Grazie per avermi raccontato tu qualcosa di una generazione diversa dalla mia.
Cosa vuol dire ti sembra che mentano? Sono curiosa.
Io frequento persone più grandi di me. Ma l ho sempre fatto, sin da adolescente, mi sentivo sempre un pochino (poco eh, ho sempre la mia età) fuori luogo ma quel fuori luogo lo ritrovavo nei discorsi dei grandi. Due mie amiche hanno 44 e 46 anni per dire, ma anche a pallavolo stessa si sono nel tempo stretti rapporti non so, col mister e la sua famiglia, che comunque di anni ne hanno 52 lui e 50 la moglie. Con lei siamo anche andate qualche volta a fare un aperitivo. Forse essere stata la prima figlia di un gruppo di 20enni mi ha portata ad interagire bene anche con persone più grandi di me. Anche qui ci sto bene, non solo mi piace ascoltare le discussioni dai vostri punti di vista, ma imparo anche parecchio perché ci sono cose a volte che non so e le seguo o le approfondisco.
Di cosa si lamentano. Cerco di riportarti qualche esempio pratico. Mia cognata ha 28 anni e fa la commessa 5 giorni su 7 4 ore al giorno. Se la senti sta spaccata con la schiena ed ha la stanchezza di un muratore di 50. Ha lasciato il corso della lingua dei segni in cui credeva molto al terzo anno perché, iniziata la convivenza, doveva portare soldi a casa e due sere a settimana a fare due ore di corso non ce la faceva. Non voglio e non posso rapportarla a me e al mio modo di affrontare il lavoro per dire, però si è lasciata ingoiare smettendo di coltivare il suo. Magari non ci avrebbe fatto nulla in futuro, ma magari si. Il punto è che per pagare l affitto ha messo un pugno ad una passione che aveva. Io penso che a 28 anni, senza figli ma pure con i figli, puoi trovare il tempo per coltivare quello che ti piace. Questo quando dico camminare di pari passo. Vero che l affitto va pagato, vero che se non lavori non mangi, ma tu puoi stare dietro a quello che le responsabilità impongono senza perdere di vista te. Ma ti ci devi impegnare. E invece di impegnarsi, sta buttata sul divano lamentandosi che è stanca, che è annoiata, che prende poco, che le manca quello che faceva. Alché io le rispondo che può sempre ricominciare. E lei mi risponde a sua volta "non riesco, non ce la faccio."
Uno dei miei più cari amici ha la mia età. Ha chiuso la sua ditta dopo anni per mettersi dipendente di un posto che gli piace, lo paga bene, gli permette di avere più tempo per lui. Ha rischiato, perché comunque la sua ditta andava bene ma non seguiva più i ritmi, non aveva più una vita. La ragazza non voleva. Lui ha fatto comunque e gli è andata bene. Ma la stessa ragazza che non voleva per paura di un passo sbagliato non lavora. Perché la commessa non la vuole fare, il supermercato non gli piace, il weekend non vuole lavorare. Le hanno proposto degli stage interessanti, lei ha studiato grafica. Fai lo stage, magari impari altro, magari ti assumono, ma no. È una perdita di tempo stare 6 mesi tutto il giorno chiusa da qualche parte. Si salva che casa è di proprietà di lui, che tutto mantiene e tutto paga. Insieme da 12 anni, di figli non si parla, di matrimonio nemmeno. Perché comunque è sobbarcato lui di tutto e lei che fa? Niente. Ah no, aspetta. Si lamenta. Non coglie occasioni, non rischia, non si mette in gioco e si lamenta. A 35 anni.
Mio fratello ogni 6 mesi chiede l aumento. Perché gli danno l aumento, ma a fine mese non c arriva comunque perché le spese sono tante. Però vanno a Minorca. St inverno Praga e Vienna. Ha i suoi vizi e non rinuncia né ai vizi né alla vacanza. Poi chiama la sorella per sapere se ha 20 euro da dargli fino al prossimo stipendio. Si che ce li ho 20 euro. Ma perché io invece di lamentarmi e andare in vacanza ogni 3 mesi, non passo il tempo sul divano.
Io non dico che bisogna studiare la storia per vivere. O leggere libri per ampliare la mente. Ma vedo che manca l interesse e la curiosità verso quello che è stato e la partecipazione attiva a quello che è. La capacità di mettersi in gioco che si, va bene pure adattarsi a quello che la società oggi offre, ma farlo bene, farlo con passione facendo qualcosa non perché devi farla ma perché ti piace e vuoi farla. Io faccio il culo a lavoro ma torno a casa stanca e soddisfatta perché passo la giornata a fare qualcosa che mi permette di pagare l affitto ma ancora prima, mi piace. Si resta passivi in un lamento continuo con il culo sul divano. E questo non va bene. Non frega niente di ieri e non frega nulla manco di domani, bisogna solo sopravvivere oggi. Ma la sopravvivenza non è vita. A 30 anni vedo pochi obiettivi ma più preoccupazione ad arrivare alla fine della giornata. Perché a 30 anni per tanti sei già finito. O hai una strada tracciata o ti tieni quella che hai preso pur non piacendo. Aggiungi infine, non per minore importanza, che c è una fetta di eccezioni meravigliosa, ma che agli occhi miei resta una minoranza.
Spero di aver espresso correttamente il mio punto di vista.
Cazzo, ho scritto quanto Alphonse