Capire quello che si legge

Brunetta

Utente di lunga data
Save the Children: «Un 15enne su due non capisce quello che legge»
di Orsola Riva
La denuncia del presidente di Save the Children Italia Claudio Tesauro: «Con questi dati è a rischio la tenuta democratica del Paese»

Un ragazzo su due sa leggere e scrivere ma purtroppo non capisce quello che legge. A ricordare ancora una volta questa tragedia nazionale di cui ci ricordiamo solo a sprazzi è stato oggi Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia aprendo i lavori di «Impossibile» la quattro giorni di riflessioni e proposte sull’ Infanzia e l’Adolescenza. «La dispersione scolastica implicita, cioè l’incapacità di un ragazzo/a di 15 anni di comprendere il significato di un testo scritto, è al 51% - ha ricordato Tesauro -. Un dramma non solo per il sistema di istruzione e per lo sviluppo economico, ma per la tenuta democratica di un paese. I più colpiti sono gli studenti delle famiglie più povere, quelle che vivono al sud e quelle con background migratorio».
Niente di nuovo, intendiamoci. Sono i dati sconvolgenti registrati dall’Invalsi a ogni nuova tornata di test. In genere per qualche giorno si scatena una piccola tempesta mediatica, con cori di indignazione e promesse di cambi di passo, ma poi puntualmente ci si dimentica di questo esercito di ragazzi che la scuola italiana perde per strada. In attesa dell’ennesima Caporetto a luglio prossimo, quando usciranno i risultati delle prove Invalsi di quest’anno, vale la pena di ricordare i dati di sintesi del 2021: due quattordicenni su cinque (con punte tra il 50 e il 60 per cento al Sud) escono dalle medie con competenze da quinta elementare. Sia in italiano che in matematica (dove va pure peggio). E questo ritardo purtroppo non lo recuperano più. I più deboli - in tutti i sensi: perché quelli che restano indietro sono soprattutto i ragazzi che provengono dai contesti socio-economici meno fortunati - iniziano a collezionare bocciature e poi mollano. Tant’è che la dispersione scolastica vera e propria - intesa come la percentuale di giovani senza un diploma di scuola superiore in tasca - in Italia è ancora lontana dall’obiettivo europeo che era stato fissato per il 2020 al dieci per cento: gli ultimi dati Eurostat parlano di un 13,1 per cento di giovani con in tasca il solo diploma di scuola media. E i più in difficoltà sono i maschi (15,6 per cento) mentre le femmine sono quasi in linea con la media europea (10,4 per cento). A quelli che la scuola perde, vanno aggiunti poi quelli che invece la scuola manda avanti ma senza le necessarie competenze. Anche qui i risultati dell’Invalsi lasciano poco spazio alla fantasia: il 44 per cento dei maturandi non raggiunge la sufficienza in italiano con punte del 50-60 per cento al Sud. Un dato, quello dell’anno scorso che sicuramente ha risentito della Dad, ma non è che prima le cose andassero poi molto meglio.
Nel corso della sua presentazione Tesauro ha affermato che in Italia esiste «una crudele ingiustizia generazionale perché la crisi ha colpito proprio i bambini. Non solo 1,384mila bambini in povertà assoluta (il dato più alto degli ultimi 15 anni) ma un bambino in Italia oggi ha il doppio delle probabilità di vivere in povertà assoluta rispetto ad un adulto, il triplo delle probabilità rispetto a chi ha più di 65 anni». ll presidente di Save The Children ha ricordato inoltre, che «più di due milioni di giovani, ovvero 1 giovane su cinque fra i 15 e i 29 anni, è fuori da ogni percorso di scuola, formazione e lavoro. In sei regioni, il numero dei ragazzi e delle ragazze Neet (acronimo di «not in employment, education or training», ndr) ha già superato il numero dei ragazzi, della stessa fascia di età, inseriti nel mondo del lavoro. In Sicilia, Campania, Calabria per 2 giovani occupati ce ne sono altri 3 che sono fuori dal lavoro, dalla formazione e dallo studio. Dati che - ha sottolineato - fanno a pugni con la richiesta del mondo produttivo».
 

patroclo

Utente di lunga data
Save the Children: «Un 15enne su due non capisce quello che legge»
di Orsola Riva
La denuncia del presidente di Save the Children Italia Claudio Tesauro: «Con questi dati è a rischio la tenuta democratica del Paese»

