
certamente tu studiavi!
Ma non è che gli altri semplicemente non studiavano.
Ogni bambino e ogni ragazzo vuole imparare (siamo fatti così) e vuole avere riscontri positivi, in parole semplici vuole andare bene a scuola, smette di studiare quando il livello di frustrazione diventa troppo alto per avere la forza di continuare a impegnarsi.
Naturalmente il pensiero comune è che sia poco intelligente, pigro o con voglia di fare altro.
Cose se non fosse comune a tutti i bambini la voglia e il bisogno di giocarle e comune a tutti gli adolescenti voler esplorare il mondo del sesso, dei sentimenti e delle forme artistiche.
I primi testi di pedagogia che dicono che è la scuola a doversi adattare agli alunni e non gli alunni alla scuola sono usciti quando c’erano le classi differenziali.
Ma in una struttura selettiva ed emarginante è ovvio che si voglia trasmettere ai superstiti un senso di avere il merito del successo.