Che cosa mi devo aspettare?

Ma quante menate...e scritto da me è tutto un programma o_O

Facile, difficile, ma cosa vuol dire poi?

Io sono stata per anni, a detta del linguaggio popolare una facile, una troia via, che almeno ci si intende.

Il mio punto di vista era che semplicemente io sceglievo e facevo il cazzo che andava bene a me.

Adesso non son più troia, per la gggente intendo, ci ho l'uomo!
Che (fortunatamente) quando entro in casa mi saluta con un "ciao troia" sorridente.
E io son la troia di prima...forse di più.
Ma la gente ci vede insieme e dice "che bella coppia" ...:D


La gggente giudica, sempre.
In un modo o nell'altro al giudizio popolare non si sfugge.
Quindi, dato il giudizio, si apre lo spazio di libertà per far quel che risponde a sé.

Per quanto mi riguarda ho stimato i maschi che avevano i coglioni di aver a che fare con la troia. Gli altri si autoescludevano.
Compresi i mitizzatori della troia che la avrebbero voluta usare come gradino per emancipare se stessi perché da soli, per l'appunto, i coglioni per farlo non li avevano.

Quindi al breve, ho scelto quali giudizi ascoltare.
Ed erano i miei. E quelli delle persone che avevano desiderio e capacità e intelligenza di vedermi. E prima ancora i coglioni di guardare. Nei fatti.

Mi son presa randellate?
Certo che sì.

Ma dubito che chi ha scelto altri modi se ne esca indenne dalle randellate della vita. E chi afferma questo, essere indenne, beh, o non ha vissuto o non si è reso conto o se la racconta.

Quel che conta è non tradire se stessi.

Quindi @ladyred vai in pace.
Stai facendo delle puttanate?
Probabilmente sì. Ma altrettanto probabilmente stai anche seguendo il tuo percorso.

Invece di cercare negli altri assoluzioni o colpe guarda a te stessa e decidi.

Non raccontarti cazzate.

Vuoi trombarti il tipo?
Digli che lo vuoi trombare. E stabilisci le tue condizioni.

La cosa importante è che se scopi, con chiunque scopi tu lo faccia per il tuo piacere e solo per il tuo.

Vuoi sapere se secondo l'accezione comune sei troia?
Sì lo sei.

Chiediti se sei fiera di esserlo oppure no.

Se non sei fiera....il problema non è chi ti scopi, il problema è che non sei fiera di te.


Io son sempre stata fieramente troia.
Non porca eh, niente dediche.
Troia per il mio piacere.

Quella è la mia moneta. Chi sa pagare paga, chi no...il mondo è troppo ricco per perder tempo con chi non arricchisce secondo il mio metodo di pagamento.
io sono molto fiera di essere una figa di legno e ,secondo me, è molto più faticoso farsi accettare rispetto alle stimatissime e più simpatiche troie.
forse mi apro un canale e faccio l'influencer delle wooden pussy
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Questa è una finezza che andava isolata per darle il giusto risalto.
Condivido tutto, per una volta. Anche la questione della valuta: ho detto di uso comune, ma sottintendevo che puo' essere condivisa anche solo da un ristrettissimo gruppo. Ma certo non puoi scambiartela da solo, ecco.
Grazie :)

E' una finezza ma è anche un fulcro fondamentale a mio parere.
Non saper riconoscere quella linea sottile significa non essere per sè ma essere cercando compiacimento e conferme dall'esterno.

Il mio amante storico, mi aveva detto "se vuoi essere troia, siilo. Ma bada bene bambina, se sei troia è per te non per nessun altro!"

Puoi anche scambiartela da solo, io l'ho fatto...ma sei un tantinino dissociato :)
Fra le varie opzioni, io preferisco il gruppo ristretto.
La vita è troppo breve per allinearsi, se non ci si riconosce nel farlo.

estremista che non sei altro. Scoparsi qualcuno per benino, anche se in termini di scambio l'altra si diverte più di te, può risultare molto utile in termini di pace sociale.
😃
è che sono una bimba ubbidiente e rispettosa dei dettami che mi sono stati tramandati 😛

Dal mio punto di vista va bene tutto, anche la scopata sbilanciata, se l'obiettivo è chiaro e se sono chiari i termini dello scambio.
Non necessariamente chiari ad entrambi, ma di sicuro a me lo devono essere.

