La storia era iniziata circa un anno dopo la perdita di mia moglie. Ero ancora in "botta" per quel che avevo passato, avendola assistita nella discesa fino alla fine, non volli assistenti o infermiere, finché non cadde in coma. Non sono credente, ma la formula per cui ci si sostiene "in salute e in malattia" l'ho sempre considerata molto bella e rispettabile. Al tempo mia figlia, attaccatissima alla madre, prese a non tornare più a casa, vagando giorno e notte tra amici e amiche e alla fine interruppe gli studi universitari. Fu dura farla riprendere, prendendomi anche la sua necessità di sfogare la sua rabbia irrazionale. Noi incontrati a Mantova, tutto legato al caso, Palazzo Ducale, Camera degli Sposi. Poi abbiamo seguitato a vederci con una cadenza approssimativa di tre mesi in tre mesi. Qualche volta veniva lei, altre volte andavo io. Stavamo bene insieme, avevamo dei rapporti, non frequenti anche a causa della sua secchezza vaginale. Sono consapevole che questa è una puntualizzazione inutile e anche un po' stupida, ma segue alle tante domande che mi sono arrivate. Ero in confidenza coi suoi figli, lei era affezionata alla mia. Il più grande dei suoi gestisce un negozio di vini a Monaco, io l'ho portato a Bolgheri a vedere delle cantine. Ogni volta l'input era una mostra, un concerto, una visita a città e monumenti. Io qui ho i miei impegni, lei dalle sue parti i suoi, con una palestra in cui insegna pilates. Ci fu una interruzione causa Covid che raffreddò i rapporti, lei cominciò a pensare alla distanza (ma sono 650 km, non diecimila, eh...). Da persone adulte, anzi meglio, anziane, ci dicemmo allora che era tutto ok, ma che se avessimo trovato qualcuno più vicino, ci saremmo serenamente salutati. Confesso che il problema della distanza pesasse più a lei che a me. Il tutto è abbastanza semplice, come vedi. La domanda che mi faccio e che ho ribaltato a voi su questo forum è: che bisogno c'era di tutto il teatrino? che bisogno aveva di lasciarmi nella m. in Germania nel periodo più intenso delle vacanze? Ad aprile le avevo regalato un soggiorno da sogno a Saturnia, una villa bellissima con giardino e porticati, Terme, Sovana, Sorano, Pitigliano. Passaggi in itinere da Bolgheri e Massa Marittima, dal Lago dell'Accisa. Lei arrivata in treno a Firenze SMN, subito a cena da Marione e il giorno dopo partenza. Riportata a casa in auto perché in treno o in aereo sarebbe stato complicato portare via le latte d'olio della Maliosa, le bottiglie di vino, i formaggi e i salumi che aveva comperato. Che bisogno aveva di comportarsi a questo modo? Sono offeso e umiliato, perché non avrei fatto nulla di questo al peggior nemico.