Skorpio
Utente di lunga data
Io penso che sia pericoloso, si.In questa prospettiva tutto è guerra e niente lo è, nel senso che il paradigma discende dalla posizione che assume la persona nel contesto.
E ci sono persone che si sentono in guerra sempre, battagliano in ogni situazione, indipendentemente dal contesto.
Se intendi dire che questo contesto agevola e fornisce spunti a chi vive in questa prospettiva, concordo. Ci si potrebbe anche chiedere il perché, volendo, ma esulerebbe completamente dal thread e dal dialogo che facciamo.
Però.
Lo scopo delle metafore è esemplificare un concetto o una circostanza utilizzando immagini note e condivise, che (possono certamente non corrispondere "punto-punto" ma) dovrebbero avere almeno un minimo di aderenza con gli attori, i contorni e le strategie del concetto che vanno ad esemplificare. In questo caso, una pandemia.
Partendo da qui. Io non leggo aderenza.
E mi sembra una metafora fuorviante.
Parla di contrapposizione dove servirebbe collaborazione.
Parla di nemici, invitando, se ce ne fosse bisogno, a cercarne.
È quindi una metafora "pericolosa", fa perdere di vista sia cosa sta accadendo sia la posizione di contenimento adottata come strategia (in senso stretto).
A me non spaventa il termine "guerra" mi spaventa che si "concettualizzi" un evento non causale, non prevedibile e, per definizione, livellante, con un evento o un contesto strettamente non casuale, prevedibile al punto di vivere di strategia. Ma questo fraintendimento capita in diversi contesti e situazioni.
Non so se sono riuscita a spiegarmi.
Tu lo senti il pericolo che si insinua a parlare ed agire concettualizzando come guerra ciò che non lo è?
Io lo sento ed è il genere di guerra o contrapposizione che, pur non essendo una persona pacifica, rifuggo.
E in questo senso condivido l'articolo della Testa quando dice che è un termine pericoloso perché può innescare meccanismi
Come spinte autoritaristiche, per dire, che in UE peraltro già sono fatto compiuto (Ungheria)
La differenza è che ciò che spaventa la Testa, non spaventa me.. Quindi per dire, a me una svolta autoritaria non spaventa
Di un autoritarismo "intelligente" , come ad esempio il fascismo, nei modi in cui me ne parlava la mia mamma, probabilmente in una visione tutta sua, parziale e difettosa, come tutte le visioni
La guerra è un paradigma sicuramente, e condivido, può esser guerra anche una discussione di lavoro, per chi la "vive" come tale
Se hai il paradigma, non vuol dire che automaticamente sei in guerra per tutto e su tutto, ma forse hai una spinta per riconoscere chi sta "vivendo" tumulti di guerra
Un po come riconoscere chi ha avuto una certa esperienza, con due occhiate e due parole
Ecco, io non mi sento in guerra a stare a casa o a metter la mascherina o altro, ma sicuramente ci sono alcuni "passaggi, tipo oggi, in cui mi sento in guerra
E inoltre avendo il paradigma, vedo e sento odore di guerra attorno a me, in chi parla nei media, nelle istituzioni, e anche nella gente comune, talvolta.
Con nemici diversi e pericoli diversi
Magari sono proiezioni mie, ma i modi e i termini espliciti, a me sembrano inequivocabili
Tu senti questi rumori e odori? Oppure senti attorno a te grande pacificazione e nessuna traccia di guerra?