Non credo che il problema sia questo.
Qualsiasi definizione è una gabbia, anche quella di troia.
Avere voglia di relazioni di solo sesso è una scelta, corretta come altre.
Riportare tutte le relazioni a un ambito progettuale o valutare la scelta di relazioni sessuali come un favore fatto agli uomini sono altre gabbie.
Ladyred non vuole un impegno costante, ma la compagnia, anche fisica, di uomini. Il suo problema è che questo desiderio viene frustrato dal non essere riconosciuto dai partner con cui interagisce.
Forse perché traspare il fatto che li usa e loro rispondono alla stessa maniera?
O che altro?
Si dovrebbe, qui, trovare una risposta a questo quesito, non assolvere una scelta che è comunque soggettiva e indiscutibile, al di là delle definizioni.
Tutto è una gabbia.
La vita è una gabbia.

Il punto è se ci si ricorda oppure no che le chiavi le si ha in mano.

Non è un punto la correttezza delle scelte.
Nel momento in cui si fa una scelta, o non la si fa, si sta semplicemente seguendo la via che pare più funzionale.

Io non so cosa vuole @ladyred e ho il forte sospetto che non lo sappia neppure lei.
Se lo sapesse non sarebbe così asincrona fra il dire e il fare.

Il problema spesso e volentieri è che si vuole (e si persegue quel volere) qualcosa che però non è quello di cui si ha bisogno.

E poi nasce frustrazione e compagnia cantante.

In questo caso la valuta e' "rivediamoci. Prossimamente su questi schermi pompino con ingoio, poi anal e a seguire sempre più porca". Il che va benissimo. Ma non è la gggggente da fuori che giudica, il problema. Laddove tutto questo è accompagnato da una domanda: "cosa mi devo aspettare?". Cosa ti devi aspettare? E' un modo assai singolare usare l'anal come valuta (non come transfert, come valuta) e poi (questa volta si) farsi le menate se magari uno valuta (nel senso di valutare) che non vale la pena farsi centinaia di chilometri per un pompino con ingoio. O che tutto sommato il programma "più porcaggine" può pure attendere.
non mi voglio intestardire.
Ma nel momento in cui le aspettative sono tarate su come la gente pensa a cosa sia giusto o sbagliato...qualche domandina sul giudizio della gente me lo farei.

Compreso il giudizio riguardo le proprie prestazioni sessuali eh.

Che se il mio grado di troiaggine dipende da quello che io penso la gente ritenga da troia...vabbè...è finito il divertimento ed è solo noia :)

Anche il cosa mi devo aspettare è un giudizio.
A priori e basato su un sentire comune che denota semplicemente una cosa banalissima e scontatissima: ossia che non conosci chi ti sta di fronte, e più che altro non sei consapevole del fatto che non conoscendo non puoi sapere in anticipo cosa aspettarti faccia l'altro.

Puoi però sapere cosa tu ti aspetti dall'altro per il TUO appagamento. E sulla base della vicinanza o lontananza da questo decidere che fine far fare all'altro.

Aggiungo che di mio costruire un qualunque pensiero sulla previsione dell'altro è una cazzata.
Io faccio, dico, penso, decido per me.
A seconda di come si muove l'altro lo classifico nelle mie tassonomie.

L'altro viene dopo. Sempre.
E se sta nella mia vita è perchè mi porta benessere.

