Mi chiedo sempre se la gente crede davvero al miracolo e alla profezia. Penso sia più una manipolazione subdola, qualcuno ti dice che ti andrà bene e se te lo dice un altro ci credi, più magari accade e pensi che sia merito di chi te lo dice più del fatto che invece vogliamo solo sentirci dire determinate cose.
Il mondo è difficile da comprendere. Da bambini abbiamo il pensiero magico e crediamo davvero di essere onnipotenti, io mi ricordo anche tutta una serie di cose assurde che facevo da bambina, credendoci. Tra le tante, credo che non calpestare le linee camminando sia diffusissima. Poi sviluppiamo la razionalità, anche attraverso l’educazione degli adulti.
Nei momenti di difficoltà è frequente regredire. Spesso lo facciamo in modalità che non vengono percepite come “magiche”, come indossare una certa maglia per guardare una partita. Nello sport vediamo atleti che si sono preparati per mesi per una performance, fare cose strane perché beneauguranti. Ma lo fanno anche attori e cantanti e probabilmente noi prima di un esame.
E non mostrare l’abito da sposa al futuro sposo, prima della cerimonia, non è forse una tradizione magica?
Una quota di pensiero magico credo che sia una forma individuale contro l’ansia.
In parte lo è la preghiera.
È grave quando il pensiero magico si trasferisce nella ludopatia, ad esempio, o quando si pagano fessi perché ci dicano cosa fare.