La differenza tra destra e sinistra sulla questione dell’uguaglianza sociale riguarda il modo in cui vedono il rapporto tra **punto di partenza** e **opportunità**.
**Sinistra**
- Tende a credere che le persone **non partano da condizioni uguali**, perché la società è caratterizzata da disuguaglianze economiche e sociali.
- Promuove politiche di **redistribuzione della ricchezza** (tasse progressive, welfare, istruzione pubblica gratuita) per garantire **uguaglianza di opportunità**.
- L’obiettivo è ridurre il divario tra chi nasce in condizioni svantaggiate e chi parte con più risorse.
**Destra**
- Accetta che le persone **partano da condizioni diverse**, ma enfatizza il valore del **merito e dell’iniziativa individuale**.
- Vede le disuguaglianze come un’espressione naturale delle differenze di talento, impegno e scelte individuali.
- Sostiene un sistema economico con meno intervento statale e più incentivi per l’**autonomia e l’imprenditorialità**, piuttosto che redistribuire risorse in modo forzato.
Detto questo, non mi sono espressa sulla correttezza di una posizione rispetto ad un altra, ma sul concetto di evoluzione. In natura sopravvive da sempre chi sa mettere in atto una spinta al miglioramento o all’adattamento in un contesto ostile.
Se sei cresciuto in un contesto molto sfavorevole e ce l’hai fatta, sara’ diverso per te rispetto a chi e’ cresciuto col sedere nel burro.
Il che non vuol dire non concepire l’aiuto per chi “non ce la fa “.
Ritornando al tema oggetto del 3d.. credo che cercare stratagemmi e scorciatoie facili (anche con la chirurgia estetica), non consenta di sviluppare le naturali capacita’ di adattamento o di migliorento.