In caso contrario, come dico spesso, sto meglio da sola.
Per me chiunque oltre me è comunque già una fatica e un impegno.
Se non porta benessere, non esiste valuta.

io sono molto fiera di essere una figa di legno e ,secondo me, è molto più faticoso farsi accettare rispetto alle stimatissime e più simpatiche troie.
forse mi apro un canale e faccio l'influencer delle wooden pussy
Il grassetto è il fulcro che evidenziavo affermando la fierezza del mio esser troia.
Credo conti molto poco cosa si mette vicino all'affermazione "io sono fiera di essere ...", per me ci si può mettere suora, santa, cagna, puttana...quel che si vuole. Non è quello a cambiare il peso del piatto della bilancia.
Il peso del piatto è tutto nel "io sono fiera di essere".

Il sottolineato è invece il conflitto che vivevo fra i 20 e 30 anni quando ancora avevo rivalsa e spinta ad affermare me stessa attraverso il dover dimostrare qualcosa attraverso il confronto con.

Io dicevo "secondo me è molto più faticoso farsi accettare rispetto alle stimatissime e più simpatiche fighe di legno" :)

Dopo i 30 ho capito che l'unica cosa che conta è il grassetto.
Il resto...beh, non mi definisco a partire dalla definizione altrui. Io sono io. (e non chiudo con "e voi non siete un cazzo", da brava egocentrica dopo io ci metto il punto fermo).

Valuto chi ho desiderio di aver nelle mie cerchie e chi no.
E di sicuro non lo valuto a seconda dei costumi riguardanti la loro sessualità.

Una delle valutazioni che faccio riguarda il grado di inclusività dell'altro.
E sono sempre più intollerante verso chi non è in grado di essere inclusivo.
Mi infastidiscono e mi infastidiscono l'ansia e la paura che si portano appresso di identificarsi o differenziarsi.

Sono invece molto attratta da chi si individua e usa identificazione e differenziazione sapendo di farlo, facendolo con cognizione di causa e con il chiaro intento di imparare unendo i puntini fatti di identificazione e differenziazione che costituiscono la distanza fra individui.
 

Orbis Tertius

Utente di lunga data
Ciao Orbis :)

un sacco...come stai?
Bello rileggerti!

Ero rimasta al culo io...🤗
Sto molto bene...mi sono lanciato perché sono una troia anch'io.
Pensa che due settimane fa, di sabato, mia moglie ha preteso...Lunedi si è fatta risentire la mia ex amante ed è successo... mercoledì avevo appuntamento con quella bella e imbranata e, cosa facevo, annullavo?
Come definiresti uno/a così?
😇
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Sto molto bene...mi sono lanciato perché sono una troia anch'io.
Pensa che due settimane fa, di sabato, mia moglie ha preteso...Lunedi si è fatta risentire la mia ex amante ed è successo... mercoledì avevo appuntamento con quella bella e imbranata e, cosa facevo, annullavo?
Come definiresti uno/a così?
😇
Il tutto con te sereno a cuor leggero e attento alla cura delle tue aspettative?

Nel qual caso, troia :)

Ti leggo bene!! Mi piace
 

Arcistufo

Papero Talvolta Posseduto
😃
è che sono una bimba ubbidiente e rispettosa dei dettami che mi sono stati tramandati 😛

Dal mio punto di vista va bene tutto, anche la scopata sbilanciata, se l'obiettivo è chiaro e se sono chiari i termini dello scambio.
Non necessariamente chiari ad entrambi, ma di sicuro a me lo devono essere.
SIa che in questo periodo sto rivalutando il concetto di chiarirsi le idee in corso d'opera?
 

danny

Utente di lunga data
Il tutto con te sereno a cuor leggero e attento alla cura delle tue aspettative?

Nel qual caso, troia :)

Ti leggo bene!! Mi piace
Ma perché...
Vi piacciono le definizioni...
Trovami un uomo in salute che non abbia particolari e intensi legami affettivi e che sappia gestire in maniera adeguata sensi di colpa e situazioni che si tirerebbe indietro di fronte alla possibilità di trombarsi tre donne diverse in tre giorni diversi, tra l'altro non per tutta la vita.
 
