Cronaca nera

Rebecca89

Sentire libera
Potrebbe andare bene. Da un lato.
Ora ti racconto però cosa succede coi compromessi quando poi si scontrano con sistemi fortemente gerarchici.
Se gli dici no tentano il compromesso o cercano la spiegazione.
Ma un no e’ un no e io non lo devo spiegare a nessuno.
E invece spesso capita che loro non capiscano che fuori di casa l’adulto non è più un genitore, ma solo un adulto che ti tratta da adulto.
Però tu. Io lo spiegherei un no. E me li hanno sempre spiegati. In ambito scolastico e lavorativo soprattutto. Io non mi alzo e dico no senza motivo. Se ti dico di no c è un perché e te lo spiego. Io lo faccio. Lui accetta la spiegazione e la volta dopo non ripete.
 

danny

Utente di lunga data
Però tu. Io lo spiegherei un no. E me li hanno sempre spiegati. In ambito scolastico e lavorativo soprattutto. Io non mi alzo e dico no senza motivo. Se ti dico di no c è un perché e te lo spiego. Io lo faccio. Lui accetta la spiegazione e la volta dopo non ripete.
Un no o un sì devono essere motivati.
Altrimenti è puro esercizio dell'autorità.
Alla quale si può sottostare oppure opporre, a volte anche usando sotterfugi o schemi manipolatori.
Diciamo che è quella fase della vita in cui si può arrivare anche a imparare quanto può essere produttivo per stare bene mentire a chi si ha accanto.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Non puoi negare che l'attuale forma di governo più diffusa al mondo attualmente è la plutocrazia.
Nel mondo occidentale, probabilmente, lo è sempre stata in forme diverse.
Con la rivoluzione francese si è sostituita all'aristocrazia ed è passata dal precedente controllo economico al governo effettivo.
Oggi singoli personaggi hanno più potere finanziario di singoli stati.
In Italia la stessa opposizione di "sinistra" è, da anni, guidata, pilotata e influenzata da milionari finti poveri.
Allora direi oligarchia
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Non è un governo di pochi (oligarchia) è un governo di ricchi per diventare sempre più ricchi (plutocrazia).
Pochi sono certamente pochi, che siano tutti e soli ricchi che vogliono diventare più ricchi, può essere
 

Jacaranda

Utente di lunga data
Perché siamo convinti che siano soprattutto i "no" a palesare una buona educazione parentale e non i "si"?
Mamma esco e torno quando mi pare
Voglio il cellulare a 10 anni
E’ la maestra che ce l’ha con me, non io che non ho voglia di studiare
Gioco con la play quanto mi pare
Questo non lo mangio
Voglio l’ultimo modello di iphone
Voglio le tette rifatte a 18 anni

(E potrei continuare all’infinito )
Metti si al posto di no.
E dammi esempi in cui e’ educativo dire si
 

Rebecca89

Sentire libera
Mamma esco e torno quando mi pare
Voglio il cellulare a 10 anni
E’ la maestra che ce l’ha con me, non io che non ho voglia di studiare
Gioco con la play quanto mi pare
Questo non lo mangio
Voglio l’ultimo modello di iphone
Voglio le tette rifatte a 18 anni

(E potrei continuare all’infinito )
Metti si al posto di no.
E dammi esempi in cui e’ educativo dire si
Ma vanno equilibrati i si e i no.
E i modi non possono essere voglio, faccio, vado.
Quindi se è
Mamma, posso uscire?
Si.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Ma vanno equilibrati i si e i no.
E i modi non possono essere voglio, faccio, vado.
Quindi se è
Mamma, posso uscire?
Si.
A me dicevano sempre "l'erba voglio non esiste neanche nel giardino del re". Se lo diceva mia nonna era solitamente seguito da un "coppino" e/o un'imprecazione in parmigiano stretto
 

danny

Utente di lunga data
Mamma esco e torno quando mi pare
Voglio il cellulare a 10 anni
E’ la maestra che ce l’ha con me, non io che non ho voglia di studiare
Gioco con la play quanto mi pare
Questo non lo mangio
Voglio l’ultimo modello di iphone
Voglio le tette rifatte a 18 anni

