Brunetta
Utente di lunga data
Qualche mosca bianca c'è ma in generale anzi molto in generale hai ragione
Qualche mosca bianca c'è ma in generale anzi molto in generale hai ragione
In realtà ormai è problematico anche per i siti maggiori perché le persone tendono a leggere dopo i riassunti fatti con l'ia dei motori di ricerca e non vanno sul sito. Anche tutte le cose che sono state fatte per garantire il compenso delle testate giornalistiche per l'utilizzo di ciò che viene pubblicato online non riesce ad arginare il problema.Li vediamo già ora.
Tu sei abbonato a qualche testata?
Il problema è che on line c'è tanto materiale apparentemente gratuito da tutto il mondo.
Se io ho una testata italiana di prodotti per la fotografia e vado solo on line non potro' offrire lo stesso prodotto in italiano dell'edicola né garantirmi le stesse entrate, perché subiro' la concorrenza delle testate straniere tradotte e già di successo.
Indi non potrò nemmeno avere adeguate entrate pubblicitarie, che costituiscono una buona parte del fatturato.
In pratica sto esplorando un settore nuovo, in cui non avrò magari nemmeno autonomia per la gestione degli spazi pubblicitari.
Noi on line dovevamo pure pagare il supporto alla Apple, e non sono spiccioli.
E i lettori?
Perché dovrebbero pagare la 'mia' eventuale testata di fotografia on line quando c'è già un Photozone o un Ken Rockwell?
Quindi i soldi da chi li prendo?
Ma che siamo matti?![]()
Già.In realtà ormai è problematico anche per i siti maggiori perché le persone tendono a leggere dopo i riassunti fatti con l'ia dei motori di ricerca e non vanno sul sito. Anche tutte le cose che sono state fatte per garantire il compenso delle testate giornalistiche per l'utilizzo di ciò che viene pubblicato online non riesce ad arginare il problema.
Io sono una che paga abbonamenti ai giornali, compra libri e riviste, ma è un problema un cambiamento così.
I tempi sono cambiati.Ma che siamo matti?
Io mi a nono infatti, oppure prendo le riviste in libreria. Ovviamente mi riferisco a riviste di livello elevato. Ma il fatto è che velocemente sta sparendo la cultura media e ci vuole anche quella, invece.Già.
Una delle lamentele più comuni ormai è quella di gente che non trova la rivista... Perché non trova le edicole.
E i super non hanno interesse a occupare spazio per prodotti scarsamente remunerativi.
Resta l'abbonamento, che è costoso.
E il web, che subisce ulteriori limitazioni.
L'informazione online, e per informazione intendo qualunque "canale" tematico, dalla politica alla fotografia, per dire, dispone di una pluralità di strumenti che va dal sito web a YouTube passando per tutti i social possibili e immaginabili.Li vediamo già ora.
Tu sei abbonato a qualche testata?
Il problema è che on line c'è tanto materiale apparentemente gratuito da tutto il mondo.
Se io ho una testata italiana di prodotti per la fotografia e vado solo on line non potro' offrire lo stesso prodotto in italiano dell'edicola né garantirmi le stesse entrate, perché subiro' la concorrenza delle testate straniere tradotte e già di successo.
Indi non potrò nemmeno avere adeguate entrate pubblicitarie, che costituiscono una buona parte del fatturato.
In pratica sto esplorando un settore nuovo, in cui non avrò magari nemmeno autonomia per la gestione degli spazi pubblicitari.
Noi on line dovevamo pure pagare il supporto alla Apple, e non sono spiccioli.
E i lettori?
Perché dovrebbero pagare la 'mia' eventuale testata di fotografia on line quando c'è già un Photozone o un Ken Rockwell?
Quindi i soldi da chi li prendo?
Ecco, su YouTube non puoi nemmeno pronunciare parole come negro che il tuo video viene demonetizzato.L'informazione online, e per informazione intendo qualunque "canale" tematico, dalla politica alla fotografia, per dire, dispone di una pluralità di strumenti che va dal sito web a YouTube passando per tutti i social possibili e immaginabili.
Credo relativamente agli abbonamenti, ma credo molto di più alla pubblicità. Occorre naturalmente essere tecnologicamente indipendenti per non pagare supporto a nessuno. Io ci credo e progettualmente lavoro in questa direzione. Anche perché, semplicemente non ci sono alternative.
Però Danny, queste novità ti mantengono il cervello giovane. Almeno io la penso così. Il mondo si trasforma e si evolve (o devolveEcco, su YouTube non puoi nemmeno pronunciare parole come negro che il tuo video viene demonetizzato.
O vai in Shadow ban se fai contenuti non conformi.
In questo quadro lavori se puoi secondo uno standard.
Che non è quello del vernacoliere.
Noi ovviamente ci siamo impegnati per vendere contenuti on line così come siamo presenti tutt'ora.
Ma è un altro mondo, con altre regole.
Non puoi trasformarti, devi proprio creare qualcosa di diverso totalmente.
E questo implica anche un nuovo assetto di dipendenti e nuovi rischi.
Per quanto mi riguarda hai centrato in pieno il tema.Però Danny, queste novità ti mantengono il cervello giovane. Almeno io la penso così. Il mondo si trasforma e si evolve (o devolve) e chi lavora "deve" starci dietro sennò si ritrova fuori mercato come i produttori dei frustini per le carrozze a cavallo. Certo, ad una certa età pesa di più forse il cambiamento ma così va la vita.
Sennò a quest'ora usavano tutt'ora i gettoni telefonici!![]()
Esatto!Per quanto mi riguarda hai centrato in pieno il tema.
