Cronaca nera

Brunetta

Utente di lunga data
Se un bambino/ragazzino si esprime così, manca già di rispetto ai genitori.
Però posso dirti che con i figli di alcuni amici l'ho notato. In casa di una mia amica comanda palesemente la figlia di dieci anni, che di fronte a noi ha dato alla mamma della scema. Loro sono molto benestanti e vedere queste bambine insieme fa impressione, truccate, vestite come adolescenti, con l'ultimo modello di iphone, sempre in chat. Sono già fuori dalla sorveglianza genitoriale.
Ma sei certa che i genitori non le vogliano così?
 

Brunetta

Utente di lunga data
La figlia della mia amica uguale.
Benestanti anche loro.
Io non so se è una questione di poterselo permettere e quindi viziarli senza rendersi conto della conseguente pretesa nel volere le cose. Ha 10 anni, già tutto a livello tecnologico, e qualche tempo fa mi dice "zia ma io a scuola non ci voglio andare, voglio andare a lavorare."
E io "ah si? Pensa che io gli anni migliori e i ricordi più belli li ho della scuola, ti insegna tantissimo. E poi che vorresti fare scusa, già sai tutto? Cambierai idea ennemila volte piccola"
"L estetista. O l influencer. Con l ultima mi regalano un sacco di cose, trucchi, vestiti e guadagno pure".

Ma che le rispondo. La mia amica disperata. E io dico e non dico, giusto se proprio mi chiede perché potrei essere un po' troppo dura e la figlia non è la mia.
La tua amica come è arrivata a una figlia che è davvero convinta di quello che dice?
Oppure, io ipotizzo, non lo dice per sapere cosa pensano i genitori di quel percorso?
 

Brunetta

Utente di lunga data
La mia amica invece non si rende pienamente conto, pende dalle labbra della figlia perché è lei che non accetta i no di sua figlia! Cerca di compiacerla per essere approvata e amata. Lei e le altre bambine si sentono l'eccellenza perché frequentano una scuola privata, sono brave, hanno tutto. Hanno l'atteggiamento di chi sa e ha visto già tutto, solo che interiormente la solidità che esibiscono non c'è e si trovano ad avere a che fare con genitori che, in fondo, si sono auto-svalutati comportandosi come servi.
Poi, non penso che subiranno chissà quali danni, ma al momento l'impressione è spiacevole.
Ma chi le ha iscritte a quella scuola passando il messaggio che bisogna distinguersi dalla plebe grazie ai soldi e alle frequentazioni? Ti pare che considerino importante la cultura e l’approfondimento o che siano interessate ai buoni voti ottenuti attraverso la riproduzione di testi?
Spesso i genitori ottengono loro copie, per loro lusinghiere, per loro.
 

Nicky

Utente di lunga data
Anche a te chiedo: cosa intendi per esperienza da limitare?
A una ragazzina di 12 anni impediresti di frequentare i maschi per evitare che abbia esperienze affettive e sessuali?
Da che età consideresti possibile la frequentazione di un ragazzo?
Ho letto molti adulti su Facebook che consideravano i 18 anni l'età minima per fare sesso e fidanzarsi stigmatizzando il fatto, considerato decisivo per l'assassinio, che lei frequentasse un ragazzo già a 12 anni.
Come facevano le mie coetanee all'epoca.
Per me 12 anni sono pochi per avere esperienze sessuali; ma non è tanto questo.
Sono pochi anche i diciassette che aveva lui, per vivere una relazione adulta, da fidanzati fissi.
E, infatti, lui non ha retto, non ha saputo governare il suo istinto, la sua aggressività di fronte al rifiuto, per gestire realmente la responsabilità di una relazione, di tutte le emozioni connesse. Ha scimmiottato il maschio che sottomette la donna, non avendo nessun altro riferimento in testa.
Sinceramente, facciamo fatica noi adulti a essere civili nelle nostre relazioni, per dei ragazzini è ancora più difficile.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Anche a te chiedo: cosa intendi per esperienza da limitare?
A una ragazzina di 12 anni impediresti di frequentare i maschi per evitare che abbia esperienze affettive e sessuali?
Da che età consideresti possibile la frequentazione di un ragazzo?
Ho letto molti adulti su Facebook che consideravano i 18 anni l'età minima per fare sesso e fidanzarsi stigmatizzando il fatto, considerato decisivo per l'assassinio, che lei frequentasse un ragazzo già a 12 anni.
Come facevano le mie coetanee all'epoca, però.
A dodici anni i miei figli stavano in casa e vedevano gli amici in mia presenza.
Mia figlia ha avuto il primo ragazzo a 16 e la controllavo segretamente.
 

