Competizione e creatività

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Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
è vero. sono sempre stata competitiva anche su quello che non riuscivo a fare, ma sono anche stata educata a saper mollare il colpo dopo aver tentato, ad un certo punto. A dire 'ok, non fa per me, faccio del mio meglio comunque'.
Non parlo solo delle elementari, stavo estendendo il discorso, scusate se andavo OT
Ma se hai capacità "spendibili" quali quelle intellettuali accetti meglio altre carenze.
Poi è tutto da vedere anche quello: io non mi rassegno ancora di essere stonata.
Ma se sulle capacità più considerate vieni messa in competizione e vedi frustrati i tuoi sforzi, con una valutazione che non li considera, il risultato è il rifiuto di ogni impegno.
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
Anche secondo me.
Inoltre se presa in maniera giocosa e' uno stimolo non indifferente
La mia maestra ci faceva fare le ricerche di gruppo per evitare la competizione diretta... io lo ricordo molto divertente
Infatti è giusto mettersi alla prova, ma viene accettata la competizione se viene percepita come "si può vincere e si può perdere" in quello specifico campo, non se diventa valutazione della persona.
del resto tutti i giochi sono competitivi in qualche forma, ma nessuno viene classificato per le sue performance a bandiera e ogni bambino sarà soddisfatto se riuscirà a vincere una volta su 5 se prima vinceva una su 10...

Il lavoro di guruppo, guidato, è fondamentale. Ma è difficile da applicare e quindi per molti può essere stata un'esperienza negativa, ma solo perché non è stato guidato davvero.
 
ci ho pensato su

Penso che la competività sia la peggior caratteristica della scuola.
Ho sempre aborrito questa cosa, al punto, da lasciare lì la spugna.
Ricordo bene alcune cose dell'infanzia.
In classe ero il migliore, ma c'era una bambina che ci teneva da morire ad essere lei la prima. Così io visto che non capivo quanto fosse importante competere, facevo a posta in meno per ricevere un bene meno meno, e fare in modo che la maestra desse a lei l'agognato bene più.

Una volta la maestra mi disse che se aggiungevo una frase al temino, mi avrebbe alzato il voto. Io risposi che il mio temino andava benissimo così e con ero certo lì per farmi condizionare dal suo voto.

Verso la scuola ho sempre mantenuto un atteggiamento di totale disinteresse...e di diniego:
Vuoi il temino? Te lo faccio.

Ho avuto sempre problemi per la disciplina e il comportamento sfociati in quinta ginnasio con il 7 in condotta, convertito in 8 se cambiavo liceo...

Un creativo deve avere percorsi alternativi...altrimenti si appiatisce nel qualunquismo.

La competitività ha creato pianisti con lo stampino, ha creato gli emuli,
Ogni artista in genere se ne frega di quello che la cultura dice essere arte, ma va oltre, a volte con dolorosa preveggenza...
 

Anna A

Utente di lunga data
Essendo lenta riceve attenzioni supplementari..?
non so se ho capito bene cosa intendi... in ogni caso niente è partito dalla scuola. la fanno seguire a casa privatamente. capisci che io più di tanto non posso fare?.. fosse per me indagherei meglio sul disagio che manifesta..
 

Quibbelqurz

Heroiken Sturmtruppen
Ieri sono stata al colloquio con le insegnanti di mia figlia, seconda elementare. I voti sono buoni ma non alti come dovrebbero essere (secondo loro). Si concentra poco durante le lezioni, sembra persa nel suo mondo. Mi hanno segnalato la sua amicizia con una bambina che ha difficoltà, quasi sconcertate da questo rapporto. Secondo loro dovrebbe mettersi in competizione con le bambine più brave, ma (sempre secondo loro) si sa che la competizione è faticosa... Alla fine, forse per darmi lo zuccherino, mi hanno detto, eh ma si vede che sua figlia è una creativa, è sempre così originale... Insomma le solite storie, è intelligente ma non si applica abbastanza. Me ne sono tornata a casa un po' sconcertata, e con l'idea che forse la scuola non aiuta a sviluppare i talenti ma ad uniformare... Lei intanto continua a dirmi che a scuola si annoia.
Io dei miei primi 4 anni i scuola mi ricordo solo due o tre episodi. Tutto il resto del tempo passavo a non imparare nulla, perché era semplicemente un incubo.

