Quindi io per esempio dovrei comprendere una persona che per sbaglio investe un passante uccidendolo oppure dovrei condannare l'errore? Si, si può sbagliare, ma c'è un limite all'errore.
Io guardo Alce, guardo come è diventato, un uomo che persino con il sesso vorrebbe punire la donna che ha sotto, che da una parte vorrebbe perdonare, dall'altra aggredire quella donna.
Ditemi, il tradimento è perdonabile?
Vedi Dan (a chiamarti Dan mi viene in mente il "tenente Dan di Forrest Gump, e forse qualche affinità c'è), io mi chiedo, di fronte alle tue parole: chi pone quel limite all'errore di cui parli?
Siamo troppo abituati a fare schematizzazioni, a creare fazioni e correnti univoche artificiose, e questo spesso ci porta lontani dalla realtà. Come ti ho già detto, io penso sempre che sia accaduto a lei perchè non è accaduto prima a me, e le stesse condizioni che ci hanno portato al punto di correre quel rischio non sono del tutto imputabili a me o a lei.
Il mio desiderio così contrastato: da una parte volerla ferire, dall'altra volerla amare, è esempio di quanto l'errore è in ognuno di noi, e quindi è impossibile ergersi a giudice uno dell'altro. La conflittualità senza introspezione e coscienza è ciò che da sempre ha portato a scontri sempre più aspri, fino alle guerre. Chi la coscienza ritiene di averla, o quantomeno crede di sentirne il sussurro, si trova obbligato a farne uso proprio per smussare quegli spigoli che un animale inconsapevole invece rimarcherebbe a colpi di unghie e denti.
Molto spesso mi sono trovato a desiderare di non sentire la coscienza, di sentirmi libero di reagire con la rabbia che sentivo dentro, altrettanto spesso l'averla seguita (la coscienza) è stata l'unica cosa che ha sorretto, pur traballante, quello che rimane della mia autostima.
I rapporti tra le persone son cose molto complesse, che in due righe non si possono trasmettere, spesso nemmeno in mille pagine. Da parte mia ritengo comunque che questa mia esperienza, amara e difficile, mi stia non solo ferendo, ma anche aiutando a maturare come uomo, mettendo di fronte, in aperto conflitto, le mie convinzioni (che sempre più si radicano) e l'istinto che sento magrado tutto, piano piano, farsi sempre più debole.