O
Old Compos mentis
Guest
Sono giovane, non ho figli, vi è stato un periodo in cui ho desiderato tanto averne, era un bisogno viscerale, quasi ossessivo. Poi, una sorta di rifiuto, che persiste ancora. Adoro i bambini, adoro vederli giocare, ridere, scherzare, mi si stringe il cuore nel vederli piangere anche fosse solo per un capriccio per un giocattolino non dato. Eppure, tengo lontana da me l'idea di me come mamma, rimandandola a quando avrò compiuto il mio percorso professionale. Esattamente 9 mesi prima della maturità, con il fidanzato del tempo, più grande di me, per una disattenzione, mi investì la paura di essere rimasta incinta, mi sentii sola e non capita, appena maggiorenne, impaurita dall'idea di dover dire ciò ai genitori e timorosa delle loro ipotetiche reazioni, con un uomo non attento alla mia disperazione, perché sì, ero disperata, per quanto sia brutto dirlo... e lui lo era molto meno, probabilmente per la sua gran voglia di metter su famiglia, esigenza che aveva più volte dimostrato. 9 mesi prima della maturità, per una 18enne è un incubo, significava non dare l'esame, o incontrare enormi difficoltà, perdere un anno, chissà... per una ragazza sempre così dedita allo studio. Eppure, so, ricordo, sono certa, dietro quella paura, di aver sentito per un attimo la felicità dell'idea di avere una creatura in grembo.
Non esiste una età per diventare mamma. E le paure vi sono a qualsiasi età. Gli impedimenti altrettanto. Piuttosto, esistono contingenze tali da poter consentire di prendersi la responsabilità di far nascere, crescere ed educare un figlio ed altre che non lo consentono.
In un sistema dove bisogna essere formati e competitivi per poter accedere al mondo del lavoro, dove non esiste l'idilliaco "posto fisso", dove non esiste certezza di un sostegno economico seppur minimo, dove lo prospettive di lavoro vanno via via scemando, abbandonare gli studi ed in giovanissima età affrontare la responsabilità di un bambino è una scelta che non definirei coraggiosa, bensì azzardata. Cosa si garantisce a quella creatura? Una madre costretta ad arrangare di posto in posto per poter guadagnare due lire nei lavori più umili, fargli così venir meno anche la presenza materna che almeno nei primi anni deve essere più che costante?
E' la società che è malata. 40 anni fa era ancora possibile diventare mamme a 20anni. Adesso, invece, almeno per ciò che vedo, queste instabilità e precarietà professionali che vanno sempre più avviandosi ad una saturazione del sistema, non consentono progetti di creazione di una famiglia.
L'aborto? Sono favorevole a che vi sia una legge che tuteli la facoltà di abortire. Non mi esprimo invece a riguardo della facoltà in sé. Ogni donna deve essere libera di poter scegliere se dare o meno seguito alla gravidanza. A chi si fa portavoce di posizioni estreme cattoliche che difendono ad oltranza la visione dell'infanticidio ravvisata nell'aborto voglio chiedere di riflettere su uno stupro, una violenza in casa, una situazione clinica della madre critica...
Non esiste una età per diventare mamma. E le paure vi sono a qualsiasi età. Gli impedimenti altrettanto. Piuttosto, esistono contingenze tali da poter consentire di prendersi la responsabilità di far nascere, crescere ed educare un figlio ed altre che non lo consentono.
In un sistema dove bisogna essere formati e competitivi per poter accedere al mondo del lavoro, dove non esiste l'idilliaco "posto fisso", dove non esiste certezza di un sostegno economico seppur minimo, dove lo prospettive di lavoro vanno via via scemando, abbandonare gli studi ed in giovanissima età affrontare la responsabilità di un bambino è una scelta che non definirei coraggiosa, bensì azzardata. Cosa si garantisce a quella creatura? Una madre costretta ad arrangare di posto in posto per poter guadagnare due lire nei lavori più umili, fargli così venir meno anche la presenza materna che almeno nei primi anni deve essere più che costante?
E' la società che è malata. 40 anni fa era ancora possibile diventare mamme a 20anni. Adesso, invece, almeno per ciò che vedo, queste instabilità e precarietà professionali che vanno sempre più avviandosi ad una saturazione del sistema, non consentono progetti di creazione di una famiglia.
L'aborto? Sono favorevole a che vi sia una legge che tuteli la facoltà di abortire. Non mi esprimo invece a riguardo della facoltà in sé. Ogni donna deve essere libera di poter scegliere se dare o meno seguito alla gravidanza. A chi si fa portavoce di posizioni estreme cattoliche che difendono ad oltranza la visione dell'infanticidio ravvisata nell'aborto voglio chiedere di riflettere su uno stupro, una violenza in casa, una situazione clinica della madre critica...
