Beata ignoranza.

Stato
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sienne

lucida-confusa
Io invece credo sia più come dice SBri, i genitori corrono, corrono e talvolta ritengono tempo perso il dover spiegare e preferiscono sbrigare loro le incombenze che potrebbero tranquillamente risolvere i figli, peccato.

Ciao

non so di che epoca sei ... :D
ma oggi la vita è si più frenetica ... ma per motivi,
non necessariamente legati al lavoro, ma perché sono subentrati
delle necessità, che una volta non esistevano o meglio non in questo modo.

I miei lavoravano entrambi ... molte più ore di oggi, con orari fissi e non flessibili ...
Ancora non avevo un età con due numeri e mi toccava aiutare,
perché il tempo i miei genitori proprio non l'avevano ... non era possibile.
Per quel che mi ricordo ... ho sempre dovuto aiutare ... ho sempre lavorato ...

Se oggi molti lo preferiscono fare ... è pur sempre perché il tempo lo hanno ...



sienne
 

spleen

utente ?
Concordo sulle capacità analitiche, ma nemmeno possiamo per questo delegare le istituzioni, dato che una mente analitica é contraddistinta principalmente da caratteristiche come la curiosità ad esempio. Curiosi ed attenti si nasce anche, ma é anche vero che l'andazzo generale influenza un appiattimento generale.

Però thread come questo rischiano di scaderere in retorica, perché potrei dire di conoscere altrettanti ragazzi davvero in gamba. Molto fa anche la famiglia.
Concordo con la famiglia, conosco genitori più "invorniti" dei figli che dovrebbero educare. La "società delle informazioni inutili" comunque è un problema che ci tocca tutti ed è una cosa ben più grave di quello che appaia.
 

Trinità

Utente Pagliaccio
:eek: Allucinante stamattina mi trovavo all'ufficio postale, dove ho assistito a due episodi che hanno dell'incredibile.
Il primo entra un ragazzo di circa vent'anni si rivolge all'impiegato e gli dice, scusi il bancomat ha ritirato la mia patente, l'impiegato sbalordito dice , perche' hai messo la patente nel bancomat, lui dovevo fare un prelievo, il conto e intestato a mio padre, e con la patente? e questo: perche' non e' un documento di riconoscimento? Tutti a ridere.
Dopo dieci minuti una ragazza deve fare un'operazione, consegna il modulo , l'impiegato legge e gli dice scusa il documento carta identita' n° xxxx rilasciato da (seguito da un nome xxxxx )chi e' , e questa : mia madre, il documento e di mia madre, la ragazza invece di mettere il comune di rilascio del documento aveva messo il nome della madre, altre risate.
Riflessione :generazione di ignoranti sanno usare pc telefoni tablet ed altro ,ma sul sociale non capiscono una mazza, la mia paura e' quando questi saranno classe dirigente o politica e noi piu anziani ? Poveri noi.:(

Ps.scusate la forma e errori io ignorante sto scrivendo per la prima volta da un tablet. :eek:
Sono cose che succedono, per esempio a me è capitato un tipo che difronte alla coda
per i prelievi del sangue all'asl alla domanda<< che tipo di analisi dovesse fare >>
la risposta fu << niente di particolare, sono qui per il codice fiscale>>.......
 

Fantastica

Utente di lunga data
Leggetevi questo...

A proposito di ignoranza...