Un ragazzo su due sa leggere e scrivere ma purtroppo non capisce quello che legge. A ricordare ancora una volta questa tragedia nazionale di cui ci ricordiamo solo a sprazzi è stato oggi Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia aprendo i lavori di «Impossibile» la quattro giorni di riflessioni e proposte sull’ Infanzia e l’Adolescenza. «La dispersione scolastica implicita, cioè l’incapacità di un ragazzo/a di 15 anni di comprendere il significato di un testo scritto, è al 51% - ha ricordato Tesauro -. Un dramma non solo per il sistema di istruzione e per lo sviluppo economico, ma per la tenuta democratica di un paese. I più colpiti sono gli studenti delle famiglie più povere, quelle che vivono al sud e quelle con background migratorio».
Niente di nuovo, intendiamoci. Sono i dati sconvolgenti registrati dall’Invalsi a ogni nuova tornata di test. In genere per qualche giorno si scatena una piccola tempesta mediatica, con cori di indignazione e promesse di cambi di passo, ma poi puntualmente ci si dimentica di questo esercito di ragazzi che la scuola italiana perde per strada. In attesa dell’ennesima Caporetto a luglio prossimo, quando usciranno i risultati delle prove Invalsi di quest’anno, vale la pena di ricordare i dati di sintesi del 2021: due quattordicenni su cinque (con punte tra il 50 e il 60 per cento al Sud) escono dalle medie con competenze da quinta elementare. Sia in italiano che in matematica (dove va pure peggio). E questo ritardo purtroppo non lo recuperano più. I più deboli - in tutti i sensi: perché quelli che restano indietro sono soprattutto i ragazzi che provengono dai contesti socio-economici meno fortunati - iniziano a collezionare bocciature e poi mollano. Tant’è che la dispersione scolastica vera e propria - intesa come la percentuale di giovani senza un diploma di scuola superiore in tasca - in Italia è ancora lontana dall’obiettivo europeo che era stato fissato per il 2020 al dieci per cento: gli ultimi dati Eurostat parlano di un 13,1 per cento di giovani con in tasca il solo diploma di scuola media. E i più in difficoltà sono i maschi (15,6 per cento) mentre le femmine sono quasi in linea con la media europea (10,4 per cento). A quelli che la scuola perde, vanno aggiunti poi quelli che invece la scuola manda avanti ma senza le necessarie competenze. Anche qui i risultati dell’Invalsi lasciano poco spazio alla fantasia: il 44 per cento dei maturandi non raggiunge la sufficienza in italiano con punte del 50-60 per cento al Sud. Un dato, quello dell’anno scorso che sicuramente ha risentito della Dad, ma non è che prima le cose andassero poi molto meglio.
Nel corso della sua presentazione Tesauro ha affermato che in Italia esiste «una crudele ingiustizia generazionale perché la crisi ha colpito proprio i bambini. Non solo 1,384mila bambini in povertà assoluta (il dato più alto degli ultimi 15 anni) ma un bambino in Italia oggi ha il doppio delle probabilità di vivere in povertà assoluta rispetto ad un adulto, il triplo delle probabilità rispetto a chi ha più di 65 anni». ll presidente di Save The Children ha ricordato inoltre, che «più di due milioni di giovani, ovvero 1 giovane su cinque fra i 15 e i 29 anni, è fuori da ogni percorso di scuola, formazione e lavoro. In sei regioni, il numero dei ragazzi e delle ragazze Neet (acronimo di «not in employment, education or training», ndr) ha già superato il numero dei ragazzi, della stessa fascia di età, inseriti nel mondo del lavoro. In Sicilia, Campania, Calabria per 2 giovani occupati ce ne sono altri 3 che sono fuori dal lavoro, dalla formazione e dallo studio. Dati che - ha sottolineato - fanno a pugni con la richiesta del mondo produttivo».
...ma dai, anche tu a prendere per il culo la povera sciagurata :ROFLMAO: :ROFLMAO: :ROFLMAO: :ROFLMAO: :ROFLMAO:
 

Ulisse

Utente di lunga data
Save the Children: «Un 15enne su due non capisce quello che legge»
di Orsola Riva
La denuncia del presidente di Save the Children Italia Claudio Tesauro: «Con questi dati è a rischio la tenuta democratica del Paese»