Ultima modifica:

Lara3

Utente di lunga data
no, quando uscivamo 10 anni fa mi cercava molto spesso anche lui! Solo un paio di volte mi ero fatta avanti io...però non è che mi scriveva ogni giorno, ma solo un paio di giorni prima per sapere se potevamo vederci.
Avevi 18 e lui quasi 40. Ovvio che ti cercava, ci mancherebbe altro.
 

Lara3

Utente di lunga data
no, quando uscivamo 10 anni fa mi cercava molto spesso anche lui! Solo un paio di volte mi ero fatta avanti io...però non è che mi scriveva ogni giorno, ma solo un paio di giorni prima per sapere se potevamo vederci.
Ne 10 anni fa e nemmeno adesso si è comportato come uno che vuol qualcosa di più del sesso “ al bisogno “. Non credo che vuoi questo a 28 anni.
Non per l'età di lui o il suo essere nonno, ma perché te l’ha dimostrato che non vuole niente di più di un sesso occasionale.
 

Irrisoluto

Utente di lunga data
Grazie :)

E' una finezza ma è anche un fulcro fondamentale a mio parere.
Non saper riconoscere quella linea sottile significa non essere per sè ma essere cercando compiacimento e conferme dall'esterno.

Il mio amante storico, mi aveva detto "se vuoi essere troia, siilo. Ma bada bene bambina, se sei troia è per te non per nessun altro!"

Puoi anche scambiartela da solo, io l'ho fatto...ma sei un tantinino dissociato :)
Fra le varie opzioni, io preferisco il gruppo ristretto.
La vita è troppo breve per allinearsi, se non ci si riconosce nel farlo.
Mi hai dato l'assist per chiarire il punto sul quale forse non siamo d'accordo: anch'io preferisco il gruppo ristretto, ma ho consapevolezza che mi allineo comunque a qualcosa. Certo, la linea me la sono scelta, ma pur sempre di linea si tratta, e nessuna scelta è mai veramente libera e autonoma.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
SIa che in questo periodo sto rivalutando il concetto di chiarirsi le idee in corso d'opera?

Solo se il contesto è interessante e innovativo, per quanto mi riguarda. :)

E raramente lo è.

Se lo è, però, è interessante e eccitante anche andar a fondo nella chiarezza.

Mi hai dato l'assist per chiarire il punto sul quale forse non siamo d'accordo: anch'io preferisco il gruppo ristretto, ma ho consapevolezza che mi allineo comunque a qualcosa. Certo, la linea me la sono scelta, ma pur sempre di linea si tratta, e nessuna scelta è mai veramente libera e autonoma.
Io per la verità lo do per scontato.
Parto dalla limitatezza umana, più di una volta ho rimandato al fatto che siamo solo tentativi evolutivi e tutto il resto discende semplicemente da una prospettiva antropocentrica.

Fra l'altro penso che l'essere umano non sia neppure in grado di gestire l'infinità di opzioni in cui è immerso. (dico di più, credo che neanche abbia una visione capace di abbracciarle e una mente capace di attraversarle).

Non a caso la storia umana è costruita su tentativi di costruire recinti in cui inserire le conoscenze accumulate.
Siamo esseri finiti.
E l'infinito non è accessibile.

Il fulcro per me è scegliere fra le disponibilità di scelta e non usare, vittimisticamente, la scusa dell'impossibile per rimanere fermi sempre nello stesso punto.

Siamo finiti, ma possiamo tendere all'infinito. E' tutto qui.

Io ho sempre parlato di responsabilità di sè nella propria vita e corresponsabilità verso il gruppo, e del non usare il "fuori" come scusa per la passività rivolta a se stessi e anche al contesto sociale. Rifiutarsi di essere vettori di cambiamento, fondamentalmente (cosa fra l'altro per me innaturale, visto che siamo al servizio dell'evoluzione, volenti o nolenti. E non a caso il rifiuto del cambiamento porta dolore, rifiutare il cambiamento è rifiutarsi di essere in essenza).