Nella 5. e 6. classe avevamo una maestra piuttosto originale. Mi ricordo di alcuni episodi, ma soprattutto il problema di non saper dividere. Ho quindi imparato a memoria i risultati per parzialmente soddisfare maestra e mia madre.

A metà della 6. classe poi ho capito come si divide, il che ha incoraggiato miei genitori di iscrivermi al liceo medio. Ci sono stato per 6 mesi, ed ero ricaduto nella trance più assoluta, non capendo come funziona il sistema binario, esadecimale, la trigonometria e tante altre cose, come ad esempio la lingua inglese.

Preso dalla disperazione, i miei genitori mi hanno "ritirato" e lasciato fare per il resto del tempo, fino alla fine del 9. anno. Senza la pressione dei genitori, ho recuperato tutto e sono diventato talmente bravo, che come "premio" sono stato iscritto un'altra volta al liceo medio.

In un anno dunque ho fatto tutto quello che si fa normalmente in quattro. Era uno sperimento, che per me funzionava bene.

Dopo la scuola di 10 anni mi sono giurato di non visitare mai più la scuola come allievo, e così è stato.

Invece mi sono trovato ad insegnare come supplente, con grande successo, sottraendo allievi anche dai corsi paralleli. Non ho mai preparato una lezione, ma ho potuto stupire comunque.

Conclusione.

Fregatene degli altri, lascia crescere i tuoi figli come vogliono. Se hanno la stoffa (e tutti l'hanno) e patti chiari (a 18 anni fuori di casa senza pietà) ti troverai con figli creativi, indipendenti e intelligentissimi, senza i vincoli della società.

Saranno svitati, inconsueti, ma chi se ne frega ... no?
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
non so se ho capito bene cosa intendi... in ogni caso niente è partito dalla scuola. la fanno seguire a casa privatamente. capisci che io più di tanto non posso fare?.. fosse per me indagherei meglio sul disagio che manifesta..
Credo che tu abbia capito... la bambina ha trovato un modo per ottenere attenzioni.
Certo non è utile seguirla in questo comportamento e parlarne con persone competenti sarebbe necessario.
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
Io dei miei primi 4 anni i scuola mi ricordo solo due o tre episodi. Tutto il resto del tempo passavo a non imparare nulla, perché era semplicemente un incubo.

Nella 5. e 6. classe avevamo una maestra piuttosto originale. Mi ricordo di alcuni episodi, ma soprattutto il problema di non saper dividere. Ho quindi imparato a memoria i risultati per parzialmente soddisfare maestra e mia madre.

A metà della 6. classe poi ho capito come si divide, il che ha incoraggiato miei genitori di iscrivermi al liceo medio. Ci sono stato per 6 mesi, ed ero ricaduto nella trance più assoluta, non capendo come funziona il sistema binario, esadecimale, la trigonometria e tante altre cose, come ad esempio la lingua inglese.

Preso dalla disperazione, i miei genitori mi hanno "ritirato" e lasciato fare per il resto del tempo, fino alla fine del 9. anno. Senza la pressione dei genitori, ho recuperato tutto e sono diventato talmente bravo, che come "premio" sono stato iscritto un'altra volta al liceo medio.

In un anno dunque ho fatto tutto quello che si fa normalmente in quattro. Era uno sperimento, che per me funzionava bene.

Dopo la scuola di 10 anni mi sono giurato di non visitare mai più la scuola come allievo, e così è stato.

Invece mi sono trovato ad insegnare come supplente, con grande successo, sottraendo allievi anche dai corsi paralleli. Non ho mai preparato una lezione, ma ho potuto stupire comunque.

