Da una storia di corna come tante, un’analisi psicologica convincente, raccontatami pochi giorni fa.

Brunetta

Utente di lunga data
Anche io preferirei avere una relazione con una donna bella ma infedele che non brutta ma fedele.

A patto di essere consapevole sia della sua infedeltà che della mia stessa infedeltà in un rapporto tutto sommato simmetrico e leale.
Ma quella descritta altro non sarebbe che una "coppia aperta".

Avere una relazione con una donna, non dico brutta ma che non piace, soltanto perché fedele è fuori discussione.

Ritengo la fedeltà reciproca un valore fondamentale, ma soltanto in un consolidato quadro affettivo, nel quale sono state fatte promesse e presi impegni.
Non si tratta certamente di un valore da ricercare necessariamente e ossessivamente in ogni relazione.
La fedeltà è a se stessi, non per l’altro.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Brunetta

Utente di lunga data

Alphonse02

Utente di lunga data
La fedeltà è a se stessi, non per l’altro.
Nel populismo morale che si è affermato nel corso degli ultimi decenni in Occidente la fedeltà (che non è solo fisica ma anche al progetto di coppia e di famiglia) è passata di moda e si è finito con il ridimensionare (banalizzare) la correttezza nel rapporto di coppia.

Per quello che vedo, i giovani sono per lo più angosciati dall' incertezza esistenziale e tendono a navigare a vista, senza intravedere punti di arrivo. A quel punto ci si rifugia nella fantasia (o nel virtuale) nel culto della leggerezza e del disimpegno, vivendo alla giornata.

IMO, sperando che si verifichi un' inversione di rotta prima che si venga sopraffatti dagli integralismi.
 

Nicky

Utente di lunga data
Sarei d'accordo in via di principio, a condizione di non sdoganare l'irrilevanza delle differenze di intendere il concetto di morale tra i due partner. O si concorda dall'inizio o non è detto che il mutamento delle regole di uno debba essere accettato dall'altro partner. Se non ci si può intendere, meglio lasciarsi e provare a rifarsi una vita diversa.
Ma sai, è impossibile concordare prima, nel senso che nessuno di noi può sapere prima cosa accadrà.
E non penso che sia una questione di regole, perché la fedeltà, all'inizio, non risponde a una regola, è semplicemente un fatto che avviene perché quando la passione è particolarmente viva, non c'è spazio per altro; a volte si fatica persino a lavorare o a vedere gli amici.
Solo che, razionalmente, sappiamo che questo stato non dura (per fortuna, in un certo senso) e che noi continuiamo a esistere, a incontrare persone, ad avere esigenze che sono nostre e non condivise o condivisibili. E' lì che si gioca la partita, perché, certo, ci si può appigliare alle regole e prenderle come baluardo per arginare il caos, ma mi sembra che non funzioni adeguatamente.
Perciò, mi sono sempre chiesta se non ci siano altre strade. La risposta è no, salvo rarissimi casi.
 

Nicky

Utente di lunga data
Nel populismo morale che si è affermato nel corso degli ultimi decenni in Occidente la fedeltà (che non è solo fisica ma anche al progetto di coppia e di famiglia) è passata di moda e si è finito con il ridimensionare (banalizzare) la correttezza nel rapporto di coppia.

Per quello che vedo, i giovani sono per lo più angosciati dall' incertezza esistenziale e tendono a navigare a vista, senza intravedere punti di arrivo. A quel punto ci si rifugia nella fantasia (o nel virtuale) nel culto della leggerezza e del disimpegno, vivendo alla giornata.

IMO, sperando che si verifichi un' inversione di rotta prima che si venga sopraffatti dagli integralismi.
Non è così, forse non frequenti ventenni. Sono ossessionati dalla fedeltà.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Non è così, forse non frequenti ventenni. Sono ossessionati dalla fedeltà.
Perché vedono il comportamento dei genitori... purtroppo, e vivono quella sofferenza.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Nel populismo morale che si è affermato nel corso degli ultimi decenni in Occidente la fedeltà (che non è solo fisica ma anche al progetto di coppia e di famiglia) è passata di moda e si è finito con il ridimensionare (banalizzare) la correttezza nel rapporto di coppia.