(E potrei continuare all’infinito )
Metti si al posto di no.
E dammi esempi in cui e’ educativo dire si
Per me è no a tutto, tranne sull'iPhone.
La mia ha messo da parte tutte le mancette di due, tre anni per comprarsi il 16.
Ovviamente con pippone da parte mia di come il prezzo d'acquisto fosse immotivato.
Ma a 18 anni io avevo già l'hifi, compravo dischi, avevo una reflex con 3 obiettivi etc.
Tutta roba che puoi fare col solo iPhone.
 

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
Mamma esco e torno quando mi pare
Voglio il cellulare a 10 anni
E’ la maestra che ce l’ha con me, non io che non ho voglia di studiare
Gioco con la play quanto mi pare
Questo non lo mangio
Voglio l’ultimo modello di iphone
Voglio le tette rifatte a 18 anni

(E potrei continuare all’infinito )
Metti si al posto di no.
E dammi esempi in cui e’ educativo dire si
Cazzo sono dei mostri non dei figli😬
 

Nicky

Utente di lunga data
Se si inizia con voglio/dico/faccio/vado e si asseconda il tutto richiesto in questo modo, i piedi in testa sono un attimo.
Se un bambino/ragazzino si esprime così, manca già di rispetto ai genitori.
Però posso dirti che con i figli di alcuni amici l'ho notato. In casa di una mia amica comanda palesemente la figlia di dieci anni, che di fronte a noi ha dato alla mamma della scema. Loro sono molto benestanti e vedere queste bambine insieme fa impressione, truccate, vestite come adolescenti, con l'ultimo modello di iphone, sempre in chat. Sono già fuori dalla sorveglianza genitoriale.
 

Rebecca89

Sentire libera
Se un bambino/ragazzino si esprime così, manca già di rispetto ai genitori.
Però posso dirti che con i figli di alcuni amici l'ho notato. In casa di una mia amica comanda palesemente la figlia di dieci anni, che di fronte a noi ha dato alla mamma della scema. Loro sono molto benestanti e vedere queste bambine insieme fa impressione, truccate, vestite come adolescenti, con l'ultimo modello di iphone, sempre in chat. Sono già fuori dalla sorveglianza genitoriale.
La figlia della mia amica uguale.
Benestanti anche loro.
Io non so se è una questione di poterselo permettere e quindi viziarli senza rendersi conto della conseguente pretesa nel volere le cose. Ha 10 anni, già tutto a livello tecnologico, e qualche tempo fa mi dice "zia ma io a scuola non ci voglio andare, voglio andare a lavorare."
E io "ah si? Pensa che io gli anni migliori e i ricordi più belli li ho della scuola, ti insegna tantissimo. E poi che vorresti fare scusa, già sai tutto? Cambierai idea ennemila volte piccola"
"L estetista. O l influencer. Con l ultima mi regalano un sacco di cose, trucchi, vestiti e guadagno pure".

