Si, purtroppo dicono che la popolazione mostra un livello di conoscenza dell'italiano e della matematica sempre più basso.
Non so come mai, ma per questo cercherei di rafforzare le basi.
I nostri risultati bassi rispetto agli altri paesi sono semplici da spiegare.
Contrariamente ad altri paesi europei, l’Italia è uscita dalla guerra con una percentuale di analfabeti enorme. Basta guardare i dati ISTAT. Del resto non sarebbe stato prodotto Non è mai troppo tardi, se non fosse stato un problema gravissimo, in un periodo in cui c’era un bisogno di manodopera (da noi e in Europa) che fosse in grado di eseguire procedure seguendo istruzioni semplici.
Per questo è stata sviluppata la scuola dell’obbligo fino alle medie.
Istruire i nonni analfabeti era anche un modo per evitare la dispersione scolastica che era a livello delle elementari, con bambini lavoratori negli anni sessanta e settanta. Bisognava fare percepire che andare a scuola servisse. Questa mentalità è residuale anche ora, quando ci si chiede a cosa debba servire la scuola, con una opposizione tra studi classici (inesistenti in molti paesi) e insegnamento pratico.
I giovani che ora ci sembrano tanto ignoranti sono nipoti o figli di chi era analfabeta o poco meno.
Anche i risultati negli anni che sembrano peggiorare, dipendono da una maggiore frequenza delle scuole.
Ora non vi è più analfabetismo, ma analfabetismo funzionale di chi ha frequentato la scuola, ma poi, come disse mio cognato (non è un intellettuale eh) di una sua ex che, finite le medie, “non aveva mai aperto un libro, ma nemmeno TV Sorrisi e Canzoni“. La lasciò per quello, nonostante rimpianga ancora le nove settimane e mezzo vissute con lei.
Ma restiamo ancora un paese ignorante. Abbiamo un numero di diplomati e laureati drammaticamente basso rispetto agli altri paesi sviluppati.
Questo non perché la scuola sia facile e debba essere resa più selettiva, ma al contrario perché non è ancora adeguata alla formazione di massa.