Un ragazzo su due sa leggere e scrivere ma purtroppo non capisce quello che legge. A ricordare ancora una volta questa tragedia nazionale di cui ci ricordiamo solo a sprazzi è stato oggi Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children Italia aprendo i lavori di «Impossibile» la quattro giorni di riflessioni e proposte sull’ Infanzia e l’Adolescenza. «La dispersione scolastica implicita, cioè l’incapacità di un ragazzo/a di 15 anni di comprendere il significato di un testo scritto, è al 51% - ha ricordato Tesauro -. Un dramma non solo per il sistema di istruzione e per lo sviluppo economico, ma per la tenuta democratica di un paese. I più colpiti sono gli studenti delle famiglie più povere, quelle che vivono al sud e quelle con background migratorio».
Niente di nuovo, intendiamoci. Sono i dati sconvolgenti registrati dall’Invalsi a ogni nuova tornata di test. In genere per qualche giorno si scatena una piccola tempesta mediatica, con cori di indignazione e promesse di cambi di passo, ma poi puntualmente ci si dimentica di questo esercito di ragazzi che la scuola italiana perde per strada. In attesa dell’ennesima Caporetto a luglio prossimo, quando usciranno i risultati delle prove Invalsi di quest’anno, vale la pena di ricordare i dati di sintesi del 2021: due quattordicenni su cinque (con punte tra il 50 e il 60 per cento al Sud) escono dalle medie con competenze da quinta elementare. Sia in italiano che in matematica (dove va pure peggio). E questo ritardo purtroppo non lo recuperano più. I più deboli - in tutti i sensi: perché quelli che restano indietro sono soprattutto i ragazzi che provengono dai contesti socio-economici meno fortunati - iniziano a collezionare bocciature e poi mollano. Tant’è che la dispersione scolastica vera e propria - intesa come la percentuale di giovani senza un diploma di scuola superiore in tasca - in Italia è ancora lontana dall’obiettivo europeo che era stato fissato per il 2020 al dieci per cento: gli ultimi dati Eurostat parlano di un 13,1 per cento di giovani con in tasca il solo diploma di scuola media. E i più in difficoltà sono i maschi (15,6 per cento) mentre le femmine sono quasi in linea con la media europea (10,4 per cento). A quelli che la scuola perde, vanno aggiunti poi quelli che invece la scuola manda avanti ma senza le necessarie competenze. Anche qui i risultati dell’Invalsi lasciano poco spazio alla fantasia: il 44 per cento dei maturandi non raggiunge la sufficienza in italiano con punte del 50-60 per cento al Sud. Un dato, quello dell’anno scorso che sicuramente ha risentito della Dad, ma non è che prima le cose andassero poi molto meglio.
Nel corso della sua presentazione Tesauro ha affermato che in Italia esiste «una crudele ingiustizia generazionale perché la crisi ha colpito proprio i bambini. Non solo 1,384mila bambini in povertà assoluta (il dato più alto degli ultimi 15 anni) ma un bambino in Italia oggi ha il doppio delle probabilità di vivere in povertà assoluta rispetto ad un adulto, il triplo delle probabilità rispetto a chi ha più di 65 anni». ll presidente di Save The Children ha ricordato inoltre, che «più di due milioni di giovani, ovvero 1 giovane su cinque fra i 15 e i 29 anni, è fuori da ogni percorso di scuola, formazione e lavoro. In sei regioni, il numero dei ragazzi e delle ragazze Neet (acronimo di «not in employment, education or training», ndr) ha già superato il numero dei ragazzi, della stessa fascia di età, inseriti nel mondo del lavoro. In Sicilia, Campania, Calabria per 2 giovani occupati ce ne sono altri 3 che sono fuori dal lavoro, dalla formazione e dallo studio. Dati che - ha sottolineato - fanno a pugni con la richiesta del mondo produttivo».
Non ho capito.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Ulisse

Utente di lunga data
per me, uno su due è pure una stima ottimistica.
Molto:

mi vergogno io per quella bionda del secondo video che ha detto di studiare ingegneria energetica
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
per me, uno su due è pure una stima ottimistica.
Molto:
Le interviste sono preparate da decenni.
Il problema esposto è l’incapacità di comprendere un testo. È ovvio che, se non si sa leggere, non si apprende nemmeno.
 

Ulisse

Utente di lunga data
Le interviste sono preparate da decenni.
Il problema esposto è l’incapacità di comprendere un testo. È ovvio che, se non si sa leggere, non si apprende nemmeno.
ovvio che sono selezionate e non sono tutti così.

però noto un calo medio della cultura sicuramente legato, ma non solo, alla non comprensione di quello che si legge.
ma sentire che il D-day è il Dildo Day....
 