Ma che le rispondo. La mia amica disperata. E io dico e non dico, giusto se proprio mi chiede perché potrei essere un po' troppo dura e la figlia non è la mia.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ciò che non si fa da giovani lo si rimpiange a una certa età.
C'è un tempo per ogni esperienza e forse le cazzate a livello esperienzale è meglio farle da giovani.
Io non ho mai rimpianto di non aver fatto una cazzata.
Il controllo sui figli (l’ho spiegato più volte e anche in questo thread) non deve essere costituito prevalentemente da NO e proibizioni, anche se pure quelle devono esserci, ma sul contenimento. Il contenimento è evidente con i bimbetti ai quali si insegna con varie metodologie (alcune più valide, altre meno) a non toccare il forno, a non cercare di rovesciare le pentole, ad attraversare la strada ecc. Ci si impegna appena iniziano a gattonare e poi a camminare per molti anni a rapportarsi con la realtà e con le persone (indubbiamente con fatica e responsabilità) e li si guida verso l’autonomia, consentendo le esperienze gradualmente, mettendo limiti.
Ci sono pure persone che non solo diventano adulte e brave, nonostante la mancanza di limiti e controllo, attraversando esperienze di tutti i tipi senza limiti. Sono i sopravvissuti. Non consideriamo i “caduti“. Il fatto che ci siano i sopravvissuti non significa che buttarli nel mare del mondo senza salvagente sia un buon metodo.
Io sono sostenitrice da sempre che la cosa più importante per ognuno (tutti noi siamo stati figli) è avere percepito amore, accettazione per la nostra individualità e fiducia. Ma la fiducia a cui penso è il fare sentire che sarà in grado di affrontare la vita. Ma le esperienze vanno limitate dai genitori, finché non si valuta che il figlio è in grado di affrontarle e di evitare le situazioni dannose.
So bene che c’è chi ha frequentato tossici senza nemmeno fumare una canna e anche che ci sono persone che sono uscite dall’eroina. Ma forse è meglio porre i limiti ed evitare che possano trovarsi in certe situazioni prima che abbiano raggiunto una maturità sufficiente per affrontarle. Non mandiamo un bimbo di tre anni in giro da solo confidando che imparerà ad attraversare la strada.
Il punto su cui nasce il dissenso è il QUANDO. Quando si può considerare un bambino in grado di attraversare da solo? Questo è meno difficile di altre cose. Lo si fa insieme centinaia, migliaia di volte e poi si chiede a lui di valutare e, verificato che sa considerare tutti i fattori, si lascia che lo faccia da solo. Io ricordo bene quando mio figlio cercava di liberare la manina che gli tenevo, urlando “solo!” Ma non la lasciavo. Ed è così per ogni cosa. Il figlio vuole andare e il genitore lo tiene e lo contiene. Contiene anche la voglia di autonomia che si trasforma in rabbia quando si sente limitato. Lo si fa non per paura (anche se la paura c’è) ma per amore e responsabilità.
Qualche volta si può sbagliare per eccesso di limiti? Certo. Si deve accettare questo rischio. Forse è meglio del credere che chi ha appena imparato ad allacciarsi le scarpe, sia in grado di fare sesso sicuro o che sia in grado di valutare la maturità o la sanità mentale di chi magari ancora non sa allacciarsi le scarpe e le compra col velcro. (È una metafora)
 
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Brunetta

Utente di lunga data
E ho capito lo so pure io
Ma se sono così
Non li posso certo forzare ..
Ho provato a dire a mio figli esci fai come tutti gli adolescenti normali, fatti un paio di canne e fai risse per strada ..non ha voluto😬
A volte è un bene disubbidire 😂
 

Nicky

Utente di lunga data
La figlia della mia amica uguale.
Benestanti anche loro.
Io non so se è una questione di poterselo permettere e quindi viziarli senza rendersi conto della conseguente pretesa nel volere le cose. Ha 10 anni, già tutto a livello tecnologico, e qualche tempo fa mi dice "zia ma io a scuola non ci voglio andare, voglio andare a lavorare."
E io "ah si? Pensa che io gli anni migliori e i ricordi più belli li ho della scuola, ti insegna tantissimo. E poi che vorresti fare scusa, già sai tutto? Cambierai idea ennemila volte piccola"
"L estetista. O l influencer. Con l ultima mi regalano un sacco di cose, trucchi, vestiti e guadagno pure".

Ma che le rispondo. La mia amica disperata. E io dico e non dico, giusto se proprio mi chiede perché potrei essere un po' troppo dura e la figlia non è la mia.
La mia amica invece non si rende pienamente conto, pende dalle labbra della figlia perché è lei che non accetta i no di sua figlia! Cerca di compiacerla per essere approvata e amata. Lei e le altre bambine si sentono l'eccellenza perché frequentano una scuola privata, sono brave, hanno tutto. Hanno l'atteggiamento di chi sa e ha visto già tutto, solo che interiormente la solidità che esibiscono non c'è e si trovano ad avere a che fare con genitori che, in fondo, si sono auto-svalutati comportandosi come servi.
Poi, non penso che subiranno chissà quali danni, ma al momento l'impressione è spiacevole.
 