Per quello che vedo, i giovani sono per lo più angosciati dall' incertezza esistenziale e tendono a navigare a vista, senza intravedere punti di arrivo. A quel punto ci si rifugia nella fantasia (o nel virtuale) nel culto della leggerezza e del disimpegno, vivendo alla giornata.

IMO, sperando che si verifichi un' inversione di rotta prima che si venga sopraffatti dagli integralismi.
Sai che non ho mai sentito populismo morale? Posso ipotizzare, ma non voglio interpretare.
Cosa intendi?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Andando oltre “i giovani“ tra i quali ci sono universitari e operai, fidanzati in casa dai tredici anni e punkabestia.
Ognuno tende a vedere chi si trova a frequentare.
Ad esempio i giovani di X Factor, intendo come look, io non li vedo per strada. Ma ho notato per strada un abbigliamento da spiaggia in città, che altri mi hanno detto di non avere mai visto, al di là da trovarlo adeguato o no.
Quindi i giovani è una categoria anagrafica, ma non reale.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Nel populismo morale che si è affermato nel corso degli ultimi decenni in Occidente la fedeltà (che non è solo fisica ma anche al progetto di coppia e di famiglia) è passata di moda e si è finito con il ridimensionare (banalizzare) la correttezza nel rapporto di coppia.

Per quello che vedo, i giovani sono per lo più angosciati dall' incertezza esistenziale e tendono a navigare a vista, senza intravedere punti di arrivo. A quel punto ci si rifugia nella fantasia (o nel virtuale) nel culto della leggerezza e del disimpegno, vivendo alla giornata.

IMO, sperando che si verifichi un' inversione di rotta prima che si venga sopraffatti dagli integralismi.
Non tutti, ma chi non si adegua o ha il culo di trovare uno che la pensa uguale, ed è sempre più improbabile, o si adegua, se riesce, o si deve difendere in qualche modo, tirando i remi in barca ad esempio
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Allora non è fedeltà, è possesso ed è per lo più tossico
Non credo che sia propriamente "possesso" inteso come prevaricazione, piuttosto lo vedo come un disperato bisogno di certezze esistenziali. Non dimentichiamo il possesso dell' amato nel Romanticismo.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Non credo che sia propriamente "possesso" inteso come prevaricazione, piuttosto lo vedo come un disperato bisogno di certezze esistenziali. Non dimentichiamo il possesso dell' amato nel Romanticismo.
Se è "ossessione", non vedo come possa essere sana
 

