interessante, questa discussione, molto. La sto leggendo a pezzi, non ho tempo. Ma mi sono resa conto ora più che mai di ragionare secondo un doppio registro, secondo due pesi e due misure
mi spiego: sono d'accordo con Tuba, che ha scritto dei bei posts, specie quello sull'"emancipazione", e in genere su tutti quelli che ritengono che la
colpa sia della persona che è impegnata in una relazione monogamica e poi tradisce, non dell'amante. MA sono anche d'accordo, tanto, con Marietto e chi per lui. In sunto: da tradita ho dato la responsabilità di tutto al mio compagno, non alle sue frequentazoni sessuali, e non rimpiango nemmeno per un secondo questa cosa. Ma da libera, mai e poi mai farei l'amante di qualcuno impegnato. Perché essere, pur se indirettamente,
con-causa di sofferenza altrui mi ripugna. Insomma, ho assolto perché "il fatto non costituisce reato" le/gli amanti del mio compagno; io, a parti inverse, non mi assolverei. Forse perché non pretendo dagli altri il rigore che pretendo da me stessa; forse perché son fuori di testa; forse perché sono consapevole dei risvolti di quello che faccio, e di questi non ne voglio. Io penso che "fare l'amante" sia un atto ingiusto; "tradire" un atto colpevole. Non pretendo che gli altri siano giusti con me, io cerco di essere giusta con loro, così, a fondo perduto.
Ah, a me interessa anche il consumo di suolo o quello del bene limitato, l'acqua