http://moked.it/blog/2014/07/25/lo-stato-ebraico-2/

Lo Stato ebraico



È difficile da credere, ma è successo davvero.
Università. Dipartimento di Lingue (uno dei migliori d’Italia). Sessione estiva. Esame di “Teoria della Traduzione”. Corso di Laurea Magistrale in “Traduzione”.
Propongo alla studentessa che già ha risposto bene a varie domande, quale sia l’argomento che più l’ha interessata (“vediamo se posso darle trenta” − penso tra me).
La studentessa, senza indugio, risponde: “La traduzione della Bibbia” (ovviamente, oltre alle lezioni a cui non era mai venuta, aveva libri appositi su cui prepararsi).
Dopo un po’, dicendo cose molto confuse, afferma con perentorietà: “La Bibbia è scritta in ebraico, lingua che da duemila anni nessuno conosce più, è una lingua morta e del tutto ignota”. Il mio giovane collega coglie il fremito sul mio viso e mi previene, guardando la fanciulla con condiscendenza: “Dottoressa, se ci pensa, non è possibile quello che ha detto: non solo l’ebraico è sempre stato coltivato dagli studiosi della Bibbia (… e se no come avrebbero potuto tradurla − penso io), ma, se ci pensa, nello Stato Ebraico che lingua si parla oggi?”
La ragazza (per altro, già laureata alla triennale, e quindi, come prevede lo Stato italiano, effettivamente “dottoressa”) ci fissa con uno sguardo vitreo, come non avesse affatto capito la domanda. Mi impensierisco e le chiedo: “Lei sa, vero, che esiste uno Stato Ebraico?”. “No − risponde quella con aria sinceramente stupita − non lo sapevo”.
Il mio collega, per evitare che il mio fremito persistente esploda in una reazione poco professorale, interviene di nuovo: “Ci pensi, dottoressa, certo che lo sa, se ne parla spesso, se ne parla sempre: mai sentito del Medio Oriente?”.
Quella allora smuove gli occhi, come avesse finalmente percepito un’illuminazione: “Ah, sì, ma voi intendete l’Iran!” − dice, un po’ stupita che le chiedano simili banalità. Mi paralizzo, non riesco a reagire. Poi respiro profondamente e alzo un po’ la voce. “Ma che sta dicendo?! Scusi, vorrebbe farmi credere che in 23 anni di vita non ha mai sentito parlare di Tel Aviv, di Gerusalemme, di Israele?”. “Sì, credo di sì,” − fa lei. − “ci stanno i palestinesi. Ma non sapevo che c’entrassero con l’ebraico…”. Ora vi chiederete voi: ma di chi è la colpa? Di nessuno? Di tutti? Io non lo so. Questo è certo il frutto della falsa democratizzazione della cultura che, invece di un’alta cultura per pochi, propone una non-cultura per tutti. E vi chiederete: cosa si fa in questi casi? Niente. Non si può bocciare uno studente perché confonde l’Iran con Israele, perché − come prontamente ha rimarcato la studentessa stessa − “alle altre domande ho risposto bene…”. Alla fine, segnandole il voto sul libretto, le chiedo: “Ma lei si rende conto della ragione per cui sono sconvolta? Non le interessa?”. “No.” − risponde − “Posso andare ora?”.
Laura Salmon, slavista
 

disincantata

Utente di lunga data
A proposito di ignoranza...

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Lo Stato ebraico



È difficile da credere, ma è successo davvero.
Università. Dipartimento di Lingue (uno dei migliori d’Italia). Sessione estiva. Esame di “Teoria della Traduzione”. Corso di Laurea Magistrale in “Traduzione”.
Propongo alla studentessa che già ha risposto bene a varie domande, quale sia l’argomento che più l’ha interessata (“vediamo se posso darle trenta” − penso tra me).
La studentessa, senza indugio, risponde: “La traduzione della Bibbia” (ovviamente, oltre alle lezioni a cui non era mai venuta, aveva libri appositi su cui prepararsi).
Dopo un po’, dicendo cose molto confuse, afferma con perentorietà: “La Bibbia è scritta in ebraico, lingua che da duemila anni nessuno conosce più, è una lingua morta e del tutto ignota”. Il mio giovane collega coglie il fremito sul mio viso e mi previene, guardando la
fanciulla con condiscendenza: “Dottoressa, se ci pensa, non è possibile quello che ha detto: non solo l’ebraico è sempre stato coltivato dagli studiosi della Bibbia (… e se no come avrebbero potuto tradurla − penso io), ma, se ci pensa, nello Stato Ebraico che lingua si parla oggi?”
La ragazza (per altro, già laureata alla triennale, e quindi, come prevede lo Stato italiano, effettivamente “dottoressa”) ci fissa con uno sguardo vitreo, come non avesse affatto capito la domanda. Mi impensierisco e le chiedo: “Lei sa, vero, che esiste uno Stato Ebraico?”. “No − risponde quella con aria sinceramente stupita − non lo sapevo”.
Il mio collega, per evitare che il mio fremito persistente esploda in una reazione poco professorale, interviene di nuovo: “Ci pensi, dottoressa, certo che lo sa, se ne parla spesso, se ne parla sempre: mai sentito del Medio Oriente?”.
Quella allora smuove gli occhi, come avesse finalmente percepito un’illuminazione: “Ah, sì, ma voi intendete l’Iran!” − dice, un po’ stupita che le chiedano simili banalità. Mi paralizzo, non riesco a reagire. Poi respiro profondamente e alzo un po’ la voce. “Ma che sta dicendo?! Scusi, vorrebbe farmi credere che in 23 anni di vita non ha mai sentito parlare di Tel Aviv, di Gerusalemme, di Israele?”. “Sì, credo di sì,” − fa lei. − “ci stanno i palestinesi. Ma non sapevo che c’entrassero con l’ebraico…”. Ora vi chiederete voi: ma di chi è la colpa? Di nessuno? Di tutti? Io non lo so. Questo è certo il frutto della falsa democratizzazione della cultura che, invece di un’alta cultura per pochi, propone una non-cultura per tutti. E vi chiederete: cosa si fa in questi casi? Niente. Non si può bocciare uno studente perché confonde l’Iran con Israele, perché − come prontamente ha rimarcato la studentessa stessa − “alle altre domande ho risposto bene…”. Alla fine, segnandole il voto sul libretto, le chiedo: “Ma lei si rende conto della ragione per cui sono sconvolta? Non le interessa?”. “No.” − risponde − “Posso andare ora?”.
Laura Salmon, slavista
Terribile ignorare Israele e la lingua ebraica.
Basterebbe leggessero un quotidiano e saprebbero molte più cose.

