Robiballerin, lo ripeto per l'ennesima e, spero, ultima volta: NON ho accettato un tradimento; sennò non vivrei da solo ora.
Ho una famiglia, la mia, la quale ha una dignità da difendere. Ho dei figli che reputo intelligenti, in crescita, che hanno bisogno soltanto di amore, educazione e felicità. Lo stesso amore e felicità che io, tu, e tanti altri come noi, hanno ricevuto dai propri genitori (siano stati essi insieme o separati, non importa). Chiedi a chi invece ha avuto genitori - pure conviventi, oppure separati - in "lotta" perenne o quasi per rancori mai sopiti, per ripicche, risentimenti o quant'altro. Che vita hanno avuto? Dov'era la loro felicità quando ne avevano più bisogno? Che cosa ci hanno guadagnato? Qual è stata la lezione di vita che hanno imparato? Fatti queste domande, troverai da solo la risposta.
Imposta una scala dei valori di vita in cui credi, ed ordinali gerarchicamente. Vedrai che, gira e rigira, i miei e i tuoi sono sempre quelli, ma la tua gerarchia sarà ben diversa dalla mia. Da qui le nostre differenze nell'affrontare lo stesso problema; il risultato ottenuto forse sarà lo stesso, forse no. Ma te la sentiresti di giudicare la vita degli altri? E se sì, perché? Su quali basi? Io no. Diceva Gesù: "Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo?".
Ed, in ultima istanza: ci sono amici reali, in carne ed ossa, con i quali mi sento e mi vedo quando possibile, dei quali posso solo dire il meglio di loro. E ci siete voi (o, almeno, parte di voi), con le vostre esperienze vissute, che mi fate ragionare, pensare, riflettere e trovare quelle perdute basi solide dalle quali ripartire. Altro non posso fare che ringraziarvi. Punto.