Conclusione.

Fregatene degli altri, lascia crescere i tuoi figli come vogliono. Se hanno la stoffa (e tutti l'hanno) e patti chiari (a 18 anni fuori di casa senza pietà) ti troverai con figli creativi, indipendenti e intelligentissimi, senza i vincoli della società.

Saranno svitati, inconsueti, ma chi se ne frega ... no?
Tu sei tu.
Come ogni persona è se stessa.
Non per tutti funzionano le stesse cose.
 

Quibbelqurz

Heroiken Sturmtruppen
Tu sei tu.
Come ogni persona è se stessa.
Non per tutti funzionano le stesse cose.
Sì ovvio.

Il mio è un caso estremo che dimostra però, come certi parametri sociali influiscono sulla performance di alcuni individui. Sono stato in compagnia di altri ragazzi e ragazze "stupidi" quanto me, ed è di loro che sento nostalgia. Perché erano questi individui, che erano in grado di seguire percorsi alternativi nelle loro materie ed inclinazioni preferite. Qualità che nella vita reale sono impagabili.

I secchioni ci sono stati, eccome, però con quali sacrifici? Conosco ancora qualcuno: distrutti e distruttivi, incapaci di comprendere qualunque cosa al di fuori del concetto economico. Tutta loro vita è programmata, raramente si è sviluppata in una direzione piacevole, rilassata. E costringono i loro figli a seguirli per la stessa strada che essi stessi hanno sofferto, per il "loro bene"...

Vorresti tu distruggere i tuoi figli, per il bene che malapena tu hai potuto accettare?
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
Sì ovvio.

Il mio è un caso estremo che dimostra però, come certi parametri sociali influiscono sulla performance di alcuni individui. Sono stato in compagnia di altri ragazzi e ragazze "stupidi" quanto me, ed è di loro che sento nostalgia. Perché erano questi individui, che erano in grado di seguire percorsi alternativi nelle loro materie ed inclinazioni preferite. Qualità che nella vita reale sono impagabili.

I secchioni ci sono stati, eccome, però con quali sacrifici? Conosco ancora qualcuno: distrutti e distruttivi, incapaci di comprendere qualunque cosa al di fuori del concetto economico. Tutta loro vita è programmata, raramente si è sviluppata in una direzione piacevole, rilassata. E costringono i loro figli a seguirli per la stessa strada che essi stessi hanno sofferto, per il "loro bene"...

Vorresti tu distruggere i tuoi figli, per il bene che malapena tu hai potuto accettare?
Non dirlo a me che un secchione l'ho sposato... :rolleyes::eek::incazzato:
 

Lettrice

Utente di lunga data
La scuola non credo che ne appiattisca ne impedisca la creativita'.
La scuola e' un'infarinatura generale lascia tutte le porte aperte che poi ognuno scelga quale prendere... ma e' giusto che tutte siano aperte.
I bambini sono quasi tutti creativi le vere attitudini si scoprono dopo. L'essere creativo non dice una fava e non e' detto si traduca in "arte" o non e' detto che riesca da autodidatta. Anche la liberta' o la capacita' di esprimere e sfogare la creativita' va esercitata e conquistata. Mai dare per scontato.
Quello che fa la scuola in linea di massima, anche quella per creativi, e' porre limiti entro i quali si esercita la creativita' in qualunque disciplina.