Personalmente spero che, alla mia età, dovermi misurare con problemi di questo tipo mi preservi il cervello dalla demenza senile il più a lungo possibile.![]()
Se sei in pensione o fai un altro lavoro va benissimo affrontare le novità da hobbista, io ho addirittura due canali YouTube, o meglio, ne avevo due perché uno YouTube me lo ha segato (eh, sì) e non ci posso fare un cazzo (hai mai provato a dialogare con l'assistenza?), tre profili Instagram, di cui due professionali, 4 mail, un profilo FB, 1 Threads, uso ovviamente AI, abbonamenti vari a piattaforme, anche professionali, due Mac, in più canto, suono, fotografo, esco spesso e faccio nudismo, quindi ho tanti modi per invecchiare meno avendo un reddito.Però Danny, queste novità ti mantengono il cervello giovane. Almeno io la penso così. Il mondo si trasforma e si evolve (o devolve) e chi lavora "deve" starci dietro sennò si ritrova fuori mercato come i produttori dei frustini per le carrozze a cavallo. Certo, ad una certa età pesa di più forse il cambiamento ma così va la vita.
Sennò a quest'ora usavano tutt'ora i gettoni telefonici!![]()
Fate l'enigmistica. Ve lo preserva meglio.Per quanto mi riguarda hai centrato in pieno il tema.
Personalmente spero che, alla mia età, dovermi misurare con problemi di questo tipo mi preservi il cervello dalla demenza senile il più a lungo possibile.![]()
Danny, non parlo di hobby.Se sei in pensione o fai un altro lavoro va benissimo affrontare le novità da hobbista, io ho addirittura due canali YouTube, o meglio, ne avevo due perché uno YouTube me lo ha segato (eh, sì) e non ci posso fare un cazzo (hai mai provato a dialogare con l'assistenza?), tre profili Instagram, di cui due professionali, 4 mail, un profilo FB, 1 Threads, uso ovviamente AI, abbonamenti vari a piattaforme, anche professionali, due Mac, in più canto, suono, fotografo, esco spesso e faccio nudismo, quindi ho tanti modi per invecchiare meno avendo un reddito.
Se hai una professionalità da decenni nell'editoria e conosci bene le difficoltà del settore, diciamo che hai molto più precisamente la sensazione che te le stiano lentamente mettendo nel culo.
E non è solo il caso dell'editoria, eh, che comunque è, insieme a musica, arte e quant'altro parte integrante della cultura generale.
Che se viene a mancare, soprattutto nei giovani, insieme al reddito, produce qualche problema anche a noi.
Ce lo stanno mettendo in culo.Danny, non parlo di hobby.
Ho fatto l'imprenditore, dipendente, libero professionista, lavoratore in nero, insegnante, ecc ecc pur di non fossilizzarmi.
Te la stanno mettendo in culo? Bè hai due scelte. O stai lì e cerchi di fartelo piacere o cambi.![]()
Ma anche io cessò nella positività dell'innovazione tecnologica. E credo che possa aprire opportunità.Però Danny, queste novità ti mantengono il cervello giovane. Almeno io la penso così. Il mondo si trasforma e si evolve (o devolve) e chi lavora "deve" starci dietro sennò si ritrova fuori mercato come i produttori dei frustini per le carrozze a cavallo. Certo, ad una certa età pesa di più forse il cambiamento ma così va la vita.
Sennò a quest'ora usavano tutt'ora i gettoni telefonici!![]()
Mi piacerebbe dedicarmi all'enigmistica, ma si tratta della mia attività e devo portarla avanti.Fate l'enigmistica. Ve lo preserva meglio.
O come mio padre, che si preoccupa delle medicine che il medico vorrebbe prescrivergli perché poterebbero ridurre la potenza sessuale.
Preoccupazione legittima, secondo me, a qualsiasi età.
Il tuo pessimismo è veramente cosmico.Ce lo stanno mettendo in culo.
Siamo arrivati davvero a una società che sta raccontando ai sessantenni di innovarsi! A 60 anni?
Ma a sessant'anni devi farti da parte e lasciare spazio ai giovani, giustamente e se non lo fai, ci pensa il mondo del lavoro che a 60 anni, se non hai un ruolo molto particolare, non ti vuole più. Giustamente, direi, cazzo investi su un vecchio?.
Lo fai solo quando non trovi giovani.
Come accade in tanti settori che stanno andando in crisi.
Chi giovane vorrebbe entrare in un settore che non gli può assicurare almeno i 50 anni necessari per andare in pensione e soldi sufficienti per vivere?
Faresti oggi il meccanico sapendo del blocco della produzione nel 2035?
O lavoreresti nell'editoria? O nella musica? Apriresti un'edicola o un negozio? Il vigile del Fuoco con i magri stipendi che percepisci?
Se sei in gamba e giovane, l'Italia la eviti come la peste e te ne vai altrove, dove il ceto medio ha ancora una sua dignità e puoi crescere ancora..
E questo è un problema, se la parte buona e più ambiziosa e dinamica della società la stai perdendo.
Io spero di arrivare alla pensione, poi seguirò con mia moglie mia figlia ovunque voglia andare.
E' come per il nucleare...Ma anche io cessò nella positività dell'innovazione tecnologica. E credo che possa aprire opportunità.
Ma va governata, anche perché non basterà riqualificarsi, ci vogliono anni per formarsi i nuovi settori e acquisire professionalità diverse, anni che molte persone espulse dal proprio mercato non avranno.
Mi faccio impressione a pensarlo, ma forse ci vorrebbero strumenti come il reddito minimo.