Ci sono talmente tanti interventi che devo rispondere singolarmente ad ognuno altrimenti mi incarto da solo.
Partiamo con il chiarire che (oggi sono più sveglio di ieri sera) il tradimento che io ho definito terapeutico non è progettato e programmato, è un'oppurtunità che ti coglie impreparato e che non sai gestire.
Ovvio che il tradimento da parte di chi lo subisce può essere scatenante per una separazione, quindi è chiaro che rientra nella categoria precedentemente descritta nel mio post dove non stai più a parlare di progetti comuni e/o di rapporti da condividere.
OK....
Ho deciso di non parlare di tradimento e di fare un esempio assurdo per collocare nello spazio irreale il mio concetto.
Ci troviamo all'interno della nostra casa ipertecnologica del futuro, tutto è comandato da sensori collegati a computer che regolano la temperatura, l'umidità, l'illuminazione, il sottofondo musicale, le fragranze profumate, gli ologrammi che abbelliscono i locali. Tutta la sicurezza di casa è comandata da altri computer che bloccano le porte, le finestre, che controllano anche il perimetro del nostro giardino. Siamo appena entrati in questa casa, abbiamo sottoscritto un contratto che ci impegna per il resto dei nostri giorni a pagare quella rata che ci consentirà di vivere in questo ipotetico "paradiso tecnologico". Dopo le prime ore che ci siamo insediati, ci rendiamo conto di non aver completato il sistema di riconoscimento e non abbiamo nessun controllo sulla strumentazione di casa che ci identifica come un estraneo e quindi attiva i sistemi di sicurezza. Noi dobbiamo uscire: cosa facciamo???
Rimaniano li in un angolo nella speranza che qualcuno venga a salvarci, o cominciamo a forzare porte/finestre/congegni sapendo che la riparazione sarà un ulteriore aggravio delle nostre spese???
Ma rendiamo il quadro più drammatico.
Siamo prigionieri in questa casa perchè come accede in certi film, alcuni malvimenti sono riusciti ad entrare e ci tengono in scacco. In casa abbiamo anche la famiglia che è in pericolo e sappiamo che per uscirne vivi dobbiamo causare un'esplosione in cucina con il gas, o un'allagamento con manomissione dell'impianto elettrico. Entrambe le soluzioni sappiamo che renderanno lo stabile inutilizzabile e nessuna assicurazione ci coprirà il danno provocato intenzionalmente.
Ancora una volta: cosa facciamo?
In queste situazioni (potrei citarne molte altre) sappiamo sempre che dobbiamo prendere una decisione, sappiamo che non possiamo "non" fare qualcosa, sappiamo che qualunque scelta noi prenderemo causeremo un danno diretto o indiretto, a noi e/o agli altri, spesso non abbiamo nemmeno il tempo per metabolizzare le informazioni in nostro possesso per scegliere la strada meno "costosa".
Nella vita di tutti i giorni la prigione non è il matrimonio, ma la nostra stessa vita. Siamo soffocati dagli impegni che abbiamo accumulato negli anni (ecco perchè parla di tradimento in età matura), abbiamo obblighi verso tutti e verso tutto: la moglie, i figli, gli animali domestici, i genitori, i suoceri, il lavoro, la casa, la scuola dei figli, la banca, le bollette, l'automobile, ............... Questa prigione ti sta portando all'esaurimento......
Molte volte di fronte a te hai due strade: scappare lontano o cedere alla tentazione che ti si prospetta davanti e che riesce a farti dimenticare il peso delle responsabilità.
OK, fatto questo esempio torno a dire che non mi assolvo, ma voglio mettere tutti davanti a dei fatti da valutare con razionalità e non con lo spirito morale che ognuno di noi ha.
Per rispondere a te caro Fabrizio56, la bomba ti può scoppiare in mano, ma cosa è più pericoloso: una bomba a mano, o un petardo da mezzo chilo????