L'ultima cosa che guardo in una persona quando la conosco è la sua appartenenza politica.
Eppure sono stato candidato nell'unico partito rimasto con falce e martello.
Non mi piace incasellare le persone dentro gli schemi, da una parte i buoni dall'altra i cattivi.
Ultimamente la politica mi sta disgustando.
E' fatta da tanta gente che si schiera per ottenere un piccolo potere personale, e dall'altra da persone ancorate a schemi mentali molto rigidi, superati. Poche le persone veramente coerenti: ne ho conosciute e le ho ammirate per questo.
Molti gli stupidi, soprattutto li ho incontrati nei due partiti di maggioranza.
Le uniche persone con cui non riesco a parlare sono proprio loro: gli stupidi, quelli che non hanno niente da dire, nulla da insegnarmi, che non vogliono spiegazioni, non le danno, non le cercano.
Il mio ex capo era un ex fascista, sì, ma di quelli che combatterono in Africa.
Fu una grande persona, e non mi permetterei mai di giudicarlo per la sua appartenenza, che non era ideologica, ma di... fame, come tanti dell'epoca. Scrisse un libro autobiografico di quegli anni, e la chiosa ti fa capire come quest'Italia sia fatta da decenni di meschini voltagabbana che si prostrano al potere più forte di loro per le loro ambizioni. La classe politica è ormai tutta così, fatta di mediocri servi.
In questo contesto parlare di casapound, di centri sociali, di fascismo e antifascismo ha il sapore della retorica del tifo da stadio. Mentre sugli spalti se le danno di santa ragione, i calciatori si beccano milioni di euro.
E le ditte lasciano a casa operai e terziario da 1000 euro al mese.
Il simile incontra il simile, ma non sempre è così vantaggioso cercare persone uguali a noi stessi.
E a volte può anche essere interessante aprirsi a chi è diverso.
Ogni persona intelligente ha qualcosa da trasmettere.