PART V
Il fatto è, dopo tutto sta storia scritta un po' a diario, che mio figlio sta bene, che il lavoro va bene, mi vedo con una persona con cui senza fiori di arancio per carità sto bene al momento, e questo "al momento" mi fa stare tranquilla così, perché oggi, adesso, è tutto ok.
Mi ha chiamata l ospedale ieri mattina.
Mi hanno posticipato la visita il pomeriggio stesso.
Il risultato.
Ho un ceppo talmente banale che non solo non devo entrare di nuovo in follow up, ma il controllo posso serenamente farlo tra un anno e non i soliti ogni sei mesi, e sessualmente parlando non devo prestare nessuna attenzione particolare nei riguardi del partner in merito a questa cosa perché è innocuo.
Esco dall' ospedale, mi scrive, glielo dico. Ha apprezzato molto il fatto che io glielo abbia detto. È partito, che si goda la vacanza davvero, se ci sarà la cena bene, se non ci sarà nessuno muore.
Però prima di salire sul volo mi ha chiamata. E il messaggio "atterrato, tutto ok, notte" di sua spontanea volontà non mi è dispiaciuto.
E tornando a casa pensavo che la positività porta positività. Che se stai bene attiri cose buone intorno a te. Io sono andata in visita non con la certezza che andasse tutto bene, ma con la consapevolezza che poteva non andarci, e quando metti in conto questo non solo sei preparato in maniera diversa, ma sembra come se arrivi, da qualche parte, che vada come vada, non ti farai buttare giù. E i problemi deviano il corso, la negatività la tieni lontana, e non è alla fine il lavoro, lui, l estate, gli ormoni, quello che forse ci sarà domani, è oggi. E ci sono giorni in cui oggi è tutto quello che vale.
E oggi per me è così.
Poi al domani ci si pensa.
Forse è un po' vero, che se fai del bene, se fai quello che senti giusto, qualcosa ti torna indietro.
Fine capitolo Reb.