comodo 😁



Adesso è come un bambino. Usarlo è capire come funziona, come "ragiona".
Tu hai letto solo un riassunto, non ho copiato le domande che ho posto, e tutte le risposte (alcune simili/doppie) altrimenti veniva un testo lunghissimo.
Quando io interagisco con lui, per quanto tenti di essere neutrale, comunque attraverso le mie domande mi esprimo.
Lui da non umano, non dice mai (come capita qui nel forum, dove scrivono umani): hai sbagliato, hai detto una cazzata, che stronzata di domanda mi fai, non ha emozioni. Riformula. Ad esempio nell’interazione che ho avuto, ho comunque posto delle domande critiche rispetto la condizione della donna in altre culture, e lui stesso mi ha risposto che la maternità in molte culture è uno strumento di controllo sociale (siamo arrivati alle dinastie... fai te), che privare le donne di accesso all’istruzione o al lavoro priva loro di alternative e, cito testualmente, "fare figli diventa l’unica strada possibile".
Pure non fossi loggata, sarebbe facile intanto riconoscere che sono una donna. Queste sono informazioni.
Aggiungi che nella tua pagina profilo puoi inserire dettagli (linkedin, social vari, ect), al momento mi chiede di inserire la mia età entro 40 giorni circa. Estendi questo ad un domani in cui tutta la tua vita on line (con sempre maggiore riflesso nella vita concreta) non sarà slegata ma legata. E considera che una macchina riformulerà tutte le comunicazioni a cui tu puoi accedere ad una sorta di realtà costruita per te. Persino quando leggerai una notizia su un quotidiano. Ovvero io e te potremmo non leggere lo stesso testo.
In qualche modo su fb vi è qualcosa di simile, nei banner pubblicitari, ma sarà esteso, più potente.
Estendendo il mezzo ancora di più si potrebbe pensare anche ai bambini. Ad esempio due alunni potrebbero non leggere lo stesso capitolo, a seconda di XYZ. Anche se toccare i bambini al momento andrebbe a creare un rifiuto di massa troppo grande. Quindi sarebbe qualcosa di molto avanti, a seconda di come il tutto verrà assorbito dalle popolazioni adulte, nei cambi di generazione.

Le immagini che circolano ora fanno ridere, ma non credo serva necessariamente cercare il numero di dita.

