Mi soffermo sul grassetto perché il resto (come la pensi) mi è chiaro
Se io e te stiamo in una relazione per la quale mi sento di dire che sei la persona con cui mi posso mettere a nudo, confidarmi, ed
essere me stessa, per me,
siamo già arrivati alla fase dell'accoglienza. Nell'ambito della quale un tuo comportamento lo accetto, o non lo accetto. Se non lo accetto te lo dichiaro, e se ne parla. E' in questo passaggio che io vedo lo sbaglio che tu non vedi (e sì, è infantile, ma ripeto per i miei parametri non è una roba da allontanamento, laddove comunque lo sbaglio venga dichiarato, e ancor più che lo si dichiari davvero quasi subito), perché anzichè usare la comunicazione diretta è stata usata una comunicazione trasversale, che non ha sortito certo gli effetti voluti.
E' vero che accogliere non significa accogliere all'infinito e senza verifiche

, ma se io e te siamo in una relazione che mi consente di dire che per me sei la persona con cui riesco maggiormente ad essere me stessa, verosimilmente ci siamo già accolte. Oppure ho toppato alla grande a dar valore a quella relazione (cosa che capita) o ancora (sottovariante) l'altro non ha avuto manco per le balle il fatto di accogliermi
Se sono me stessa, non ho timore delle tue incazzature. O di tue reazioni. (anche perchè questo è un problema risolto prima di lasciarmi conoscere per davvero).
Se sono me stessa la cosa più spontanea è parlare. A prescindere dalle tue possibili reazioni.
Proprio perchè sono me stessa.
Se questo non avviene...non c'è accoglienza.
Esser se stessi, aprirsi e mettersi a nudo a mio avviso mica è raccontare i cazzi propri o mostrare le proprie emozioni.
Io quello lo posso fare con chiunque.
Ho raccontato anche qui sul forum i cazzi miei, ho scritto emozioni e turbamenti, per dire.
Mi sono messa a nudo?
Certo che no.
Esser se stessi è non aver vincoli con se stessi nella relazione con l'altro.
E questo si traduce nella chiarezza di espressione.
Si traduce nel Conoscere l'altro e le sue reazioni senza turbamento a riguardo.
E l'accoglienza è esattamente questa.
Entrando nel significato, che è un tantinello oltre il buon costume per cui educatamente ti tratto bene e ti accolgo nei miei spazi di vita.
Reciprocamente.
Il non dire, il non parlar chiaro cozza profondamente con l'accoglienza.
E neanche tanto quella dell'altro.
Ma quella per sè.
Se mi tengo dubbi, pensieri, timori perchè se no tu....sono io che non sto accogliendo me stessa in me stessa.
E' conseguenza il fatto che non sto accogliendo neppure te.
Fra le conseguenze di questo, c'è trovare vie alternative per esprimere sè.
Offuscare, mostrare parti e non altre. Mostrarle di nascosto o anticipando quello che l'altro potrebbe fare o dire.
Tutto questo falsa una relazione.
Nei miei parametri di relazione. Di vicinanza.
Ecco perchè non un errore. O uno sbaglio.
Ma un modus operandi. Dove forma e sostanza coincidono.
E non c'è nulla di cui scusarsi o per cui cospargersi il capo di cenere.
E' solo scegliere chi tenersi vicino oppure no.
Quello è.
A qualcuno va bene.
A qualcuno no.
Onestamente...penso che si stia abusando parecchio del "mostro tutta me stessa/o...etc etc..." e che lo si scambi con l'usarsi vicendevolmente come sfogatoio. Che va benissimo. E' importante aver da sfogarsi, parlare, raccontare, confrontarsi anche, chiedere consiglio e poter pensare che l'altro terrà con cura quelle parti.
Io colgo la differenza però.
