Una persona che mi ha insegnato molto usava dire "stile di vita".
Ci ho impiegato molto tempo per capire cosa volesse significare e molta della sua Cura nell'accompagnarmi mentre tentavo di comprendere.
Poi all'improvviso, l'ho semplicemente visto. Accompagnarmi in libertà.
Se non si ha questo sguardo su se stessi, non è possibile averlo sugli altri.
come si può offrire a qualcun altro qualcosa che non si possiede?
A maggior ragione quando il possedere non ha un significato materiale, di far proprio, ma ha il significato di padroneggiare e, di nuovo, saper curare.
E credo sia questo uno dei motivi per cui si può vedere quello che citavi nell'altro post.
La ricerca dello status quo.
Se proprio proprio si vuol esagerare di un po' di trasgressione, ma ben collocata dentro il sistema di riferimento.
Lo status quo ha un suo valore, credo sia una sorta di bigino.
indica una autostrada che ha la funzione principale di collegare nodi della rete sociale fondamentale al mantenimento della società stessa. (istituzioni sociali).
La Cura è una "perversione" rispetto allo status quo.
Nella Cura si discute esattamente lo status quo e soprattutto lo si declina in considerazione di un senso condiviso e co-costruito.
Esclusivo...non semplicemente fedele.
Che sia la coppia che sia l'amicizia che sia pure la guerra.
Si esce dall'autostrada e si va per stradine...a volte per sterrati. A volte si resta incastrati.
E il nodo diviene il senso condiviso, l'apertura e la com-prensione (non nel senso di capire ma nel senso di includere)...la direzione e l'intento.
Appartenenza e non appropriazione.
Presente quanto sovverte l'ordine delle cose?
quanto le complica?
quanto ci si pensa...quanto a volte si diventa pesanti...(ode alla leggerezza che deriva dal saper aprire le mani avendo coscienza di ciò che contengono e ciò che lasciano cadere).
Non vedo altro senso neppure io, in ogni caso.
E quindi mi va bene pervertire, sovvertire, ribaltare, incastrarmi, appesantirmi e appesantire.
Lasciar andare.
Far male e farmi male.
Rischiare anche il confine sottile. Allenare il baricentro di sè.
E lasciar che si veda...offrendo il mio sguardo.
Avendo consapevolezza del valore.
Fuori dall'ipocrisia della modestia, del merito, dell'umiltà pelosa...dello sguardo basso che non è basso ma distolto, in nome del quieto vivere.
Però...è un investimento non da poco eh.
Non è mica il gettone d'oro puntato sull'eternità.