Nicky

Utente di lunga data
Allora non è fedeltà, è possesso ed è per lo più tossico
A volte sì, soprattutto i ragazzi più insicuri. ma, in generale, non è una una generazione disimpegnata. Poi è naturale che parlando dei giovani in modo superficiale si cada in generalizzazioni un po' sciocche, ma vedendo e ascoltando tante cose che vedono e ascoltano i ragazzi, ho notato molta serietà.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma sai, è impossibile concordare prima, nel senso che nessuno di noi può sapere prima cosa accadrà.
E non penso che sia una questione di regole, perché la fedeltà, all'inizio, non risponde a una regola, è semplicemente un fatto che avviene perché quando la passione è particolarmente viva, non c'è spazio per altro; a volte si fatica persino a lavorare o a vedere gli amici.
Solo che, razionalmente, sappiamo che questo stato non dura (per fortuna, in un certo senso) e che noi continuiamo a esistere, a incontrare persone, ad avere esigenze che sono nostre e non condivise o condivisibili. E' lì che si gioca la partita, perché, certo, ci si può appigliare alle regole e prenderle come baluardo per arginare il caos, ma mi sembra che non funzioni adeguatamente.
Perciò, mi sono sempre chiesta se non ci siano altre strade. La risposta è no, salvo rarissimi casi.
Al mio matrimonio io ridevo come una matta, un po’ perché è una mia reazione frequente, un po’ perché mi faceva ridere la promessa di amare. Non si promettono i sentimenti.
Da ciò mia suocera aveva dedotto che non ero per la fedeltà e quando ho scoperto il tradimento era sorpresa perché pensava più attendibile che tradissi io 😳🙄
Questo per dire che intuito hanno le persone.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Non è così, forse non frequenti ventenni. Sono ossessionati dalla fedeltà.
Mi hai anticipata...confermo...per mia figlia diciottenne la fedeltà è la cosa più importante in un rapporto, se si tradisce bisogna chiudere la storia.
Che poi a ripensarci è un po' quello che pensavo alla sua età, probabilmente perché si parla di relazioni comunque "corte" se rapportate alle storie che si hanno da adulti vissute in un contesto dove altri grossi problemi da affrontare insieme non ce ne sono se non il dove andare a cena o che film vedere...la relazione è la bolla dove rifugiarsi dai casini della vita...con l'età anche questo spazio viene invaso da preoccupazioni e quant'altro e "succede" il tradimento.
Spesso infatti l'amante viene associato alla leggerezza, si cerca di riprodurre un po' le storie spensierate che si possono vivere solo nell'adolescenza, ma l'età è un'altra e con il tempo anche queste storie si ingrigiscono.
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Sai che non ho mai sentito populismo morale? Posso ipotizzare, ma non voglio interpretare.
Cosa intendi?
Sarò impopolare, ma questo forum è intriso di esempi pratici di populismo morale, inteso come semplificazione dei principi morali per adattarli alle esigenze egoistiche dell' individuo. Quindi, i "principi" (più o meno universali) si sono sciolti in rivoli di convenienti morali individuali.
Che ognuno modella come crede e secondo le opportunità che si presentano.

L' IO è appagato nell' immediato, d' accordo, ed è piacevole ... finché dura.
Alla lunga, però, l' essere umano si trova spaesato di fronte alla prospettiva di una ineluttabile solitudine esistenziale.

Credo che non ci sia niente di peggio del sentirsi "soli" all' interno di un ambiente familiare, dove dovrebbe alloggiare il NOI.
In qualche modo, Zygmunt Bauman lo esprimeva a livello macro, quando parlava di società "liquida", nella sua analisi della modernità.

La pianto qui, non voglio incomodare ulteriormente.
 

Nicky

Utente di lunga data
Mi hai anticipata...confermo...per mia figlia diciottenne la fedeltà è la cosa più importante in un rapporto, se si tradisce bisogna chiudere la storia.
Che poi a ripensarci è un po' quello che pensavo alla sua età, probabilmente perché si parla di relazioni comunque "corte" se rapportate alle storie che si hanno da adulti vissute in un contesto dove altri grossi problemi da affrontare insieme non ce ne sono se non il dove andare a cena o che film vedere...la relazione è la bolla dove rifugiarsi dai casini della vita...con l'età anche questo spazio viene invaso da preoccupazioni e quant'altro e "succede" il tradimento.
Spesso infatti l'amante viene associato alla leggerezza, si cerca di riprodurre un po' le storie spensierate che si possono vivere solo nell'adolescenza, ma l'età è un'altra e con il tempo anche queste storie si ingrigiscono.
A me alla loro età sembrava importante nel matrimonio, nel senso che ero stata educata a criticare le persone sposate che avevano relazioni (per quanto ci fosse dentro buona parte della mia famiglia nel senso più ampio del termine). Prima, molto meno e comunque io non volevo fidanzarmi.
Ero affascinata da rapporti diversi dal matrimonio o da quelli tradizionali, mi piacevano le storie di donne che viaggiavano, che avevano legami più liberi.
Oggi quando parlo con i ragazzi giovani mi sento quasi sotto accusa.
 
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