Ma perché...
Vi piacciono le definizioni...
Trovami un uomo in salute che non abbia particolari e intensi legami affettivi e che sappia gestire in maniera adeguata sensi di colpa e situazioni che si tirerebbe indietro di fronte alla possibilità di trombarsi tre donne diverse in tre giorni diversi, tra l'altro non per tutta la vita.
Te ne trovo anche più di uno se è per quello :)
Uomo o donna eh, indistintamente.

A me piacciono le definizioni funzionali al comunicare.
Io e te chiamiamo tazzina la tazzina e in funzione di questo ci intendiamo quando ci comunichiamo sopra avendo entrambi in testa il collegamento alla parola con la stessa immagine di oggetto.

Se nella mia testa tazzina è tavolo e nella tua è prato fiorito, capisci bene che non ci intenderemo mai.

E questa è la funzione delle definizioni. Creare un vocabolario e un linguaggio comune che ha come fine la comprensione, lo scambio di similitudini e il confronto delle differenze.

E in questi termini uso le definizioni.

Altro discorso è rimanere agganciati ad una definizione senza contemplare la possibilità che la sua declinazione possa variare, anche solo in termini di collocazione spaziale e lasciando da parte lo psicosociale, il culturale e lo storico.

In questo caso allora un cinese (uso lo stereotipo) mi parla di tè e io gli parlo di tè.
Ognuno legato all'assolutezza del suo tè.
Non potremo che finire in conflitto su quale dei due è più tè dell'altro. Smettendo fra l'altro di parlare del tè e iniziando a parlare ognuno di se stesso ma facendo finta di parlare di tè
(in un conflitto di coppia questo è visibile quando si finisce a litigare sul bicchiere dell'acqua messo qui invece che lì).

Ma questo non è un problema legato alla definizione, è un problema legato alla necessità dell'individuo di assolutizzare il proprio linguaggio assolutizzando se stesso e rassicurandosi sulla propria identità.

Che è tutto fuorchè intento comunicativo (adulto) e finalizzato alla comprensione e all'ascolto.
 

Foglia

utente viva e vegeta
non mi voglio intestardire.
Ma nel momento in cui le aspettative sono tarate su come la gente pensa a cosa sia giusto o sbagliato...qualche domandina sul giudizio della gente me lo farei.

Compreso il giudizio riguardo le proprie prestazioni sessuali eh.

Che se il mio grado di troiaggine dipende da quello che io penso la gente ritenga da troia...vabbè...è finito il divertimento ed è solo noia :)

Anche il cosa mi devo aspettare è un giudizio.
A priori e basato su un sentire comune che denota semplicemente una cosa banalissima e scontatissima: ossia che non conosci chi ti sta di fronte, e più che altro non sei consapevole del fatto che non conoscendo non puoi sapere in anticipo cosa aspettarti faccia l'altro.

Puoi però sapere cosa tu ti aspetti dall'altro per il TUO appagamento. E sulla base della vicinanza o lontananza da questo decidere che fine far fare all'altro.

Aggiungo che di mio costruire un qualunque pensiero sulla previsione dell'altro è una cazzata.
Io faccio, dico, penso, decido per me.
A seconda di come si muove l'altro lo classifico nelle mie tassonomie.

L'altro viene dopo. Sempre.
E se sta nella mia vita è perchè mi porta benessere.

In caso contrario, come dico spesso, sto meglio da sola.
Per me chiunque oltre me è comunque già una fatica e un impegno.
Se non porta benessere, non esiste valuta.
Io sono pigra e pure testarda, nel senso più improprio e brutto in cui si può esprimere la testardaggine, vale a dire in funzione della mia pigrizia :)
Concordo con te, il senso del mio discorso stava però proprio nel fatto che @ladyred non mi pare stia bene, nell'eco del giudizio di sé che le torna. Forse è un mio giudizio, e una mia proiezione. Però senza giudizio la domanda "cosa mi devo aspettare?", piuttosto che "sbaglio?" resta (in luogo di una domanda un po' inutile) una domanda che non può avere non solo risposte, MA NEPPURE PUNTI DI VISTA... diversi dal proprio. E' un rischio, quello proprio di chiudere.
 

danny

Utente di lunga data
Te ne trovo anche più di uno se è per quello :)
Uomo o donna eh, indistintamente.

