Mi sembra accertato che tradire sia SEMPRE una SCELTA.
Volontà che non tiene in seria considerazione la sofferenza del partner ufficiale dato che - se vi fosse reale intenzione di evitarla non la si metterebbe in atto - e un' eventuale preoccupazione in tal senso (ammesso che sia provabile di averla avuta) è stata comunque superata nei fatti dal personale piacere derivante dalla infedeltà, che prevale su tutto.
Sostenere che vi sia sofferenza nel partner infedele quando tradisce è una contraddizione in termini, a voler essere educati.
Invece, nel mentire per proteggersi (non per proteggere l'inconsapevole tradito) capita che l' errore lo si commetta e si viene scoperti. E di quello ci si duole, talvolta per il resto della vita, specie se il rapporto di coppia salta.
Involontariamente ho percepito che il partner traditore soffre - a modo suo - quando ignora e continua ad ignorare per anni come sia avvenuta la scoperta del tradimento.
Non sarei così sicuro della prevalente preferenza per il coniuge, quando ci sia innamoramento per l' amante. Il pensiero ce lo fanno quasi tutti/e, secondo me. Può essere troppo complicato o poco conveniente, in termini di valore attribuito alla
comfort zone della relazione ufficiale (figli compresi).
La tentazione di rifarsi la vita con l' amante c' è spesso, ma non è detto che il medesimo gradisca quello che c'è dietro alla leggerezza della relazione extra. Magari non cerca legami duraturi o cerca solo sesso senza complicazioni.
Allora, rimanere nella relazione ufficiale per il partner infedele è una forma, come dire, di assicurazione di certezza in attesa di eventuali nuove occasioni che, chissà , il futuro possa offrire.
Ovviamente, al partner ufficiale non si menziona mai che costituiva una seconda scelta. Un ripiego. Sarebbe poco elegante e pregiudica qualsiasi perdono.
Anzi, si può giungere ad affermare di averlo sempre amato, pure quando si faceva sesso con l' amante. Che sarebbe estremamente triste... se fosse vero.
Meglio il silenzio o parlare di ripensamento piuttosto che pensare di convincere il tradito di una simile balla.
Non è mai follia tradire, sempre secondo me.
Più probabile che possa risultare un azzardo che nei fatti risulti eccessivo o proprio un calcolo sbagliato, per quella percentuale di casi che vengono scoperti. Se fosse pure uno su venti che viene scoperto, a qualcuno tocca statisticamente.
In qualche raro caso, nel partner traditore subentra un senso di colpa che crea disagio. Dapprima piccolo, sopportabile, poi può crescere se non lo si mette a tacere.
Non tutti/e lo sanno superare e finiscono con il chiudere la relazione extra o confessano... Per scaricare la propria coscienza o per timore che qualcuno lo riveli, a voler pensare male
Qualcuno altro c' è.
Ho lasciato la casa coniugale appena raccolte le prove certe della infedeltà (in cinque giorni) e poi chiuso la relazione di coppia con la presentazione del ricorso per separazione consensuale dopo un mese dalla scoperta del tradimento.
Apprezzo il tuo tentativo equilibrato di spiegare la inconciliabile differenza di atteggiamenti, che esiste in concreto.
Il partner traditore si convince in qualche modo che si possa piegare l'etica fino a sostenere una sorta di "legittimità di fatto" della relazione extra accanto a quella ufficiale. Dovrebbe però mettere seriamente in conto che la relazione di coppia ufficiale possa finire formalmente in caso di svelamento. Nel migliore dei casi la prosecuzione della relazione avviene senza più fiducia e con la possibilità di controlli, di nervosi rinfacciamenti e così via. In un clima insopportabile, per quanto mi riguarda.
Capire se vale la pena continuare è una incognita da affrontare secondo il carattere e la personalità di ciascuno degli attori in campo. Nessuna previsione è possibile finché ci capiti dentro.
Fatte le dovute proporzioni, per il tradito è come trovarsi in guerra, per la prima volta sotto il fuoco avversario. C' è chi si nasconde, spera che finiscano i botti e la smettono, e chi risponde sparando e cercando di neutralizzare il nemico. Ma c'è pure chi pensa di arrendersi.
Non si può dire come si reagisca. Di solito gli sbruffoni sono tra i primi a crollare.
Un' ultima notazione.
Una volta rotto il patto, perché limitarsi a due partners ("
entrambi") ?
Se la fessura nell' etica personale si apre può diventare una falla di ampie proporzioni.
Vi possono essere 3 o 4 partners in contemporanea o in sequenza temporale, i limiti saltano e lasciano lo spazio al soddisfacimento egoistico.
Qualcuno qui (non ricordo chi fosse, forse
@twinpeaks) in passato spiegò che, instaurata la relazione extra la prima volta, il problema non è l' amante-persona (tentativo dialettico di legittimare una limitazione affettiva che vorrebbe addolcire la violazione del patto ad un solo un altro affetto per una specifica persona) ma il tradimento-sistema (quando ho l' esigenza sono libero di farvi ricorso).
La posizione del tradito è che (all' insaputa fino alla scoperta della infedeltà) subisce una violazione unilaterale e non dichiarata di un patto coniugale che entrambi i partners assumono liberamente ed in modo solenne innanzi alla comunità.
Ed è ammessa una sua "reazione" in qualsiasi ordinamento giuridico a tale violazione. Con regole diverse, ovvio
Poi, se il partner tradito decide di non reagire per sua scelta, è libero di farlo, assumendo ogni conseguenza della sua decisione. Compreso il rischio che il partner infedele non apprezzi la grandezza del gesto di superare l'infedeltà e replichi il tradimento in prosieguo di tempo.
Se è vero che il partner infedele deve subire la scelta eventuale di troncare la relazione, questa comporta un costo emotivo e psicologico notevole per il partner tradito, normalmente. E non è facile assumere certe decisioni nella temperie di sentimenti e di istanze contrastanti.
Si deve evitare di reagire d'istinto, ma nemmeno far passare molto tempo, per quanto mi riguarda.