purtroppo i quotidiani in Italia vengono snobbati. .

anche se a scuola si studia o non si studia Israele e la storia dei palestinesi è fin dagli anni 50 che purtroppo, come oggi, se ne parla spesso in prima pagina.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
A proposito di ignoranza...

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Lo Stato ebraico



È difficile da credere, ma è successo davvero.
Università. Dipartimento di Lingue (uno dei migliori d’Italia). Sessione estiva. Esame di “Teoria della Traduzione”. Corso di Laurea Magistrale in “Traduzione”.
Propongo alla studentessa che già ha risposto bene a varie domande, quale sia l’argomento che più l’ha interessata (“vediamo se posso darle trenta” − penso tra me).
La studentessa, senza indugio, risponde: “La traduzione della Bibbia” (ovviamente, oltre alle lezioni a cui non era mai venuta, aveva libri appositi su cui prepararsi).
Dopo un po’, dicendo cose molto confuse, afferma con perentorietà: “La Bibbia è scritta in ebraico, lingua che da duemila anni nessuno conosce più, è una lingua morta e del tutto ignota”. Il mio giovane collega coglie il fremito sul mio viso e mi previene, guardando la fanciulla con condiscendenza: “Dottoressa, se ci pensa, non è possibile quello che ha detto: non solo l’ebraico è sempre stato coltivato dagli studiosi della Bibbia (… e se no come avrebbero potuto tradurla − penso io), ma, se ci pensa, nello Stato Ebraico che lingua si parla oggi?”
La ragazza (per altro, già laureata alla triennale, e quindi, come prevede lo Stato italiano, effettivamente “dottoressa”) ci fissa con uno sguardo vitreo, come non avesse affatto capito la domanda. Mi impensierisco e le chiedo: “Lei sa, vero, che esiste uno Stato Ebraico?”. “No − risponde quella con aria sinceramente stupita − non lo sapevo”.
Il mio collega, per evitare che il mio fremito persistente esploda in una reazione poco professorale, interviene di nuovo: “Ci pensi, dottoressa, certo che lo sa, se ne parla spesso, se ne parla sempre: mai sentito del Medio Oriente?”.
Quella allora smuove gli occhi, come avesse finalmente percepito un’illuminazione: “Ah, sì, ma voi intendete l’Iran!” − dice, un po’ stupita che le chiedano simili banalità. Mi paralizzo, non riesco a reagire. Poi respiro profondamente e alzo un po’ la voce. “Ma che sta dicendo?! Scusi, vorrebbe farmi credere che in 23 anni di vita non ha mai sentito parlare di Tel Aviv, di Gerusalemme, di Israele?”. “Sì, credo di sì,” − fa lei. − “ci stanno i palestinesi. Ma non sapevo che c’entrassero con l’ebraico…”. Ora vi chiederete voi: ma di chi è la colpa? Di nessuno? Di tutti? Io non lo so. Questo è certo il frutto della falsa democratizzazione della cultura che, invece di un’alta cultura per pochi, propone una non-cultura per tutti. E vi chiederete: cosa si fa in questi casi? Niente. Non si può bocciare uno studente perché confonde l’Iran con Israele, perché − come prontamente ha rimarcato la studentessa stessa − “alle altre domande ho risposto bene…”. Alla fine, segnandole il voto sul libretto, le chiedo: “Ma lei si rende conto della ragione per cui sono sconvolta? Non le interessa?”. “No.” − risponde − “Posso andare ora?”.
Laura Salmon, slavista
Un Presidente deli Stati Uniti, dovendo rispondere a una domanda su Solidarnosc e i movimenti in Polonia, chiese "La Polonia è in Europa?"
 