Nicky

Utente di lunga data
Ma chi le ha iscritte a quella scuola passando il messaggio che bisogna distinguersi dalla plebe grazie ai soldi e alle frequentazioni? Ti pare che considerino importante la cultura e l’approfondimento o che siano interessate ai buoni voti ottenuti attraverso la riproduzione di testi?
Spesso i genitori ottengono loro copie, per loro lusinghiere, per loro.
Sai, io a un certo punto mi fermo, perché non ho figli e, quindi, non so tante cose.
So che i genitori vogliono il meglio per i figli, ma alcuni, come in questo caso, a volte interpretano questo meglio in un modo che mi lascia qualche dubbio.
Un figlio prepotente non è un figlio forte.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Per me 12 anni sono pochi per avere esperienze sessuali; ma non è tanto questo.
Sono pochi anche i diciassette che aveva lui, per vivere una relazione adulta, da fidanzati fissi.
E, infatti, lui non ha retto, non ha saputo governare il suo istinto, la sua aggressività di fronte al rifiuto, per gestire realmente la responsabilità di una relazione, di tutte le emozioni connesse. Ha scimmiottato il maschio che sottomette la donna, non avendo nessun altro riferimento in testa.
Sinceramente, facciamo fatica noi adulti a essere civili nelle nostre relazioni, per dei ragazzini è ancora più difficile.
Lui se perdeva lei, perdeva anche la famiglia di lei.
Bisogna anche avere cautela nell’accogliere i partner dei figli.
Ho letto qui persone tradite che non si sentivano di separarsi anche per non dare dolore ai genitori e suoceri.
Ma erano persone adulte, senza il disperato bisogno di riconoscimento degli adolescenti.
 

Rebecca89

Sentire libera
La tua amica come è arrivata a una figlia che è davvero convinta di quello che dice?
Oppure, io ipotizzo, non lo dice per sapere cosa pensano i genitori di quel percorso?
Non penso che lo faccia per attirare l attenzione. Io credo proprio che siano state sottovalutate tante cose. La mia amica lo dice, è la prima ed abbiamo sbagliato. Ma anche con il terzo sta venendo su lo stesso modo, il secondo è un angelo. Con me la bambina ci parla e non perché sono Maria. Una volta mi raccontava alcuni episodi che magari la spaventavano o tormentavano (fa terapia, è dsa con la 104) e la madre alzava spallucce e mi faceva vedi? È così.
Ma come è così.
Ma le spieghi che avere paura non è sbagliato? Che magari la fa essere anzi più accorta in alcune cose e quindi può vederla come qualcosa anche di positivo e non sempre necessariamente in negativo? Eravamo al parco, ci ho parlato io. E lei si è illuminata, mi ha detto "sai zia (che vabbè, mi chiama zia, non ha zie) non ci avevo mai pensato". È sveglia, sveglissima, troppo. E loro su questo suo essere sveglia, secondo me, hanno sottovalutato le fragilità. È alta, bella, pesa 35 chili perché non mangia. Nulla. Solo schifezze. Che puntualmente la madre le fa trovare perché "sennò non mangia niente". Ma proprio credimi, nulla. 4 cose in croce. Una sera l ho tenuta a cena da me. Ha mangiato. Alcune cose non le sono piaciute, altre però si, soprattutto ha assaggiato. Ma io ripeto non sono la madre e mi imbarazza pure dire a lei come secondo me dovrebbe fare. Quindi, quando sto con la piccoletta, la lascio chiacchiera e parlare e le rispondo come si risponde e si ascolta una bambina di 10 anni. Nulla più. Però mi ascolta, lo vedo, lo capisco. Se mette in pratica non penso. Non l ho messa al mondo io e non è una pratica che continuo io a casa con lei.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Sai, io a un certo punto mi fermo, perché non ho figli e, quindi, non so tante cose.
So che i genitori vogliono il meglio per i figli, ma alcuni, come in questo caso, a volte interpretano questo meglio in un modo che mi lascia qualche dubbio.
Un figlio prepotente non è un figlio forte.
Non credo che sia indispensabile avere figli.
Ci sono psicologi, psicoterapeuti, pedagogisti ed educatori che non hanno avuto figli, ma hanno studiato.
Come in ogni ambito ci vuole studio.
Altrimenti potremmo chiedere un parere alla cagnetta che ha avuto i cuccioli (paragone paradossale.)
Non esiste alcun esperto che pensa che buttare nel mare del mondo sia un buon metodo per imparare a vivere.
 