A me piacciono le definizioni funzionali al comunicare.
Io e te chiamiamo tazzina la tazzina e in funzione di questo ci intendiamo quando ci comunichiamo sopra avendo entrambi in testa il collegamento alla parola con la stessa immagine di oggetto.

Se nella mia testa tazzina è tavolo e nella tua è prato fiorito, capisci bene che non ci intenderemo mai.

E questa è la funzione delle definizioni. Creare un vocabolario e un linguaggio comune che ha come fine la comprensione, lo scambio di similitudini e il confronto delle differenze.

E in questi termini uso le definizioni.

Altro discorso è rimanere agganciati ad una definizione senza contemplare la possibilità che la sua declinazione possa variare, anche solo in termini di collocazione spaziale e lasciando da parte lo psicosociale, il culturale e lo storico.

In questo caso allora un cinese (uso lo stereotipo) mi parla di tè e io gli parlo di tè.
Ognuno legato all'assolutezza del suo tè.
Non potremo che finire in conflitto su quale dei due è più tè dell'altro. Smettendo fra l'altro di parlare del tè e iniziando a parlare ognuno di se stesso ma facendo finta di parlare di tè
(in un conflitto di coppia questo è visibile quando si finisce a litigare sul bicchiere dell'acqua messo qui invece che lì).

Ma questo non è un problema legato alla definizione, è un problema legato alla necessità dell'individuo di assolutizzare il proprio linguaggio assolutizzando se stesso e rassicurandosi sulla propria identità.

Che è tutto fuorchè intento comunicativo (adulto) e finalizzato alla comprensione e all'ascolto.
Nel gioco delle definizioni io Orbis non lo avrei chiamato affatto troia.
Ma neppure penserei di farlo con te.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Nel gioco delle definizioni io Orbis non lo avrei chiamato affatto troia.
Ma neppure penserei di farlo con te.
Forse perchè da qualche parte per te troia è un dispregio?

Hai presente le etere?
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Io sono pigra e pure testarda, nel senso più improprio e brutto in cui si può esprimere la testardaggine, vale a dire in funzione della mia pigrizia :)
Concordo con te, il senso del mio discorso stava però proprio nel fatto che @ladyred non mi pare stia bene, nell'eco del giudizio di sé che le torna. Forse è un mio giudizio, e una mia proiezione. Però senza giudizio la domanda "cosa mi devo aspettare?", piuttosto che "sbaglio?" resta (in luogo di una domanda un po' inutile) una domanda che non può avere non solo risposte, MA NEPPURE PUNTI DI VISTA... diversi dal proprio. E' un rischio, quello proprio di chiudere.
Io sono pigra nel senso che se intestardirmi non mi porta nessun vantaggio, mollo.
Sono una accanita sostenitrice del massimo risultato col minor dispendio possibile.
G. dice che sono tignosa. ;)

Certo che non sta bene.
come scrivevo, il giudizio altrui pesa solo nel momento in cui risuona dentro di sè.

Ti faccio il mio esempio: sono cresciuta immersa in un contesto in cui mi hanno inculcato che io non sono abbastanza. Abbastanza niente.
E che devo essere tutto.

Anni e anni di lavoro, e ancora mi rendo conto che sobbalzo e mi sento punta quando quel che mi risuona dentro va a toccare il giudizio di adeguatezza di me.
E' roba mia. Non è risolvibile. La posso solo gestire, emotivamente prima ancora che razionalmente.

Iniziare a dare il giusto peso ai giudizi altrui, ossia bilanciati in base a quanto sono utili per sè, è un punto di partenza.
Magari anche di fine.

D'altro canto, se uno non ce la fa ad ascoltarsi, non è che ripetendogli di ascoltarsi inizia ad ascoltarsi.

Ma un buon discorso è ragionare lucidamente sull'importanza reale che ha o non ha il giudizio esterno.
 
Top