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Se vuoi possiamo pensare alle scarpe della contadina al centro, o domandarci se il contadino di destra sia un uomo e una donna, ma complessivamente direi che basterebbe guardare la foto 🤷‍♀️
I commenti non rispondono ad una pagina personale della presunta ragazza, e neppure sono in una pagina aziendale, ma di una sorta di non chiaramente definita associazione.
Urca quanti argomenti! Spunti molto interessanti.
Mia figlia usa quotidianamente la IA per lavoro, per cui me ne parla, come alcuni amici, e ne vedo l’utilità.
Invece a mio figlio grafico è proibito usarla. Anche se sarebbe comoda usarla per poi creare immagini, che comunque in gran parte costruisce usando programmi pre-IA.
Già attualmente tutti i libri di testo hanno la versione digitale che riporta gli stessi contenuti in modalità semplificata come contenuti o come caratteri o come struttura, per consentire la comprensione a tutti.
Sarebbe utile l’uso della IA come “macchina per imparare”, come erano definiti i pc o i programmi didattici specifici, a volte con l’ambizione di essere accattivanti come video giochi.
Non è questione di “non toccare i bambini”, magari fossero disponibili testi diversificati.
Però si pongono due problemi. Uno è che benché dovrebbero prevedere una sorta di livelli, come i videogiochi (già erano così i primi programmi didattici) per non bloccare la possibilità di apprendere contenuti presentati con modalità più complesse non solo in livello quantiattivo, ma qualitativo.
Credo che questo sia facilmente comprensibile il pericolo, ricordando quando ci siamo ostinati a capire un argomento ostico o a leggere un testo difficile. Ne siamo usciti più competenti in un modo complesso che non riguarda solo il contenuto.
Un altro problema è invece la manipolazione delle persone da TUTTI i punti di vista.
L’esempio che hai portato è sotto gli occhi di tutti. Così come ha sconcertato la recente truffa che ha usato la voce del ministro Crosetto. Ci sono cadute persone facoltose che hanno certamente competenze superiori a chi, vedendo l’immagine da te postata, commentano “Ah che bella la campagna!” Sicuramente quelle sono persone che davvero credono che la data crema o mescolare banana e patata possano far sparire le rughe.
Io non faccio che urlare da sola ogni giorno che non ne posso più della propaganda, anche “tradizionale“ alla quale tutti crediamo e sulla quale ci siamo formati.
Non so se hai visto il recente filmato di Trump che fa annunci di decisioni politiche con Musk a fianco con il figlio di cinque anni.
A parte che il primo pensiero dovrebbe essere “ma quel bambino non ha una mamma? Ma Musk non può pagare una babysitter per non portarlo a una conferenza stampa?
Il dubbio che tutto sia costruito per creare suggestioni, dovrebbe venire. Senza bisogno di IA.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Aggiungo una piccola osservazione.
Molti molti anni fa i genitori si lamentavano della scuola perché i libri di testo trasmettevano una visione del mondo e della storia e di conseguenza politica che non era abbastanza ampia.
Adesso si lamentano che i libri sono difficili ed esigono la semplificazione e l’uso di strumenti compensativi, che non sanno cosa sono.
Come è accaduto tutto questo?
È stato un cambiamento complesso e in parte effetto di una manipolazione.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Urca quanti argomenti! Spunti molto interessanti.
Mia figlia usa quotidianamente la IA per lavoro, per cui me ne parla, come alcuni amici, e ne vedo l’utilità.
Invece a mio figlio grafico è proibito usarla. Anche se sarebbe comoda usarla per poi creare immagini, che comunque in gran parte costruisce usando programmi pre-IA.
Già attualmente tutti i libri di testo hanno la versione digitale che riporta gli stessi contenuti in modalità semplificata come contenuti o come caratteri o come struttura, per consentire la comprensione a tutti.
Sarebbe utile l’uso della IA come “macchina per imparare”, come erano definiti i pc o i programmi didattici specifici, a volte con l’ambizione di essere accattivanti come video giochi.
Non è questione di “non toccare i bambini”, magari fossero disponibili testi diversificati.
Però si pongono due problemi. Uno è che benché dovrebbero prevedere una sorta di livelli, come i videogiochi (già erano così i primi programmi didattici) per non bloccare la possibilità di apprendere contenuti presentati con modalità più complesse non solo in livello qualitativo, ma qualitativo.
Credo che questo sia facilmente comprensibile il pericolo, ricordando quando ci siamo ostinati a capire un argomento ostico o a leggere un testo difficile. Ne siamo usciti più competenti in un modo complesso che non riguarda solo il contenuto.
Un altro problema è invece la manipolazione delle persone da TUTTI i punti di vista.
L’esempio che hai portato è sotto gli occhi di tutti. Così come ha sconcertato la recente truffa che ha usato la voce del ministro Crosetto. Ci sono cadute persone facoltose che hanno certamente competenze superiori a chi, vedendo l’immagine da te postata, commentano “Ah che bella la campagna!” Sicuramente quelle sono persone che davvero credono che la data crema o mescolare banana e patata possano far sparire le rughe.
Io non faccio che urlare da sola ogni giorno che non ne posso più della propaganda, anche “tradizionale“ alla quale tutti crediamo e sulla quale ci siamo formati.
Non so se hai visto il recente filmato di Trump che fa annunci di decisioni politiche con Musk a fianco con il figlio di cinque anni.
A parte che il primo pensiero dovrebbe essere “ma quel bambino non ha una mamma? Ma Musk non può pagare una babysitter per non portarlo a una conferenza stampa?
Il dubbio che tutto sia costruito per creare suggestioni, dovrebbe venire. Senza bisogno di IA.
Sul finale mi pare non vi siano dubbi.
Sicuramente IA può essere uno strumento utile, al momento quello che io noto è che tutto il mondo web, se vogliamo il virtuale, che era una terra di nessuno, adesso ha controllo.
Ti sarà capitato di entrare in una libreria, non necessariamente per fare acquisti, e prendere in mano dei libri, leggere qualche riga, oppure nei mercatini di antiquariato. Nella casualità hai preso in mano un libro e letto un testo che se ti avessero dovuto presentare dei testi schematizzati per la tua persona non avresti mai letto. Una sorta di nutrimento culturale... un poco come la differenza delle vacche al pascolo, che non è che mangiano solo erba, ma mangiano diversi tipi di erbe e altri vegetali, e quelle chiuse in un allevamento intensivo. Non è che sia qualcosa di nuovo il controllo delle masse, solo che questo sarà comunque un modo applicabile.
Quelli che commentano immagini come nell’esempio vien da dirsi "un branco di rincoglioniti", però è evidente che vedono un mezzo in modo diverso, alla fine sono 3 secondi di emozione (magari pensano ai loro genitori, o ricordi di quando erano bambini) niente di nocivo.
Però poi sono le stesse persone che rischiano di cadere in schemi di truffa, perlomeno quelli più noti.
Il fatto è che tutti invecchiamo. Non credo che se ti arrivasse un audio o un video da tuo figlio, che andresti a visualizzare dal suo numero reale, sentendo che ti chiede di fare un bonifico lo faresti. Lo chiameresti, ci vorresti parlare, ma... verranno creati altri metodi. Questo in effetti mi crea una certa titubanza, perchè guardare a chi è più "fragile" (o se vuoi rincoglionito) per sentirsi migliori, non stimola a migliorarsi.
Detto in termini non da IA, è una supposta nel culo.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sul finale mi pare non vi siano dubbi.
Sicuramente IA può essere uno strumento utile, al momento quello che io noto è che tutto il mondo web, se vogliamo il virtuale, che era una terra di nessuno, adesso ha controllo.
Ti sarà capitato di entrare in una libreria, non necessariamente per fare acquisti, e prendere in mano dei libri, leggere qualche riga, oppure nei mercatini di antiquariato. Nella casualità hai preso in mano un libro e letto un testo che se ti avessero dovuto presentare dei testi schematizzati per la tua persona non avresti mai letto. Una sorta di nutrimento culturale... un poco come la differenza delle vacche al pascolo, che non è che mangiano solo erba, ma mangiano diversi tipi di erbe e altri vegetali, e quelle chiuse in un allevamento intensivo. Non è che sia qualcosa di nuovo il controllo delle masse, solo che questo sarà comunque un modo applicabile.
Quelli che commentano immagini come nell’esempio vien da dirsi "un branco di rincoglioniti", però è evidente che vedono un mezzo in modo diverso, alla fine sono 3 secondi di emozione (magari pensano ai loro genitori, o ricordi di quando erano bambini) niente di nocivo.
Però poi sono le stesse persone che rischiano di cadere in schemi di truffa, perlomeno quelli più noti.
Il fatto è che tutti invecchiamo. Non credo che se ti arrivasse un audio o un video da tuo figlio, che andresti a visualizzare dal suo numero reale, sentendo che ti chiede di fare un bonifico lo faresti. Lo chiameresti, ci vorresti parlare, ma... verranno creati altri metodi. Questo in effetti mi crea una certa titubanza, perchè guardare a chi è più "fragile" (o se vuoi rincoglionito) per sentirsi migliori, non stimola a migliorarsi.
Detto in termini non da IA, è una supposta nel culo.
Non penso solo che siano rincoglioniti (hanno male interpretato persone che stimo, anch’io a un primo sguardo.)
Credo che oltre alla comunicazione di chi crede l’immagine reale, vi sia anche il feedback di questi che, credendoci, comunicano una idea del mondo.
Fintanto che esiste una democrazia, almeno formale, è necessario rassicurare i cittadini e si fa anche dando una immagine suggestiva o anche una visione che appaia auspicabile. Realizzarla è un altro paio di maniche.
 