danny

Utente di lunga data
Ma chi le ha iscritte a quella scuola passando il messaggio che bisogna distinguersi dalla plebe grazie ai soldi e alle frequentazioni? Ti pare che considerino importante la cultura e l’approfondimento o che siano interessate ai buoni voti ottenuti attraverso la riproduzione di testi?
Spesso i genitori ottengono loro copie, per loro lusinghiere, per loro.
Obiettivamente, iscrivere i figli a certe scuole permette di mantenere le distinzioni di classe.
Oggi più che mai necessarie, con le scuole di certe zone affollate ad troppi stranieri.
Anche qui, è davvero così sbagliato non puntare sulle conoscenze giuste per permettere ai propri figli di fare più carriera, avere aiuto, appartenere a clan e quindi migliorare la propria vita e carriera lavorativa?
 

danny

Utente di lunga data
Per me 12 anni sono pochi per avere esperienze sessuali; ma non è tanto questo.
Sono pochi anche i diciassette che aveva lui, per vivere una relazione adulta, da fidanzati fissi.
E, infatti, lui non ha retto, non ha saputo governare il suo istinto, la sua aggressività di fronte al rifiuto, per gestire realmente la responsabilità di una relazione, di tutte le emozioni connesse. Ha scimmiottato il maschio che sottomette la donna, non avendo nessun altro riferimento in testa.
Sinceramente, facciamo fatica noi adulti a essere civili nelle nostre relazioni, per dei ragazzini è ancora più difficile.
Il problema è che a 12 anni ti puoi innamorare, e come si può dire a una ragazza di non frequentare in maniera esclusiva un solo ragazzo e di non stare con chi sente di amare?
Bisognerebbe agire prima ed evitare che frequenti ragazzi di cui può innamorarsi o impedire di frequentarli.
Ma non funziona nemmeno così, lo vedo con le amiche musulmane di mia figlia.
Nemmeno alla mia epoca accadeva. Di nascosto tutti facevano tutto.
Io che mi innamorai la prima volta a 11 anni soffrivo solo perché non ero corrisposto.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Il problema è che a 12 anni ti puoi innamorare, e come si può dire a una ragazza di non frequentare in maniera esclusiva un solo ragazzo e di non stare con chi sente di amare?
Bisognerebbe agire prima ed evitare che frequenti ragazzi di cui può innamorarsi o impedire di frequentarli.
Ma non funziona nemmeno così, lo vedo con le amiche musulmane di mia figlia.
Nemmeno alla mia epoca accadeva. Di nascosto tutti facevano tutto.
Io che mi innamorai la prima volta a 11 anni soffrivo solo perché non ero corrisposto.
Ma se contano gli amori non corrisposti allora pure io, ma anche alle elementari.
 

danny

Utente di lunga data
A dodici anni i miei figli stavano in casa e vedevano gli amici in mia presenza.
Mia figlia ha avuto il primo ragazzo a 16 e la controllavo segretamente.
Pensi che questo l'abbia resa più matura e migliorato i suoi obiettivi nella vita e i rapporti con gli uomini o è servito più a te per avere controllo sulle sue scelte?
 

danny

Utente di lunga data
Ma se contano gli amori non corrisposti allora pure io, ma anche alle elementari.
Vabbè, non corrisposti per me.
La tipa che volevo trombava con un altro compagno, io ero brutto.
Se guardo alla mia gioventù delle medie potrei perfettamente rientrare nella descrizione di una canzone di Elio.
Tra l'altro facevo anche judo.
 