Ho anche un aneddoto di quando studiavo architettura. Credo fosse progettazione2 il prof ci diede un lotto sui viali di Firenze in mezzo a due palazzi storici. Un progetto pieno di vincoli: piu' alto di cosi' non puoi andare; devi mantenere l'arcata; non ti puoi spingere in profondita'...insomma alla prima revisione mi sego' parti del progetto. Mi lamentai ovviamente perche' pecco dannatamente di presunzione :)carneval:). Il prof mi disse "bene allora le tolgo tutti vincoli. Progetti un palazzo". Io ero tutta contenta...in teoria perche' nella pratica potevo fare tutto ma non veniva niente, non avevo nessuno stimolo da cui partire. la settimana dopo a revisione il "bastardo" mi aspettava, quando vide che non avevo nulla mi disse" Ma signorina P. dove va lei senza i vincoli? Ci vuole piu' esperienza per partire dal nulla che per adattarsi a 4 vincoli. Vada e torni al progetto originale".
Questo per dire che bisogna porsi con umilta' nei confronti di chi insegna nel 90% dei casi ne sa piu' di noi perche' comunque ha piu' esperienza. Il "so tutto io" in genere non porta da nessuna parte. L'apertura mentale e' anche avere sufficiente umilta' per ammettere di avere tanto da imparare.
Per un bambino poi i vincoli/limiti sono fondamentali. Tutti i genitori vedono nel proprio figlio un piccolo Mozart, ma non e' cosi', quello e' un caso su un miliardo...madiamoli a scuola va.
 

MK

Utente di lunga data
I secchioni ci sono stati, eccome, però con quali sacrifici? Conosco ancora qualcuno: distrutti e distruttivi, incapaci di comprendere qualunque cosa al di fuori del concetto economico. Tutta loro vita è programmata, raramente si è sviluppata in una direzione piacevole, rilassata. E costringono i loro figli a seguirli per la stessa strada che essi stessi hanno sofferto, per il "loro bene"...
:up:
 

MK

Utente di lunga data
Chi ha fatto i test?
E comunque i risultati non possono essere pubblici, quindi il numero di bambini dislessici non può essere reso noto.
Se vogliono vendere qualche costoso programma per pc o materiale speciale ...i somministratori non possono essere considerati neutri.
Il numero è esagerato.
Beh se uno arriva prima a un traguardo va gratificato. Questo non implica automaticamente non gratificare chi non è ancora arrivato.
E' un programma del comune di Milano credo (o della regione? Boh). Persa ovvio che i risultati non sono pubblici ma tra genitori si parla. Si gratifica col voto più alto, e anche tra bambini si parla.
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
E' un programma del comune di Milano credo (o della regione? Boh). Persa ovvio che i risultati non sono pubblici ma tra genitori si parla. Si gratifica col voto più alto, e anche tra bambini si parla.
Sarà della regione.
Ultimamente hanno messo in campo molti corsi di aggiornamento sulla dislessia che concludono che bisogna introdurre e/o pretendere il corsivo tardi e bisogna permettere ai ragazzi di scrivere al computer.
Quindi nulla che non si sapesse già da molti anni.
Ci sarà qualche ragione :rolleyes: per fare ricerche e dignosticare un disturbo specifico...
Il numero è comunque abnorme.
Quando parlo di 2 o 3 casi che ho visto (vanno esclusi altri dsa o handicap in cui non si può parlare di dislessia) non mi riferisco solo alle mie classi, ma anche alle parallele, per un totale di circa 500 bambini.
L'importanza che viene data al voto di valore del bambino e non di valutazione dello specifico lavoro eseguito dipende in gran misura anche ai genitori.
 

MK

Utente di lunga data
L'importanza che viene data al voto di valore del bambino e non di valutazione dello specifico lavoro eseguito dipende in gran misura anche ai genitori.
Persa i bambini parlano fra loro anche se puoi non dare valore al voto (anche se il sentirsi dire eh varrebbe dieci ma ogni tanto si distrae e quindi le diamo sette mi fa arrabbiare, ma mi contengo :mexican:).
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
Persa i bambini parlano fra loro anche se puoi non dare valore al voto (anche se il sentirsi dire eh varrebbe dieci ma ogni tanto si distrae e quindi le diamo sette mi fa arrabbiare, ma mi contengo :mexican:).
Ma il valore va dato! Ma quello giusto di accuratezza di esecuzione.
 