Brunetta

Utente di lunga data
ovvio che sono selezionate e non sono tutti così.

però noto un calo medio della cultura sicuramente legato, ma non solo, alla non comprensione di quello che si legge.
ma sentire che il D-day è il Dildo Day....
Hanno intervistato ragazzi sotto effetto di sostanze.
Comunque spesso le risposte sono suggerite.
Vent'anni fa la Marcuzzi faceva domande in zona Duomo a ragazzini. Venne intervistata la figlia di un‘amica a cui venne detto cosa dire. La ragazzina trovò la cosa divertente e così disse quello che le era stato suggerito. Poi chiesero i documenti per la liberatoria.
I genitori volevano fare denuncia, ma l’intervista non fu mai mandata in onda.
 

ivanl

Utente di lunga data
Ne parlavo stamattina con mio figlio; si lamentava che è stanco, sono settimane che fa le 2 di notte perchè sono pieni di verifiche ed interrogazioni ed esami di certificazione varia di lingue, salvo poi iniziare ogni giorno a studiare alle 16 visto che prima sta a chattare con la tipa.
Gli ho detto che deve dare le priorità alle cose, se vuole chattare non si lamenti poi che deve fare le 2 per mantenere la media del 9 e che deve ringraziare il cielo di poterstudiare in una buona scuola, seppur selettiva, di viaggiare e di fare mille cose che non potrebbe fare se fosse una capra. Starebbe già a raccogliere pomodori nei campi qua attorno, altrimenti
 

ologramma

Utente di lunga data
ecco perchè sono sempre critico di queste interviste sbandierate come opinioni libere , l'ho sempre equiparate a risposte che in quel momento ci fanno o fanno comodo , ne ho anche io di esempi simili alla figlia della tua amica che gli dicevano cosa dire , pensa anche le famose trasmissioni della rai o delle televisioni private , venivano organizzate per dire una verità di comodo .
Sai sto vedendo ora la rai tre e le discussioni sulla guerra vedo , in questo caso l'ex sindaco de Magistri , che viene ripreso (non mi viene la parola , da una giornalista come se lui fosse un Putiniamo , anzi l'altro componente del gruppo asserisce che noi ospitiamo tutte le persone sia d'accordo che in disaccordo , non so ma io che siamo un bel paese democratico non lo credo più
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
è bravino, in effetti. Mi ci avvicinavo anche io, ma avevo sicuramente meno distrazioni tecnologiche che favorivano il fatto di aver poco altro da fare che studiare :D
che voglia che avete... io ero spronata a studiare dal fatto che mi facevo pagare 🤣
 

ivanl

Utente di lunga data
abbiamo entrambi memoria eccellente, per cui mi bastava poco per avere voti alti. Io avevo materie che non sopportavo (tipo filosofia) e che schifavo, prendendo il minimo indispensabile senza studiare; lui, oltre ai voti altissimi nelle materie scientifiche, pare gradire anche le altre; sono doni, c'e' poco da fare
Io non lo pago, è il suo dovere, se non studia gli tolgo tutto, altro che viaggi e playstation
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
abbiamo entrambi memoria eccellente, per cui mi bastava poco per avere voti alti. Io avevo materie che non sopportavo (tipo filosofia) e che schifavo, prendendo il minimo indispensabile senza studiare; lui, oltre ai voti altissimi nelle materie scientifiche, pare gradire anche le altre; sono doni, c'e' poco da fare
Io non lo pago, è il suo dovere, se non studia gli tolgo tutto, altro che viaggi e playstation
i miei mi dicevano che studiare era il mio lavoro, bene, pagatemi, mi pagavano in base ai voti, la sufficienza era il minimo sindacale pertanto non mi davano niente, dal 7 in su si ragionava... io fondamentalmente andavo bene di mio a scuola, mi piaceva anche prendere il bel voto, però l'accordo che avevo stretto era decisamente vantaggioso, perchè avrei dovuto rifiutare?
 

ivanl

Utente di lunga data
L'errore e' considerarlo lavoro. E' dovere, per cui non ti pago, ti tolgo se non lo fai. Ovviamente, dato il buon rendimento, se chiede qualcosa la ottiene; ma il deal funziona al contrario di come dici tu.
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
L'errore e' considerarlo lavoro. E' dovere, per cui non ti pago, ti tolgo se non lo fai. Ovviamente, dato il buon rendimento, se chiede qualcosa la ottiene; ma il deal funziona al contrario di come dici tu.
a me come funziona per te, scusa, ma non me ne importa niente 😅 io ti dico quello che facevo io oltre 20 anni fa quando andavo a scuola, non è che tu detti regole valide per tutti
 
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