Ho avuto una intuizione, forse interessante.
Cercare di vedersi giovani e belli è una spinta naturale per ciò che associamo alla giovinezza e alla bellezza.
È una fase della vita a cui si aspira con estremo desiderio da bambini, perché lo immaginiamo come un tempo libero dai rimproveri e dalle limitazioni della libertà che pongono gli adulti e con una bellezza e una forza fisica straordinarie, come sentiamo e vediamo esaltare da tutti gli adulti (quei vecchi dei nostri genitori trentenni

) in cui, grazie al pensiero onnipotente infantile, crediamo davvero che, rimossi gli ostacoli che ci pongono gli altri, potremo realizzare tutti i nostri desideri. I sogni sono quelli che esprimono i bambini alla domanda “cosa farai da grande?” e le risposte, dal l’astronauta, al calciatore, al pilota di formula uno, alle omologhe aspirazioni femminili che vanno dalla scrittrice, alla scienziata, alla attrice o cantante, non sono in rapporto con le reali attitudini, ma con ciò che gli adulti intorno fanno apparire come auspicabili. Quindi i genitori compiaciuti del bimbo o della bimba che ha ambizioni che loro condividono, stanno solo compiacendosi di sé stessi.
Poi… arriva la realtà e noi scopriamo di non avere le qualità e la forza di impegnarci per realizzare sul piano di realtà le fantasie infantili.
Ecco l’intuizione.
Cercare di mantenere la giovinezza o creare la bellezza è un modo per esercitare il residuo di onnipotenza infantile e credere di poter realizzare le condizioni per la realizzazione dei nostri sogni.
Ma la realtà (brutta stronza!) non si vuole mai adeguare ai nostri sogni, speranze e desideri e, per quanto ci cambiamo, prima o poi ci dovremo arrendere alla stronza. Ma se la riconosciamo come invincibile, sapremo godere di ciò che siamo.