Iris

Utente di lunga data
Mi preoccuperei di verificare che la bimba si trovi bene a a scuola. Andare a scuola è il suo lavoro, è una insostituibile opportunità di crescita personale.
la bimba va a scuola volentieri? O si lascia trascinare con rassegnazione? Bisognerebbe verificare quello. Il resto sono chiacchiere.
A sette anni si è naturalmente creativi, fantasiosi e sognatori...la competizione si può evitare, l'emulazione è utile...ma insomma è in seconda, diamole tempo!!!!
 

Iris

Utente di lunga data
mai sentito parlare dei bambini Indaco?
Si. E mi pare una gran fregnaccia. I bambini non vanno catalogati, nè dai maestri, nè dalle teorie new age. Tutti i bambini sono "Indaco"....intelligenti, fantasiosi, creativi.
Tutti i bambibi hanno estreme possibilità,nessuno è uguale all'altro..e dubito che la scuola di oggi sia così uniformante...
Se l'intelligenza c'è, c'è..non te la leva nessuno.
Mi preoccuperei, ed insisto, solo della felicità della bambina...
 

Persa/Ritrovata

Utente di lunga data
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scuola/grubrica.asp?ID_blog=60&ID_articolo=1295&ID_sezione=255&sezione=
Gelmini, al via una task force
contro la dislessia

http://www.lastampa.it/_web/_servizi/piuvisti/default.asp
Firmato un "protocollo a 3" tra Ministero, Associazione Aid, Fondazione Telecom
ROMA
«Da oggi parte una task force contro la dislessia» nelle scuole. Un problema che «riguarda 350 mila ragazzi ma che si può affrontare con successo». Bisogna però «diagnosticarla il prima possibile e aiutare i ragazzi a superarla». Presenta così, il ministro dell’Istruzione, università e ricerca, Mariastella Gelmini, il protocollo di intesa a tre - ministero, Fondazione Telecom Italia, Associazione italiana dislessia (Aid) - firmato oggi a Roma, per due progetti nazionali: uno per riconoscere precocemente e combattere la dislessia nelle scuole italiane e l’altro per la formare di 6.000 insegnanti “di riferimento” in grado di aiutare gli alunni dislessici.

I due progetti triennali, su cui oggi il ministero si è impegnato a collaborare, fanno parte di un più ampio programma di azione contro la dislessia - disturbo che rende difficile ai ragazzi una lettura fluente e riduce le capacità di una scrittura corretta dal punto di vista ortografico - avviato da Aid e Fondazione Telecom che lo ha finanziato, per tre anni, con un milione e mezzo di euro. E che comprende altri due progetti:
i campus estivi informatici per insegnare ai ragazzi l’uso di strumenti, utili per superare i problemi di apprendimento. E lo “zaino multimediale” che ha l’obiettivo di distribuire libri scolastici in formato digitale.

«La dislessia è una forma di disagio che spesso viene sottovalutata», ha detto Joaquin Navarro Valls, presidente della Fondazione Telecom Italia, prima della firma del protocollo. «Eppure riguarda il 4-5% dei ragazzi in età scolare. Ed è anche alla base di un gran numero di abbandoni scolastici», ha aggiunto Navarro Valls, sottolineando che la Fondazione si è impegnata a combattere questo disturbo anche in nome dell’etica della “responsabilità sociale” delle aziende che, come tutti, «hanno diritti e doveri».

E tra i doveri c’è quello di «fornire i mezzi per risolvere grandi problemi sociali», ha aggiunto augurandosi che il programma messo a punto con l’Aid «aiuti a ridurre concretamente gli abbandoni scolastici da parte dei ragazzi dislessici».

Per Rosabianca Leo, presidente Aid e madre di due ragazze dislessiche, il protocollo firmato oggi è un importante passo avanti da parte delle Istituzioni e anche un segnale dell’Italia alla Comunità europea. «Mi auguro che il prossimo passo sia la rapida approvazione di una legge nazionale che stabilisca regole e strumenti per aiutare questi bambini in tutte le scuole di ogni ordine e grado nell’intero Paese», ha concluso Leo.


Uhm ..."strumenti digitali"... :rolleyes:
 
Stato
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