Scusa se lo risottolineo, ma è un nodo fondamentale, volendo capirci qualcosa
Quando perdi genitori così, perdi qualcosa
che non c’è mai stato.
Non li hai mai avuti davvero, e quindi non li perdi.
Paradossalmente non è più complicato che veder morire persone che conosci ma con cui non hai alcun legame.
Anni fa una loro malattia o morte mi scatenava tempeste dentro.
Oggi li guardo e non sento nulla di speciale: mi fanno lo stesso effetto degli altri anziani nella sala d’attesa.
E sì, a volte è fastidio: tempo mio sottratto da caos, ignoranza, meschinità.
Quando serve con mia sorella, facciamo ciò che è richiesto, se possiamo ma adesso ci sentiamo entrambe libere di avere altri impegni.
Quando qualcuno ricorda il “dovere di” in quanto figlie, dentro di me e di mia sorella spunta una domanda silenziosa:
“E tu dove eri negli anni in cui siamo state distrutte?”
Non serve pronunciarla.
Non c’è rabbia. Solo presa d’atto.
I miei genitori sono già morti.
La loro dipartita fisica sarà solo un dettaglio formale unito al sollievo di non doverci più preoccupare degli eventuali danni che, essendo ancora vivi, creano con la fertilità tipica degli ignoranti e degli stupidi, aggrappati come nella novella del verga all'invidia verso chi ha ancora tempo da vivere.
Diventa complicato solo quando non si riesce a integrare la presa d'atto di chi sono e quindi di chi sei tu.