Brunetta

Utente di lunga data
E' un fatto che la Storia Contemporanea non viene affrontata in tutto il corso di studi. Con l'idea di studiare "obbligatoriamente" in senso cronologico, dovrebbe essere affrontata a fine anno di fine corsi e c'è sempre altro a cui pensare.
Il non avere strumenti di comprensione allontana anche dall'affrontare temi di attualità che vengono spesso presentati come non fatti da comprendere ma situazioni nelle quali si debba necessariamente schierarsi.
Inoltre i giovani escono sempre e non vedono neppure un telegiornale, ammesso che in una famiglia si guardi.
 

disincantata

Utente di lunga data
E' un fatto che la Storia Contemporanea non viene affrontata in tutto il corso di studi. Con l'idea di studiare "obbligatoriamente" in senso cronologico, dovrebbe essere affrontata a fine anno di fine corsi e c'è sempre altro a cui pensare.
Il non avere strumenti di comprensione allontana anche dall'affrontare temi di attualità che vengono spesso presentati come non fatti da comprendere ma situazioni nelle quali si debba necessariamente schierarsi.
Inoltre i giovani escono sempre e non vedono neppure un telegiornale, ammesso che in una famiglia si guardi.
Molto dipende dalla famiglia....io con mio padre non potevo ignorare certi fatti....e con le mie figlie ho fatto la stessa cosa.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Molto dipende dalla famiglia....io con mio padre non potevo ignorare certi fatti....e con le mie figlie ho fatto la stessa cosa.
Io pure. Ho ricordi di fatti che le mie coetanee hanno solo studiato (se lo hanno fatto) perché erano argomento di conversazione appassionata.
Ma non è così per tutte le famiglie. Sempre più, per fortuna, famiglie modeste culturalmente riescono a far studiare i figli che, mancando di quel retroterra e supporto famigliare, restano poi con dei vuoti che potranno colmare solo con gli anni.
Credo che si tenda a dimenticare le proprie lacune e ignoranze giovanili.
 

Fantastica

Utente di lunga data
Il problema vero è che viene ritenuto del tutto INUTILE e quindi stupido avere nozioni che vadano al di là dle proprio ristretto campo d'interesse specialistico. Intendo dire che è agghiacciante il "No" pronunciato al termine del'esame dalla dottoressa esaminata.

Anche io non addosserei tutte le colpe alla scuola. Preciso che alle superiori il Novecento è il solo argomento di studi obbligato ormai da più da una decina d'anni. Ma appunto, è la FAMIGLIA il vero handicap di questi studenti. Non ci sono che rare occasioni di stare tutti insieme, per cominciare; e quelle poche sono affollate di discorsi che riguardano il vicino di casa, l'ultimo modello di auto, i problemi di lavoro, il ménage familiare, l'ultimo tronista...
 

Brunetta

Utente di lunga data
Il problema vero è che viene ritenuto del tutto INUTILE e quindi stupido avere nozioni che vadano al di là dle proprio ristretto campo d'interesse specialistico. Intendo dire che è agghiacciante il "No" pronunciato al termine del'esame dalla dottoressa esaminata.

