Viene accettato che vengano occupate illegalmente per ottenere più effetti:
convogliare la rabbia verso gli occupanti e non verso la inadempienza di chi non costruisce case popolari, non obbliga più, come un tempo, le assicurazioni e altri enti a costruire e affittare, il degrado degli edifici e del tessuto sociale è utile per ottenere consenso per sgomberi e “risanamento“ trasformando le zone da popolari in lusso, creare conflittualità tra diversi strati di popolazione, un tempo Lombardi e meridionali, ora residenti da tempo, prevalentemente anziani, e immigrati.
A Milano lo abbiamo visto per la zona Garibaldi, degradata con la presenza di trans e case vecchie senza ascensore e conseguenti comitati di cittadini, con a capo la Ferretti, moglie di De Corato (ma i quante zone abitava quella?) e spaccio

e ora… Gae Aulenti e grattacieli e zona movida (tra l’altro frequentata non da milanesi) dove gira cocaina, ma non si lamenta nessuno, se non per gli scontri tra clan per la piazza, ma chi la compra?
A me, ribadisco, non me ne frega niente di quello o altri centri sociali. Certamente avranno guadagnato. Ma sempre briciole che il sistema accetta di far cadere finché fa comodo.
Ma richiamarsi alla legalità di un posto orrendo da trasformare in condominio e pensare che l’illegalità stia lì e non nelle speculazioni finanziarie, che si fondano sull’edilizia, mi pare ingenuo.
Il sistema dei circoli ARCI o ANPI o altre associazioni o anche solo i bar degli oratori, si basano su un altro sistema che resta fintanto che il luogo non è appetibile per le operazioni di cui sopra.
Guarda te se devo trovarmi a rimpiangere Fanfani!