Ma gli avvocati non c’entrano ė la legge che stabilisce queste cose
Non esattamente, e soprattutto non sempre

Alle volte, nelle separazioni cd. "consensuali", i coniugi arrivano davanti al Giudice con già le condizioni scritte e stabilite. Ed è vero che esiste un controllo da parte di un P.M., ma tale controllo diventa un controllo di facciata, limitato cioé ad evitare che ci siano condizioni palesemente in contrasto con gli interessi dei minori. Nella sostanza

E se un P.M. legge che le figlie abiteranno nella casa comniugale con la madre, che ci saranno tempi (minimi) di visita dal padre, e compagnia cantante, di sicuro non si metterà ad approfondire di sua iniziativa i "motivi" di separazione della coppia, il fatto che lei si sia pure disinteressata delle figlie pur di far vacanza con lo squinzio, e via dicendo. Tutte questa cose semplicemente il P.M. non le vede, poiché non portare nel processo. E pure qui, stabilire il confine tra l'inopportunità di due genitori che vanno a litigare, e l'opportunità di tutelare interessi e diritti (oltre che affetti) benessere psicologico eccetera delle figlie, è compito di un bravo avvocato.
Analogamente, un bravo avvocato che opera in questo settore (direi soprattutto, non esclusivamente) SA, che oltre a portare a casa il più possibile per il proprio cliente, deve farlo ragionare onde trovare un contemperamento delle esigenze di tutti. Che può voler anche dire operare qualche scelta in sola apparenza meno vantaggiosa per il proprio assistito, ma che si rivela poi vincente in un diverso piano (quello del benessere delle figlie, ad esempio, nel caso portato da Profumina). Il che può anche voler dire evitare di far partire lei in quarta, dicendo che "tanto sarebbe l'asso pigliatutto", falsando anche una certa realtà - quella processuale - nell'ambito della quale se entrassero certi fatti - si potrebbe persino arrivare ad una valutazione della idoneità genitoriale, con conseguente messa in discussione di un bel pò di cose.
Una madre che sbatte fuori di casa dall'oggi al domani un padre, sbandiera che non vede l'ora di far coabitare le figlie (fresche di separazione dei genitori) con il ragazzetto che le fa battere tanto il cuore, pianta in asso la famiglia perché - poverina lei - deve farsi la vacanza con lui, dà più di qualche pensiero, sotto questo punto di vista. Punto di vista che - evidentemente - non è stato ben esposto, quanto meno nel confronto tra legali (se c'è mai stato, e se non si tratti solo di "sboronate" di lei per dire che tanto avrebbe già "vinto" in partenza).
Ragazzi, queste cose le so sia da un punto di vista professionale, sia per l'esserci ampiamente passata: a me è rimasto addosso lo stigma di essermi ammalata dieci anni fa, e non dico cosa ho passato nel corso del mio processo
E non dico quanto ho ringraziato che mi ha assistito, per avermi fatto anche rinunciare, ad andare avanti con certe iniziative. Mi ha remato contro, finanziariamente parlando. Avrei potuto avere di più. Ma sarei ancora - un giorno sì, e l'altro pure - a guardare con un mix di ansia, di rancore, e di stupore, tante, tante, tante.... carte processuali.
Un buon avvocato in questi casi "contempera". Prima lavorando sul proprio assistito, e poi facendosi valere con la controparte. Di discorsi già "ragionati". Specialmente quando si tratta non soltanto di dividere una casa, o un mutuo, o delle spese. Avevo in tasca prove che mi aveva pestata. Ho rinunciato al risarcimento (mai incardinato il giudizio) e, in sede di separazione, all'addebito. Eppure - considerati i costi del nostro processo - con una eventuale (e probabile) rifusione delle spese (non solo legali, ma anche di CTU, e sono state un botto) conseguente all'addebito, avrei portato a casa diversi soldi. Ancora oggi mi rendo conto che quando lo vedo per questioni legate al figlio, il fatto di riuscire a vederlo come suo padre, e non come colui che mi ha (anche) messo più volte le mani addosso, e che mi diceva - minacciandomi - che nella separazione avrei perso tutto.... ebbene, mi pare un miracolo.