Anche io non addosserei tutte le colpe alla scuola. Preciso che alle superiori il Novecento è il solo argomento di studi obbligato ormai da più da una decina d'anni. Ma appunto, è la FAMIGLIA il vero handicap di questi studenti. Non ci sono che rare occasioni di stare tutti insieme, per cominciare; e quelle poche sono affollate di discorsi che riguardano il vicino di casa, l'ultimo modello di auto, i problemi di lavoro, il ménage familiare, l'ultimo tronista...
Lo so. Ma non viene fatto. Se si arriva alla Seconda Guerra Mondiale è già tanto.
La famiglia è il nodo. Vero è che c'è stato impegno negli ultimi venti anni perché tutti gli aspetti della vita, dalle relazioni, al sesso, alla società, alla politica fossero affrontate superficialmente, sfruttando il bisogno di placare le angosce del vivere.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ampliando e restringendo.
Non pare a nessuno che molti abbiano introiettato un'idea di relazione superficiale e disimpegnata da ogni assunzione di responsabilità?
 

OcchiVerdi

Utente di lunga data
:eek: Allucinante stamattina mi trovavo all'ufficio postale, dove ho assistito a due episodi che hanno dell'incredibile.
Il primo entra un ragazzo di circa vent'anni si rivolge all'impiegato e gli dice, scusi il bancomat ha ritirato la mia patente, l'impiegato sbalordito dice , perche' hai messo la patente nel bancomat, lui dovevo fare un prelievo, il conto e intestato a mio padre, e con la patente? e questo: perche' non e' un documento di riconoscimento? Tutti a ridere.
Dopo dieci minuti una ragazza deve fare un'operazione, consegna il modulo , l'impiegato legge e gli dice scusa il documento carta identita' n° xxxx rilasciato da (seguito da un nome xxxxx )chi e' , e questa : mia madre, il documento e di mia madre, la ragazza invece di mettere il comune di rilascio del documento aveva messo il nome della madre, altre risate.
Riflessione :generazione di ignoranti sanno usare pc telefoni tablet ed altro ,ma sul sociale non capiscono una mazza, la mia paura e' quando questi saranno classe dirigente o politica e noi piu anziani ? Poveri noi.:(

Ps.scusate la forma e errori io ignorante sto scrivendo per la prima volta da un tablet. :eek:
io ho lavorato per due anni come coordinatore in una società di servizi di customer care. Ho decine di annedoti di illogica ignoranza o, come li definisco io, di "cervelli spenti".

Elcuni esempi.....

  • un 28 enne laureando che voleva il telecomando per accendere il pc.
  • un 50 enne che si lamentava il pc non funzionasse senza avere la corrente in casa
  • un signore che comprato il modem pretendeva di andare in internet senza PC. La pubblicità esclamava " con il nostro modem potrai andare in internet....."
 

Brunetta

Utente di lunga data

OcchiVerdi

Utente di lunga data
Ignoranti non si può dire dei laureati, ma ho l'impressione, e non è solo la mia, che siano meno preparati della nostra generazione...
Qualche anno fa ho avuto una discussione con un manager bancario per un problema di lavoro. 110 e lode alla bocconi... uno da quasi 1 milione l'anno ..... al suo " se io potrei...." mi sono ribaltato dalla sedia e gli ho fatto notare si debba dire " se io potessi...".
Mi ha risposto : "Io mi sono laureato con 110 e lode alla bocconi!"
Gli ho risposto : "Ottimo allora ti manca solo un corso intensivo di Italiano!"
 
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Nicka

Capra Espiatrice
Qualche hanno fa ho avuto una discussione con un manager bancario per un problema di lavoro. 110 e lode alla bocconi... uno da quasi 1 milione l'anno ..... al suo " se io potrei...." mi sono ribaltato dalla sedia e gli ho fatto notare si debba dire " se io potessi...".
Mi ha risposto : "Io mi sono laureato con 110 e lode alla bocconi!"
Gli ho risposto : "Ottimo allora ti manca solo un corso intensivo di Italiano!"
.......................................
 

ilnikko

utente chitarrista
Qualche hanno fa ho avuto una discussione con un manager bancario per un problema di lavoro. 110 e lode alla bocconi... uno da quasi 1 milione l'anno ..... al suo " se io potrei...." mi sono ribaltato dalla sedia e gli ho fatto notare si debba dire " se io potessi...".
Mi ha risposto : "Io mi sono laureato con 110 e lode alla bocconi!"
Gli ho risposto : "Ottimo allora ti manca solo un corso intensivo di Italiano!"
:cool:
 
Stato
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