Mi hai fatto venire in mente una cosa carina
Quando avevo circa 13 anni, ho iniziato a dare il tormento perchè volevo andare in una particolare discoteca in una particolare serata.
E dai e dai...alla fine mio padre decise di portarmi.
Eravamo io e alcune amiche.
La faccio breve. Fu l'occasione di uno dei primi insegnamenti di mio padre alla femmina.
Nel ritorno mi raccontò la sua visione della gente che girava per la discoteca. Non eravamo 13enni. Era una serata mista. Fondamentalmente allora era una serata dedicata ai 40-50enni che cercavano nuovi inizi.
Io ovviamente non capivo e nemmeno vedevo questo aspetto, ma mio padre sì. E me lo raccontò.
Facendomi notare alcuni "personaggi" che mi avevano girato intorno durante la serata.
Era stato bravo, moltissimo, aveva lasciato che mi gestissi le cose osservando a distanza e raccogliendo dati. Anche per me.
Mi aveva spiegato alcune meccaniche, in particolare quelle che lui chiamava dei "camaleonti".

Noi li chiamiamo piacioni. E finiamo per non intenderci sui significati poi.
Camaleonti invece descrive molto bene la faccenda.
Prende e punta la caratteristica principale: la capacità di conformarsi all'ambiente per divenirne parte e smussare alcuni aspetti, quelli del predatore.
come vede un predatore?
Te lo sei mai chiesta?
Ripulendo la questione dalle interpretazioni alla disney intendo
Ecco. Un piacione è un predatore. Non c'è da non intendersi su questo.
Quello che può cambiare è l'oggetto della caccia.
Da predatrice io so che quello che è variato in me non è la mia indole, è semplicemente aver individuato meglio il mio oggetto e ciò che di quell'oggetto mi da nutrimento.
Un predatore camaleontico manipola se stesso nell'ambiente per rendersi (apparentemente) appetibile e inoffensivo. Ma quando allunga la lingua va a colpo sicuro.
E' una caratteristica strutturale. Può essere razionalizzata con la consapevolezza. Ma serve andare a vedere i modelli di maschio e di femmina, e farlo in un percorso consapevole. Se no poi ci si ritrova coi cerini in mano.
Ecco...c'è da dire che gli umani non sono tanto precisi come gli animali...ma è un particolare.
Un piacione non solo manipola se stesso per rendersi appetibile, ma manipola anche l'altro.
E torno alla domanda: come vede un manipolatore ambientale l'ambiente che lo circonda?
E come vede la sua preda?
Qui non è questione di fare voli pindarici, ma anzi, di stare coi piedi per terra.
Un predatore non è che se è rispettoso allora non mangia.
Ti pare?
Poi ce la si può aggiustare come la si vuole con i voli pindarici. E' rispettoso DI ME, IO mi posso fidare di lui (o lei) e tutte quelle che a me sembrano cagate per evitare una realtà.
Ma un predatore tale resta.
E se vuoi un predatore, trovo piuttosto illusorio aspettarsi che non predi.
E anche incazzarsi se lo fa.
Sarebbe come se io mi incazzassi coi miei gatti perchè cacciano.
Sarei una deficiente.
Se mi da fastidio avere un perfetto e precissimo killer che mi gira per casa con le unghie nascoste nei polpastrelli delicati e vellutati, non mi prendo un gatto.
Non è che mi stupisco quando dalle zampine spuntano le unghie e l'agguato va a buon fine.
Io gli mancherei di rispetto. E gli mancherei di rispetto perchè un gatto è un killer. Non è un peluche.
E se volevo un peluche mi prendevo un peluche, non un gatto da trasformare in peluche per compiacere il mio ego favolistico.
Mi sto spiegando?
A volte, mi sento davvero molto strana quando vi leggo.
E penso che se G. non apprezzasse in me anche il piacere che ricavo dal mio predare, se non lo sapesse condividere ma invece lo facesse diventare un guinzaglio attraverso cui ricattarmi e misurare la sua idea del rispetto lo manderei a cagare su due piedi.
Perchè in virtù di un buon ideale mi starebbe chiedendo di non essere quella sono. Di farlo per rispettare lui.
Ed è un ricatto.
Aggiungo quello che mi aveva spiegato il mio papà quando avevo 13 anni: mi aveva detto che i maschi, quando sono a caccia non vogliono la donna, vogliono la femmina. E a quella puntano. Non gli interessa conoscerla, perlomeno in quelle prime fasi, gli interessa prenderla.
E come femmina dovevo imparare a distinguere chi voleva me da chi voleva sè attraverso me.
E dovevo imparare che il rispetto non si chiede. Il rispetto CE LO SI DA, perchè è quello l'unico paletto per avere rispetto dagli altri.
Mi aveva spiegato cose dure. Ma importanti.
E mi ha insegnato che se io per prima non rispetto me stessa, sarò sempre una mendicante che va a giro a chiedere agli altri quello che non è capace di dare a se stessa.
Mi ricordo che mi aveva chiesto: tu vuoi essere una mendicante?
E' stato uno stronzo sotto molteplici aspetti mio padre, ma leggendovi, mi rendo conto che mi ha lasciato una eredità impagabile.
E vi ringrazio.
Credo sia raro un padre che sa insegnare alla figlia gli uomini. Spostandosi quel tanto che basta per vedere la femmina che sarà. Anche se mi ha levato le favole. Alla fine sto giungendo alla conclusione che mi ha insegnato quelle prima della rivisitazione disney...di cui si vedono le conseguenze.
Glielo dirò.
E perdonatemi la crudezza....ma il piacione rispettoso mi ha fatto cadere dalla sedia, specialmente nei termini qui descritti. Un unicorno praticamente.
Se poi vogliamo parlare di patti, allora è un altro discorso.
In cui non entra minimamente il fatto di essere o non essere predatore.
Ma qui non si è parlato di patti. Dichiarati.
A me sembra che sia un po' il gioco di scendere dal pero. E mi scuso ancora.
Mi sento proprio strana a volte.