perplesso

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La sovrappopolazione non è una minchia, solo che non è uniforme nel pianeta, e intervengono anche fattori di capacità di un paese di sostenere i suoi abitanti in termini di risorse. Bangladesh, India, Filippine hanno problemi di sovraffollamento nelle aree urbane. In Egitto la maggior parte della popolazione vive lungo il Nilo, con un concentrazione estrema solo in alcune aree. In Etiopia la popolazione è in crescita, ma le risorse sono scarse.
Quindi una zona viene considerata sovrappopolata quando le risorse sono limitate rispetto al numero di abitanti.
In Italia abbiamo una congestione urbana principalmente a Roma, Milano e Napoli. L'Appennino e le Alpi sono scarsamente popolate. Non è comunque considerata sovrappopolata rispetto ad altri paesi come quelli sopra citati.
Riguardo un contesto globale il punto non mi pare tanto la sovrappopolazione ma il consumo di risorse, e anche questo non è uniforme nel pianeta.
Ad esempio paesi come Bangladesh, India e Nigeria pur con una forte crescita demografica hanno minore impatto individuale sull’ambiente, ma è abbastanza comprensibile dato che mancano risorse essenziali come acqua o elettricità. Un cittadino americano consuma come 40 africani.
Però i paesi poveri aspirano ai livelli di benessere occidentali, creando quindi dei contesti di aumento dei consumi globali, e pressione nelle risorse.
Non è sostenibile per i "paesi poveri" seguire i modelli occidentali, che a loro volta dovrebbero essere rivisti.
Di fatto oggi è chiaro come le terre considerate ricche, vengono occupate attraverso le migrazioni da altri popoli, e personalmente temo in ciò che oggi si considera "sostenibile" si stiano creando anche delle nicchie di speculazione. Più che negare dei problemi, credo sia più opportuno fare chiarezza.
se c'è una cosa che in Bangladesh non manca, è proprio l'acqua. la sovrappopolazione di Dacca è un casi discuola quando si parla di incapacità di programmazione urbanistica. così come il fatto che 175 milioni di persone vivono in un territorio che è meno della metà dell'Italia.

il che conferma come in Italia parlare di sovrappopolazione sia ridicolo. noi siamo pesantemente sottopopolati

ed abbiamo centinaia di migliati di ettari di terreno coltivabile abbandonato, per tacere della devastazione fatta grazie a Draghi della Sadegna con ste belin di pale eoliche. e campi di pannelli solari dove prima si coltivava il grano.

la scarsità di risorse è quindi un'altra falsità diffusa a piene mani da chi come l'US AID, foraggiava solo ed esclusivamente "l'inclusività" e dava 0 dollari ad esempio al piano di riforestazione del Sahel

quello che conta è uscire dal binario del politicamente corretto ed osservare il mondo che ci circonda
 
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