Brunetta

Utente di lunga data
A me dicevano sempre "l'erba voglio non esiste neanche nel giardino del re". Se lo diceva mia nonna era solitamente seguito da un "coppino" e/o un'imprecazione in parmigiano stretto
Mi fa ridere perché era un metodo diffuso.
Non è efficace.
 

danny

Utente di lunga data
Io non ho mai rimpianto di non aver fatto una cazzata.
Il controllo sui figli (l’ho spiegato più volte e anche in questo thread) non deve essere costituito prevalentemente da NO e proibizioni, anche se pure quelle devono esserci, ma sul contenimento. Il contenimento è evidente con i bimbetti ai quali si insegna con varie metodologie (alcune più valide, altre meno) a non toccare il forno, a non cercare di rovesciare le pentole, ad attraversare la strada ecc. Ci si impegna appena iniziano a gattonare e poi a camminare per molti anni a rapportarsi con la realtà e con le persone (indubbiamente con fatica e responsabilità) e li si guida verso l’autonomia, consentendo le esperienze gradualmente, mettendo limiti.
Ci sono pure persone che non solo diventano adulte e brave, nonostante la mancanza di limiti e controllo, attraversando esperienze di tutti i tipi senza limiti. Sono i sopravvissuti. Non consideriamo i “caduti“. Il fatto che ci siano i sopravvissuti non significa che buttarli nel mare del mondo senza salvagente sia un buon metodo.
Io sono sostenitrice da sempre che la cosa più importante per ognuno (tutti noi siamo stati figli) è avere percepito amore, accettazione per la nostra individualità e fiducia. Ma la fiducia a cui penso è il fare sentire che sarà in grado di affrontare la vita. Ma le esperienze vanno limitate dai genitori, finché non si valuta che il figlio è in grado di affrontarle e di evitare le situazioni dannose.
So bene che c’è chi ha frequentato tossici senza nemmeno fumare una canna e anche che ci sono persone che sono uscite dall’eroina. Ma forse è meglio porre i limiti ed evitare che possano trovarsi in certe situazioni prima che abbiano raggiunto una maturità sufficiente per affrontarle. Non mandiamo un bimbo di tre anni in giro da solo confidando che imparerà ad attraversare la strada.
Il punto su cui nasce il dissenso è il QUANDO. Quando si può considerare un bambino in grafologia di attraversare da solo? Questo è meno difficile di altre cose. Lo si fa insieme centinaia, migliaia di volte e poi si chiede a lui di valutare e, verificato che sa considerare tutti i fattori, si lascia che lo faccia da solo. Io ricordo bene quando mio figlio cercava di liberare la manina che gli tenevo, urlando “solo!” Ma non la lasciavo. Ed è così per ogni cosa. Il figlio vuole andare e il genitore lo tiene e lo contiene. Contiene anche la voglia di autonomia che si trasforma in rabbia quando si sente limitato. Lo si fa non per paura (anche se la paura c’è) ma per amore e responsabilità.
Qualche volta si può sbagliare per eccesso di limiti? Certo. Si deve accettare questo rischio. Forse è meglio del credere che chi ha appena imparato ad allacciarsi le scarpe, sia in grado di fare sesso sicuro o che sia in grado di valutare la maturità o la sanità mentale di chi magari ancora non sa allacciarsi le scarpe e le compra col velcro. (È una metafora)
Anche a te chiedo: cosa intendi per esperienza da limitare?
A una ragazzina di 12 anni impediresti di frequentare i maschi per evitare che abbia esperienze affettive e sessuali?
Da che età consideresti possibile la frequentazione di un ragazzo?
Ho letto molti adulti su Facebook che consideravano i 18 anni l'età minima per fare sesso e fidanzarsi stigmatizzando il fatto, considerato decisivo per l'assassinio, che lei frequentasse un ragazzo già a 12 anni.
Come facevano le mie coetanee all'epoca, però.
 
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