Quando si parla di queste cose, io faccio fatica a capire. Intendo quando si parla di quantità, tipo dicendo "poco".
E’ capitato anche a me in passato di avere problemi di salute e intervenire anche sull’alimentazione.
So che se stai male in tempo breve, dopo aver mangiato qualche ingrediente o piatto, puoi arrivare a crearti delle associazioni, come se tal alimento sia una sorta di veleno per te, e quindi arrivare a non considerarlo cibo (per te), non desiderarlo. Non provi quindi privazione, peso.
Fortunatamente io ho potuto reintrodurre alimenti, anche se non sono tipo da abbuffarsi. In passato ero molto più attenta, davo molta importanza all’alimentazione quasi come preventiva alle malattie, poi dopo la malattia che ha colpito mio padre mi è andata in vacca. Anche se lui non era rigoroso era comunque un uomo che essendo nato nel dopoguerra non era stato allevato a merendine, bibite zuccherate e junk food, non mangiava una verdura o un frutto fuori stagione non perchè letto da qualche guru del web, ma perchè per lui era un discorso di mangiare cose saporite, non ha mai toccato niente di surgelato salvo il periodo del covid (per i limiti che giravano), amava il pesce (di mare), e quando mangiava carne erano sempre porzioni limitate. Persona attiva, muscolosa nonostante età avanzata.
So che ovviamente è comunque corretto avere accortezze, ma diciamo che certe cose che si dicono per evitare gravi patologie, vorrei tanto poterci credere, ma una parte di me crede che siano come "sensibilità", qualcosa che sorge da molto piccoli.