hammer

Utente di lunga data
A me dicevano sempre "l'erba voglio non esiste neanche nel giardino del re". Se lo diceva mia nonna era solitamente seguito da un "coppino" e/o un'imprecazione in parmigiano stretto
Ne ricordo due: una è questa dell'erba voglio e poi che le femminucce non si toccano nemmeno con un fiore. Credo siano stati i primi due remoti "comandamenti" tanto che me li ricordo ancora oggi. :D
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non penso che lo faccia per attirare l attenzione. Io credo proprio che siano state sottovalutate tante cose. La mia amica lo dice, è la prima ed abbiamo sbagliato. Ma anche con il terzo sta venendo su lo stesso modo, il secondo è un angelo. Con me la bambina ci parla e non perché sono Maria. Una volta mi raccontava alcuni episodi che magari la spaventavano o tormentavano (fa terapia, è dsa con la 104) e la madre alzava spallucce e mi faceva vedi? È così.
Ma come è così.
Ma le spieghi che avere paura non è sbagliato? Che magari la fa essere anzi più accorta in alcune cose e quindi può vederla come qualcosa anche di positivo e non sempre necessariamente in negativo? Eravamo al parco, ci ho parlato io. E lei si è illuminata, mi ha detto "sai zia (che vabbè, mi chiama zia, non ha zie) non ci avevo mai pensato". È sveglia, sveglissima, troppo. E loro su questo suo essere sveglia, secondo me, hanno sottovalutato le fragilità. È alta, bella, pesa 35 chili perché non mangia. Nulla. Solo schifezze. Che puntualmente la madre le fa trovare perché "sennò non mangia niente". Ma proprio credimi, nulla. 4 cose in croce. Una sera l ho tenuta a cena da me. Ha mangiato. Alcune cose non le sono piaciute, altre però si, soprattutto ha assaggiato. Ma io ripeto non sono la madre e mi imbarazza pure dire a lei come secondo me dovrebbe fare. Quindi, quando sto con la piccoletta, la lascio chiacchiera e parlare e le rispondo come si risponde e si ascolta una bambina di 10 anni. Nulla più. Però mi ascolta, lo vedo, lo capisco. Se mette in pratica non penso. Non l ho messa al mondo io e non è una pratica che continuo io a casa con lei.
Scusa hai scritto alcune inesattezze, che evidenzio a alle quali rispondo.
Non ho detto che vuole attirare l’attenzione. È una frase che semplifica e che viene usata fuori luogo.
Ho detto che chiede per sapere. È una modalità di comunicazione sempre presente nei bambini e spesso negli adolescenti, talvolta anche negli adulti.
Invece di chiedere se una cosa “è giusta”, affermano che lo è con sicurezza, per capire se lo è o no. I bambini la fanno precedere da “lo sai che…” oppure da “è vero che…?” Gli adolescenti invece la presentano come decisione. Mio figlio diceva che voleva aprire una yogurteria. Io ridevo. Era chiaro che non avesse idea delle condizioni necessarie, dalla preparazione professionale, il conseguimento della autorizzazione, l’investimento necessario, l’impegno lavorativo ecc.
La dislessia non comporta la 104. Per la 104 deve essere riconosciuta la disabilità. La dislessia è una forma di disturbo per un differente funzionamento. Rende difficile la lettura e o la scrittura. Richiede un intervento dell’insegnamento adeguato alla difficoltà. Sul sito del Ministero ci sono tutte le spiegazioni. Se ha la 104, cosa che non esclude che sia anche dislessica, ha altre problematiche cognitive. La dislessia viene considerata una caratteristica non grave e viene usata dai genitori per non voler riconoscere una disabilità che è più dolorosa. La cosa principale di fronte a una disabilità è aver chiaro che si è di fronte a una persona che è unica, come tutti, e che ha bisogno di accettazione e comunicazione come tutti. Con sensibilità chiunque può essere compartecipe della comunicazione. Tu sei sensibile. Ma per ogni genitore accettare le peculiarità dei figli è difficile, pure degli iper dotati.
I disturbi alimentari si associano ad altre patologie, ma possono anche essere una modalità di comunicazione (non per attirare l’attenzione) e se a te non c’è da comunicare quello che ha bisogno di dire ai genitori, con te mangia. Non significa che faccia finta, che sia manipolatrice (sicuramente non in senso morale) o che tu cucini meglio. Si tratta di cose su un altro piano.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Obiettivamente, iscrivere i figli a certe scuole permette di mantenere le distinzioni di classe.
Oggi più che mai necessarie, con le scuole di certe zone affollate ad troppi stranieri.
Anche qui, è davvero così sbagliato non puntare sulle conoscenze giuste per permettere ai propri figli di fare più carriera, avere aiuto, appartenere a clan e quindi migliorare la propria vita e carriera lavorativa?
Dipende cosa si desidera.
Se si punta al posizionamento economico e sociale forse sì.
Se si vuole una formazione diversa, no.
 
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